Alaska Bakken

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“Che cos'è una trasmutazione umana?" Domandò una bambina dai capelli rossi mentre con l'indice indicava la pagina su cui era riportato tale titolo.
Il libro si trovava casualmente aperto sul tavolo della biblioteca dove i fratelli Elric, come d’abitudine, erano intenti a perseguire le loro ricerche.
I due si osservarono perplessi; un accenno di terrore era visibile nello sguardo di Edward. Si voltarono poi verso la bimba che li osservava coi suoi occhioni blu, impaziente di ricevere una risposta. Conoscevano bene Alaska e sapevano quanto fosse insistente; era sempre stata molto curiosa.
L'alchimista d'acciaio sospirò; non le si poteva nascondere nulla. Nonostante avesse solo 10 anni riusciva a capire, in qualche modo, quando qualcuno le mentiva.
Tanto valeva dirle la verità.
"Riportare in vita qualcuno. È possibile creare un corpo a partire dagli elementi costituenti, ma nessuno è mai riuscito ad introdurvi anche un'anima. Realizzare una trasmutazione umana è assolutamente vietato."
"E impossibile." aggiunse Alphonse allargando le braccia.
"Quindi non si può riportare in vita qualcuno?" ribadì Alaska.
"No, non si può." Edward guardò l'armatura del fratello, poi il suo braccio meccanico "...Anche se una volta ci credevo fermamente."
La rossa annuì doppiamente cercando di assimilare le nuove informazioni ottenute.
"Allora è per questo motivo che tu non hai né un braccio né una gamba e tuo fratello è un'armatura vuota?" chiese indicando prima Edward e poi Alphonse e spostando il dito da un soggetto all'altro.
Tempo prima i due, sotto richiesta della sua estrema curiosità, le avevano già spiegato quali fossero i principi dell'alchimia e dell’importanza del sacrificare qualcosa in cambio di qualcos'altro dell'ennesimo valore. Tuttavia rimasero spiazzati dalla sua perspicacia. Non le avevano mai raccontato la loro avventura. Il fatto che fosse arrivata da sola alla conclusione dimostrava quanto fosse intelligente nonostante l'ingenuità della sua età.
"Co…Come hai fatto a capire che sono un'armatura vuota?"
"Eccooo... Una volta, mentre ti alzavi dalla sedia, hai urtato il tavolo. Ho sentito un rumore tipo: BONK! È lo stesso rumore che fanno i gusci vuoti, sai?"
"WOW..."
Nonostante l'acutezza della ragazzina, il modo col quale giungeva a certe conclusioni era estremamente semplice e un po' infantile, motivo per cui i fratelli Elric non poterono fare a meno di sorridere.
La rossa fece per schiarirsi la gola come per attirare ulteriormente l'attenzione dei ragazzi:
"Ora possiamo giocare insieme a nascondino?"

-

Alaska Bakken. Figlia illegittima del Sergente Bakken, capo dell'Esercito Nordico, temuto da molti per via della sua maestosità, comparabile a quella della famiglia Armstrong. La madre di sangue era Aalina Hansen.
Da più di un mese Alaska e il padre si erano trasferiti a Central City: Bakken aveva stretto un patto di alleanza con King Bradley, il Comandante Supremo a capo dello stato di Amestris ed anche il grandissimo Sergente più temuto al mondo si trovava sotto il controllo di Wrath. Un'altra pedina da aggiungere alla sua collezione.
Naturalmente la famiglia Bakken non sapeva nulla del piano terribile che stavano escogitando gli homunculus, tanto meno della loro esistenza.
Alaska ormai era abituata ai continui spostamenti strategici del padre. Non era la prima volta che cambiavano abitazione. D'altro canto la madre, troppo legata alla sua terra di origine, per una volta decise di rimanervi, scelta che il marito accettò con rammarico e comprensione, portandosi con sé solo la figlia.
Per questo motivo Alaska non aveva molti amici e passava per lo più il tempo da sola. Ogni qualvolta decideva di uscire dalla magione, doveva farsi scortare da una guardia e lei questo proprio non lo sopportava. Voleva essere indipendente, anche se aveva solo 10 anni. Doveva sempre trovare un’escamotage per sgattaiolare via senza controllo.
Lei non se ne rendeva conto, o forse non ci dava troppo peso, ma la vera motivazione per cui il padre insisteva col farla accompagnare da qualcuno di fiducia, era dovuta alla rara malattia di cui era affetta: CIPA, Congenital Insensitivity to Pain with Anhidrosis, ossia insensibilità congenita al dolore con anidrosi. Sostanzialmente non avvertiva il dolore, né il calore o il freddo.
Tuttavia una bambina iperattiva come lei rischiava spesso di cadere o farsi del male senza nemmeno rendersene conto, a causa della patologia. Era molto rischioso uscire senza il suo guardiano, soprattutto se le fosse capitato qualcosa di grave, come per esempio una ferita mortale.
A Central City aveva iniziato a frequentare regolarmente la Biblioteca Nazionale Centrale (permesso datole in virtù del legame di sangue con il grande Sergente Bakken), principalmente da quando conobbe i due fratelli Elric.
 Ricordava perfettamente quell’occasione fortuita, durante la sua prima visita a quel luogo di studio e lettura…

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⏰ Last updated: Aug 24, 2021 ⏰

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