Prima Parte

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Le sirene della polizia smisero di suonare tutte insieme, giunte a destinazione. Il capo ispettore Marzocchi scese dalla prima volante e oltrepassò il filo giallo di plastica messo dalla scientifica. Una casa sull'albero fu la prima cosa che vide davanti a lui, una bella e grande casa sull'albero, di colore marrone acero. Sulla parete anteriore, accanto alla finestrella del lato sinistro, una scritta con il sangue. "Sono vivo per causa vostra". Quella frase sarebbe stata quella che, da lì ai prossimi mesi, lo avrebbe tormentato tutte le notti.
Un caso interessante, quello di Nicholas. Scomparve sia lui, sia il cane. La testa del cane fu ritrovata pochi giorni dopo, sotto la casa sull'albero del ragazzino, del tutto svuotata delle interiori, a mo' di contenitore, con all'interno un vero e proprio altarino: una madonnina, un cero, dei fiori.
E, per ora, nessun indizio.
L'affare lo crucciava molto: ad Arezzo non avveniva un caso della stessa portata da quasi due decenni. I media erano impazziti, le persone anche. I genitori temevano per i propri figli e i figli temevano per i propri amici. La paura collettiva costrinse quasi tutti in casa per tutto il giorno, tranne pochi spavaldi che continuavano a fare baldoria per la recente vittoria della Nazionale di calcio.
Una bella vittoria agli Europei, quella dell'Italia. L'ispettore stesso aveva seguito appassionatamente.
Marzocchi si guardò intorno. La scientifica stava fotografando tutte le poche prove possibili lasciate, oltre alla testa del povero cane. Non era un buon segno, quello. Però quale rapitore prende anche il cane, e perché? Magari lo aveva attaccato ed era stato costretto? Ma allora perché farne un altarino? Quale mente è malata a tal punto da fare una cosa del genere?
Decise di salire sulla casa sull'albero. Salì le scale a pioli poste sul lato posteriore e si affacciò dalla porta, per sbirciare nella struttura. Era praticamente vuota, tranne qualche poster. Il caso gli era stato affidato quella sera stessa, quindi aveva consultato i pochi documenti della sparizione e si era direttamente recato nel luogo del ritrovamento della povera bestiola. Salì gli ultimi gradini. Le assi di legno cigolavano sotto i suoi piedi. Era un bell'uomo, ma di sostanza. Il pavimento non poteva che scricchiolare sotto i suoi 105 chili di persona. Ricordava il giorno in cui la madre di Nicholas chiamò per denunciarne la scomparsa. Disse che non tornava da più di 6 ore a casa, che non rispondeva. Era uscito la mattina verso le 10 per andare a giocare a basket al campetto di Villa Severi, e non era più tornato, né aveva chiamato o mandato messaggi. Il collega di Marzocchi le rispose che era passato troppo poco tempo per poter denunciare la scomparsa, e che i ragazzi sono così, perdono la cognizione del tempo. Ma Nicholas era diverso, aveva ribattuto la madre, aveva solo un amico, 18 anni pesi sulle spalle, un passato turbolento, e poca voglia di infrangere le regole. Si era anche stupita che fosse uscito di mattina, disse.
Il collega Bettini la congedò con le solite frasi, "vedrò cosa posso fare, stia tranquilla". Staccò la chiamata e si rivolse al collega: "I soliti ragazzini e le solite mamme paranoiche, scommetto che fra due ore è a casa". Marzocchi sorrise e annuì. Poi si volto è tornò a fare le sue cose.
Ma Nicholas non tornò. La mamma chiamò alle dieci di sera, in lacrime. A quel punto si preoccuparono. Inizialmente il caso fu affidato a Bettini, trattandosi "solo" di una scomparsa, ma quando fu rinvenuta la testa di cane, grazie ad un dirimpettaio che aveva visto la testa dalla finestra, allora della faccenda dovette occuparsene l'ispettore, che, avendo lavorato per molti anni a Roma, era più avvezzo agli omicidi.

Marzocchi guardò i due poster attaccati alle pareti: il primo, sulla destra, ritraeva i due protagonisti di Pulp Fiction, il secondo, sulla parete di legno a dritto, era di una sottospecie di cantante rap, Salmo. L'ispettore li Staccò e guardò dietro: completamente bianchi, tranne le striature di sporco e polvere. A quel punto decise di concentrarsi sul soffitto: tastò le assi, cercando qualcuna che si spostasse, o un nascondiglio segreto. Ma era tutto saldo. Fece lo stesso con il pavimento, ma ottenne lo stesso risultato.
Fino a che, nel punto in cui aveva staccato il poster del rapper, scoprì un dettaglio curioso. Un piccolo forellino, che a prima vista gli era sfuggito, ad altezza spalle. Marzocchi si avvicinò. Forse aveva trovato il primo indizio.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 21, 2021 ⏰

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