1. Il nuovo alfa

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"Si dice che... la volpe bianca non dorma mai."

<<Ti prego! Lasciami stare!>>

"Si dice che... i suoi occhi non abbiano le pupille. E che una volta incrociato il suo sguardo, riesci a vedere il futuro per qualche istante."

<<Fermati! Non ce la faccio più!>>

"Si dice che... è meglio se resti nelle sue grazie, oppure sarai destinato a vivere con degli incubi orribili, sia di notte che di giorno."

<<NO! Lasciami! Ti prego!>>

"... tu prova soltanto a fuggire e... SARAI SPACCIATO!"

Mi svegliai di soprassalto, spalancando gli occhi per la paura.

Guardai fuori dalla finestra della mia camera, era già mattina. Sospirai, stropicciandomi gli occhi per la stanchezza. <<Di nuovo quello stupido incubo...>> mi rimisi con la testa sul cuscino, guardando il soffitto della stanza.
Iniziai a ripensare a quel sogno. Ormai lo faccio tutte le mattine, prima di svegliarmi. La mia analista dice che è lo stress per essere l'unico omega nella mia classe, ma io non credo che sia per quello. Stare insieme ad un mucchio di beta, non mi da alcun fastidio, anche se spesso mi vedono come la pecora nera della scuola. Sono l'unico omega della mia classe, ma anche della scuola. I miei genitori desideravano tanto avere un maschio alfa: il primogenito della famiglia Wallas invece, è un omega, fragile e introverso, silenzioso e riservato, che non ha ambizioni. Io preferisco vivere la mia vita, che essere la stella sempre al centro dell'attenzione, come sono soliti gli alfa nella mia città.

Mio padre, un'alfa dominante, è a capo di un'azienda di elettrodomestici, molto rinomata nel mondo, mentre mia madre, beta recessiva, è un'impiegata in un noto negozio tessile. Il nostro rapporto non era male quando ero più piccolo, ma una volta scoperto il mio genere, mio padre è quasi scomparso dalla mia vita, lasciando me e mia madre da soli. Non so dire con esattezza se tutto questo mi dispiaccia, anche perchè senza mio padre in giro, posso seguire le mie passioni, ovvero andare sullo skateboard. Già, è da quando sono piccolo che adoro gironzolare sul cemento delle strade, con il mio skate.

<<RED! LA COLAZIONE E' PRONTA!>>

Scesi dal letto, sospirando nuovamente. <<Che inizi un altro giorno monotono...>>

Uscito dal bagno, mi infilai la divisa della mia scuola, presi il mio zaino e il mio skate, iniziando a scendere le scale. <<Dove vai con quello, signorino? Lo sai che è vietato portarlo a scuola.>> mia madre si avvicinò a me, sfilando da sotto le mie dita, la mia tavola di legno. <<Oh... andiamo...>> sbuffai, ciondolando le braccia. <<Ah ah, niente lamentele. Ora fai colazione e vai a prendere il bus, passerà fra qualche minuto quindi vedi di sbrigarti. Io devo andare a lavoro, ci vediamo sta sera, d'accordo?>> le soffici labbra di mia madre, si posarono sulla mia fronte, delicatamente. Sorrisi. <<Va bene, buona giornata mamma...>> sussurrai, stringendomi a lei con un abbraccio.
Dopo aver finito di fare colazione, uscii anch'io dalla porta principale, vedendo in lontananza il bus che si stava avvicinando alla fermata davanti a casa mia. Alla fine riuscii a prenderlo, giusto in tempo. <<Ah... anche oggi sarà una giornata lunghissima...>> sospirai, mettendomi a sedere svogliatamente su uno dei sedili del bus. <<Ehy, avete sentito? Oggi arriverà un'alfa nella nostra scuola. Dicono che sia il figlio della Signora Gillmoore, la più grande donna nel campo dell'industria tessile mondiale, dicono che abbia collaborato con moltissimi marchi, fra cui Louis Vuitton e Versace!>> ad un tratto, un gruppetto di ragazze sedute in fondo al bus, iniziò a spettegolare su questo presunto "alfa". Rimasi in silenzio, ascoltando le loro chiacchiere.
<<Oh accidenti! Anche io vorrei avere dei genitori così famosi! Ma il ragazzo com'è?>>
<<Dicono sia alto, che abbia i capelli scuri e degli occhi color ghiaccio penetranti. Se ti guarda, ha il potere di congelarti con un solo sguardo!>> le ragazze iniziarono a schiamazzare eccitate. <<Pfff... che idiozia...>> mi voltai dalla parte del finestrino, per guardare la strada. Mi misi le cuffiette e iniziai ad ascoltare un po' di musica prima di incominciare quel giorno così eterno per il sottoscritto. E proprio mentre stavo ascoltando la melodia di quella canzone, che provai ad immaginarmi il ragazzo nuovo. Avevano detto: capelli scuri e occhi chiari, inoltre è alto. Mi accigliai leggermente. Perchè mai mi dovrebbe interessare il suo aspetto? Feci spallucce, ritornando a guardare i palazzi che ci avvolgevano, mentre percorrevamo quella strada infinita.

Dopo una decina di minuti, arrivammo davanti al cancello della scuola. Scesi dall'autobus, seguito a ruota dagli altri ragazzi che erano con me sul bus. In lontananza, vidi un mucchio di gente raggruppata davanti alle scale principali della scuola. Guardai la scena da stare dietro quella folla, ma non capivo ancora perchè ci fosse tutta quella gente. Ad un tratto, sentii degli urletti di ragazze provenire da dietro le mie spalle. <<È lui! È Elio!>> Elio? Che razza di nome è? Degli altri urli invasero le mie orecchie. Mi allontanai infastidito, appoggiandomi ad un albero del cortile. Quella marmaglia di gente eccitata, iniziò ad applaudire, e sulle scale della scuola salì un ragazzo alto, moro con i capelli che gli scendevano liberi sulle spalle. La sua pelle era candida, leggermente olivastra, forse aveva origini italiane, intuendo dal nome. Guardai quella scena da lontano, ma i suoi occhi di ghiaccio, come avevano detto le ragazze sul bus, erano davvero penetranti. Rimasi a guardarlo leggermente sorpreso da così tanta grazia e maestosità in un corpo unico. Poi, i nostri occhi s'incrociarono. Rimanemmo qualche istante a fissarci, e proprio in quell'attimo di contatto visivo, sentii il mio cuore sussultare. Arrossii leggermente poi, aggrappandomi alle bretelle del mio zaino, iniziai ad incamminarmi verso l'entrata secondaria dell'edificio, per evitare un passaggio all'interno di quella folla di ormoni femminili.
Oltrepassai i corridoi infiniti della scuola, arrivando per primo nella mia classe. Finalmente potevo sedermi nei posti infondo alla stanza. Buttai per terra il mio zaino, sedendomi svogliatamente sulla sedia di legno posta di fianco alla grande finestra che c'era nella stanza. Da lì si poteva guardare tutta quella folla eccitata, dall'alto. Sorrisi leggermente, non mi ero mai sentito così libero in quel momento, finalmente erano loro a stare sotto il mio sguardo. <<Posso sedermi qui..?>> ad un tratto, una voce interruppe il mio momento di gloria con me stesso. <<Fa come vuoi...>> sbuffai, continuando a guardare fuori dalla finestra. Ma non appena quella presenza ignota si mise a sedere, iniziai a percepire qualcosa di strano, come se il mio corpo stesse cercando di mettermi sull'attenti. Rabbrividii leggermente, iniziando a voltarmi verso quella figura. Poi lo vidi, era lui: l'alfa nuovo. <<Piacere, mi chiamo Elio.>> il ragazzo mi porse la mano in segno di saluto. Guardai prima la sua mano e poi la sua espressione compiaciuta. <<Davvero un gran bel nome, di che secolo sarebbe? Del milleottocento?>> sogghignai, cercando di mantenere la calma. Il ragazzo smise di sorridere, allontanando leggermente la sua mano. Notando il suo cambio di espressione, aggrottai le sopracciglia. Forse sono stato troppo severo con lui?
<<... Io mi chiamo Ronald, ma tutti mi chiamano Red. Come mai un'alfa importante come te, ha deciso di scendere dal suo olimpo, immischiandosi fra la plebe?>> Mi appoggiai sullo schienale della mia sedia, tornando a guardare fuori dalla finestra. Elio rimase per qualche secondo in silenzio. <<Beh... diciamo che i miei genitori sono sempre in giro per lavoro e... mi capita spesso di cambiare scuola, per questo motivo...>> alzai un sopracciglio, ascoltando la sua storia. <<Quindi... i tuoi sono... alfa?>> chiesi, titubante. <<No... solo mia madre lo è. Mio padre è beta. Si sono conosciuti durante un viaggio di lavoro.>> sorrisi leggermente. <<Beh, allora ritieniti fortunato ad essere alfa in questo mondo, io sono l'unico omega in questa scuola, almeno adesso avranno tutti gli occhi per te, e finalmente io mi potrò prendere una pausa da tutti quei pregiudizi...>> sospirai, portandomi le braccia dietro la nuca, socchiudendo gli occhi. Elio rimase in silenzio, poi entrò il professore della prima ora, nella nostra classe. Tutti gli studenti erano già rientrati nell'edificio, nelle loro classi. Così, la giornata ebbe inizio.

----- ANGOLO AUTRICE -----

Ed eccoci qui, con un'altra pazzia delle mie! Lo so che ho tipo mille storie da finire ma quando c'è l'impulso... non c'è niente da fa'!
È la prima volta che scrivo una omegaverse e perciò non giudicatemi per eventuali errori🥺🙏🏻
Spero comunque che la storia vi possa interessare e che i personaggi (inventati ovviamente) vi possano appassionare tanto quanto la loro storia!
Detto ciò torno nella mia conchiglia a poltrire come un pagurino...🐚
Ci si vede gente! <3

LA LEGGENDA DELLA VOLPE BIANCA // OMEGAVERSE - BL STORYWhere stories live. Discover now