II.

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"Ritrovarsi con metà faccia tumefatta la prima settimana di scuola... niente male"
Thomas si voltò e vide Newt appoggiato al portone d'ingresso.
Lo stava aspettando?
"Si beh... Per prendere a pugni uno come Gally, ne è valsa la pena" bofonchiò, alzando le spalle.
"Anche io ho le mie cicatrici di cui andare fiero!" Newt sorrise, indicandosi il labbro rotto, "il preside che vi ha detto?"
"Ci ha messo in punizione, niente di che. Fortunatamente due punizioni separate... quel tipo non lo sopporto"
"Sì, credo che la cosa sia reciproca," lo punzecchiò il biondo, incamminandosi con l'amico fuori dalla scuola.
"Newt io... ti ringrazio. Ti sei messo in mezzo per difendere un pive come me e..."
"...E tu hai mandato tutto all'aria facendo comunque a botte con Gally," cocluse l'altro, accennando una risata.
Thomas provò un moto di rimorso e si morse il labbro: "hai ragione, ma quando ti ha ferito non ci ho più visto."
I due camminarono per un po' in silenzio l'uno di fianco all'altro: Thomas lanciò un paio di occhiate in direzione di Newt e notò che aveva un sorrisetto stampato in faccia.
"Non farti illusioni Tommy, mi è venuto istintivo proteggerti..." spiegò, guardando ovunque tranne che in direzione di Thomas, visibilmente a disagio per la frase appena pronunciata, "dopotutto siamo amici, no?" aggiunse, sospirando leggermente.
Thomas si lasciò andare in un sorriso sincero, "certo... amici."
All'improvviso si ricordò di come Newt lo aveva guardato nello spogliatoio, quel pomeriggio, e la parola "amico" gli sembrò totalmente fuori luogo. Avrebbe dovuto chiarire subito le cose con Newt? Chiedergli se lui era...?
No.
Non erano abbastanza in confidenza per domande del genere.
E poi avrebbe comunque potuto essere suo amico.
"Anche se un amico non dovrebbe guardarmi in quel modo," pensò arrossendo.
"Tutto ok, Tommy? Sembri accaldato," sentenziò Newt, osservandolo preoccupato, "stai male?"
Thomas lo guardò agitato, "datti una calmata!" si disse, affannato.

Dopo cena, Thomas salì in camera sua e si mise al pc.
Non aveva ancora avuto molto tempo per stare online e, con sua sorpresa, Newt, Minho e altri suoi compagni di classe lo avevano aggiunto alla friendlist di faccialibro.
Indugiò sul nome di Newt per qualche minuto, ripensando agli avvenimenti della giornata, poi cliccò sul suo profilo e iniziò a sbirciare le sue foto. A quanto pareva era un tipo abbastanza tranquillo: gli piaceva lavorare il legno e svolgere lavoretti manuali e aveva una cerchia limitata di amici stretti: visi e nomi che spesso facevano capolino accanto a lui.
Thomas non aveva mai legato molto con nessuno in particolare, ma quel ragazzo e Minho gli piacevano davvero. Poi, mentre scorreva gli album, gli capitò sotto gli occhi una foto che lo turbò: Newt era abbracciato ad un ragazzo che Thomas riconobbe come Alby, il presidente del consiglio studentesco. Era un abbraccio tanto intimo che non faticò a capire che i due erano più che amici: come a confermare la sua teoria, andando avanti nell'album comparve una foto di loro due che si baciavano.
A Thomas si congelò il sangue nelle vene.
Quindi era vero?
Newt era gay.
Lo era?
Sospirò e rimase a fissare il monitor per un po', i pixel che bruciavano sotto il suo sguardo. Poi di punto in bianco abbassò lo schermo del portatile.
In ogni caso, non erano affari suoi. Erano amici da poco ed era normale che Newt non si fosse presentato il primo giorno dicendo "Ehi ciao sono Newt e sono gay!".
O magari era tutto uno scherzo e non era neanche lontanamente gay.
"Sì certo, come no" borbottò scettico tra se e sé.
E se anche fosse stato gay? A lui cosa cambiava?
Non era mai stato una persona omofobica ed avere un amico gay non sarebbe stato certo un problema. Qualcosa però lo aveva turbato profondamente... il problema era che non riusciva a capire cosa.
Thomas non aveva mai avuto una ragazza perché non si era mai sentito attratto da nessuna.
O da nessuno, gli suggerì una vocina nella sua testa. Tommy si affrettò a zittirla sventolando una mano in aria, come per scacciare quella stupidaggine.

"Ehi, pivello"
"Pivello?"
"...Thomas?"
Il pivello si voltò di scatto, ritrovandosi faccia a faccia con Minho.
"Finché continuerai a chiamarmi pivello non ti rivolgerò più la parola. Grazie a te adesso tutta la scuola mi chiama con quel soprannome orrendo," Thomas fece scocchiare la lingua, offeso.
"Ma dai, te la prendi per così poco? Per-ma-lo-so," scandì l'asiatico, passandogli un braccio attorno alle spalle.
"Piuttosto, Venerdì non hai avuto tempo di darmi una risposta... Verrai al club di atletica oggi? Ho già detto a tutti che saresti venuto, quindi non puoi tirarti indietro...neanche con la brutta faccia tumefatta che ti ritrovi!" aggiunse, vedendo che Thomas cercava di aprir bocca per accaparrare scuse.
"Verrò" promise, sbuffando, "quanto meno sarà un modo come un altro per infastidire Gally," sentenziò, ridacchiando.
"Già... Comunque cerca di lasciarlo perdere quello. Te l'ho già detto, non è un tipo con cui si ragiona."
"Ho notato..."
"Ragazzi!"
Newt comparve accanto a Minho come un fulmine a ciel sereno. Nonostante la ferita al labbro non si fosse ancora rimarginata del tutto, appariva raggiante e non faceva niente per nasconderlo, regalando ai suoi amici un sorriso a trentadue denti.
"Ehi Newt, come mai così felice di Lunedì mattina?" domandò scettico Minho, guardandolo di sbieco, "il weekend è stato particolarmente appagante?" aggiunse poi con un sorriso malizioso, indicando con un cenno un punto poco lontano da loro.
Thomas seguì lo sguardo di Minho e arrossì istintivamente: stava indicando loro un gruppo di ragazzi poco lontano, tra cui svettava Alby in tutta la sua altezza.
Newt sbuffò, "non so di cosa tu stia parlando," borbottò in maniera concitata, prima di cambiare completamente discorso, visibilmente in imbarazzo.

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