Poteri Oscuri

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Louis

Dieci minuti dopo erano le 5 spaccate e io mi ritrovavo in piedi davanti al Wertham Community Center. La costruzione di mattoni rossastri urlava disperazione da ogni crepa. Come biasimarla? Di posti così tristi ne esistevano pochi in città. Cercai di scacciare l'angoscia che quella situazione mi provocava, invano. Accanto a me, quattro ragazzi a cui era toccata la stessa sorte. Uno lo conoscevo; aveva frequentato la mia scuola prima di essere espulso per spaccio di oppiacei, gli altri tre invece non mi pareva di averli mai visti.
-Allora ragazzi, avete l'occasione di fare qualcosa di buono...-
-Sì come no!- esclamai sghignazzando nella speranza di guadagnarmi il favore dei miei compagni, che invece mi ignorarono bellamente.
-Non interrompermi Tomlinson,- mi redarguì l'assistente sociale severo prima di ricominciare a spiegare. -Qui potete aiutare la gente. Portare sollievo nella vita di chi ne ha bisogno, è questo il vero spirito del servizio sociale. C'è chi crede che voi siate feccia. Avete l'opportunità di provare che non è vero...- fece una pausa, ma non riuscì a riprendere perché la voce del tizio biondo ossigenato arrivò prima.
-Questa storia è una stronzata. Io sono feccia e sono fiero di esserlo.- ridacchiò.
-Devi essere proprio un coglione per auto insultarti così- replicò lo spacciatore. Io restai in silenzio insieme a quello con i capelli ricci e al tipo palestrato.
-A chi hai detto coglione indiano del cazzo?- il biondo guizzò in direzione del suo interlocutore con il pugno a mezz'aria.
-BASTA!- gridò l'assistente sociale intervenendo per dividerli -Zayn!- ecco come si chiamava il tipo della mia scuola, -Niall! Sedetevi sui gradini! Uno da una parte e uno dall'altra, senza fiatare!-
Okay, il biondo pettinato da coglione si chiamava Niall. Mi mancava di sapere il nome dello spilungone riccio e del palestrato e anche le presentazioni avrei potuto lasciarmele alle spalle.
Non che fossi interessato a fare amicizia, ma non potevo certo lavorare con quei tipi senza sapere neanche come si chiamavano.
-Io sono Louis comunque- dissi spavaldo.
-E io sono sto cazzo!- mi rispose il palestrato stringendosi i gioielli di famiglia.
-Che nome di merda che hai sto cazzo!- lo sbeffeggiò il tipo riccio.
-LIAM! PIANTALA SUBITO E LEVA QUELLA MANO DA LÌ- intervenne ancora l'assistente sociale.
-Liam... ecco come mai non volevi dirlo. Perché hai un nome da frocio!- borbottai sottovoce.
-Frocio a chi stronzo? Ma ti sei visto? Con quel ciuffetto da sfigato?-
L'avrei preso a botte. L'avrei fatto se lo spilungone non si fosse parato dinnanzi a me con quel suo sorrisetto irritante.
-Bravo Harry, sedare le liti dei tuoi compagni è già un buon inizio-
-Caro assistente sociale... a proposito, il suo nome?-
-Tony, mi chiamo Tony-
-Tony, io non voglio sedare proprio niente. Voglio solo che questi quattro idioti con cui mi avete messo stiano zitti. Non starò qui  più tempo del dovuto- disse il riccio alzando gli occhi al cielo.
Venti minuti dopo avevamo tutti dei pennelli in mano e stavamo dipingendo delle logore panchine poco lontano.
-Ehi Harry- esordii.
-Che vuoi?-
-Provo ad indovinare perché ti hanno preso-
-Risparmiatelo. Non ho voglia di stare a sentire la tua vocina stridula- mi riservò un'occhiataccia che ignorai.
-Perché? È un'occasione per parlare tra noi emarginati, per fare conversazione. Quindi vediamo... taccheggio? Violazione di domicilio? Su andiamo, dimmelo!-
Alzò i suoi grandi occhi verdi e mi scrutò a lungo prima di sospirare.
-Non ci sei andato vicino mi dispiace-disse poi incrociando le braccia dietro la testa.
-Un indizio?-
-No-
-Rapina a mano armata?-
-Sarei in galera, ti pare?- disse aspro.
Mi zittii. Non perché ci rimasi male, semplicemente non avevo più idee.
-E dai finocchio riccio, diglielo, non lo vedi che sta per piangere?- intervenne una voce. Quella di Liam.
Harry serrò i pugni. -Ho pestato uno fuori una discoteca okay?-
-E che ti aveva fatto di male, sentiamo- Liam continuò a provocarlo sfoggiando un sorriso beffardo.
-Mi aveva chiamato finocchio-
Liam incassò e si chetò all'istante. Dopo qualche minuto riapparve Tony.
-Da bravi, finite qui che poi c'è da fare altra roba dentro-
Stavo per rispondergli a tono ma quando alzai il viso notai un'enorme nuvola nera come la pece in lontananza. Sembrava avvicinarsi.
-Che cazzo è?- sbraitò il biondo ossigenato indicandola.
-Non ne ho idea!- replicò Zayn.
Un tonfo sordo ci fece voltare tutti. A pochi metri da noi, una gigantesca palla di grandine aveva appena distrutto il parabrezza di un auto; e non sembrava fosse finita così. Altri agglomerati di ghiaccio presero a schiantarsi al suolo.
-Corriamo al riparo ragazzi!- Tony ci esortò a seguirlo con un gesto del braccio, ma quando finalmente arrivammo davanti all'uscio, lui non riuscì ad aprire in tempo.
Una scarica di elettricità mi colpii all'improvviso, scaraventandomi giù dalle scale. Stessa sorte toccò agli altri.
Non so dopo quanti minuti mi destai, ma in lontananza sentivo la voce del biondo che blaterava qualcosa.
-Che diamine ci è successo?-
-Ci ha colpito un fulmine coglione- rispose Zayn.
Ero troppo rincoglionito per parlare, ma quando mi resi conto che avrei potuto rimetterci le penne, mi alzai di scatto e indicai Tony con fare minaccioso.
-Louis ha ragione- Liam mi seguì a ruota, -è colpa sua se stavamo per rimanerci secchi!-
-Mi state accusando di qualcosa di grave ragazzini! Smettetela subito!- gridò lui.
Notai che Harry lo guardò con la fronte aggrottata, come se non si aspettasse una reazione simile da parte sua.
-State tutti bene?- chiese poi in tono pacato, come se all'improvviso avesse mutato personalità.
Un'ora dopo camminavo zoppicando un poco. Cadere giù dalle scale non era stato il massimo.
Ci misi il doppio del tempo ad arrivare a casa, ma come scoprii qualche minuto dopo, se non ci fossi mai arrivato, non sarebbe importato a nessuno.
-Mamma!- gridai furente. L'avevo vista di sfuggita dalla finestra, e lei aveva visto me, quindi perché non mi stava aprendo?
-Mamma, apri questa fottuta porta o la sfondo!- tentai di nuovo, ma la maniglia non si mosse.
-Mamma cosa cazzo ti prende?-
-Io e Rob abbiamo deciso che devi stare via per un po'- si decise a parlare, con voce tremante, il che mi fece imbestialire ancora di più.
Aprii la buca delle lettere e ci infilai dentro le labbra sottili: -Rob è un coglione!-
-La tua roba è davanti il garage, nel borsone nero ci sono dei soldi, ci risentiamo tra qualche giorno- disse prima di scivolare via.
Rimasi lì a fissare la mia casa per un tempo che mi parve infinito. Poi, sconfitto, presi la roba e mi incamminai verso... beh, non lo sapevo.
Dopo aver ricaricato il cellulare di 10 sterline, telefonai ad Andrea. Rispose dopo il decimo squillo.
-Andrea! Ciao Andrea! Ascolta, posso stare da te per un po'?- chiesi titubante. La risposta che mi aspettavo non si fece attendere.
-Ma che dici? Giuro di non avertela attaccata io la gonorrea! E dai, solo per qualche giorno! Okay, okay, però ricordati che a scopare fai schifo!- gridai, sputacchiando qua e là sul ricevitore. Riattaccai e provai con Tish.
-Tish, sono davvero nella merda... come non te ne frega un cazzo? Ma se siamo amici dall'asilo! Avevamo già parlato di questa storia: le 200 sterline non te le ho rubate io, o meglio, ne ho rubate solo 180, le altre 20 le ha prese Monty! Ah, e che amica saresti se non presti i soldi ai quelli che ne hanno più bisogno? Certo che fumarsi il crack è un bisogno stronza!-gridai ancora più forte della chiamata precedente prima che lei mi riattaccasse il telefono in faccia.
Poly. Poly era la mia unica speranza.
Composi il numero e poggiai il borsone in terra nel vano tentativo di stemperare l'ansia. Rispose al terzo squillo.
-Poly! Poly boy, Poly il maestro,- esordii -come stai? Ovvio che me ne frega di come stai, ci conosciamo da secoli! E a proposito di questo bello, non è che potrei stare da te per qualche giorno? Come sarebbe a dire sul tuo divano c'è già tua sorella? Tu sei figlio uni-, Poly? Poly?-
Aveva riattaccato. Tirai un pesante sospiro e proseguii la mia passeggiata forzata.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 30, 2021 ⏰

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