capitolo 2

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è mattina,mi alzai in piedi che erano ormai le undici.Logan era a lavoro da due ore ormai.
Spero pienamente che se la stia cavando.

Ma,non è questa la cosa importante, appena scesi vidi carl disteso sul divano, senza maglia.

Decisi di lasciarlo dormire,non sapevo il motivo per cui era rimasto ma sicuramente sarà stato ubriaco o robe del genere,quindi stando alle mie supposizioni meglio che si riposi.

Io nel frattempo mi ero preparata un caffè,mi sedetti a tavola e lo sorseggiai mentre iniziai scrivere un po' di cose sul mio diario.

è sempre stato uno sfogo per me scrivere,io sono quel tipo di persona che soffre in silenzio,non so se mi spiego.

non racconto mai a nessuno dei miei problemi perché nessuno può aiutarmi,insomma loro cosa mi diranno?mi diranno che andrà tutto bene,che passerà,che gli dispiace?,no cazzo,sono stanca di queste stronzate.

Voglio dire,col tempo impari a tenerti le cose dentro,non perché io abbia un carattere chiuso,ma perché spesso spiegare sembra inutile.

Tanto alla fine le persone che ti capiscono veramente sono quelle a cui non hai bisogno di spiegare nulla.

Cazzo,avete mai avuto voglia di spegnere tutto e sederti da qualche parte e restare solo?

nessuna parola,nessun pensiero,soltanto tu e il silenzio e quel vuoto che non capisci se è fuori o dentro di te.

i miei pensieri furono interrotti da carl che si svegliò cadendo dal divano

carl:"aiah porca puttana"
mi alzai in piedi e andai verso di lui
io:"beh finalmente sei sveglio"
gli porsi la mia mano e lo alzai in piedi
carl:"buongiorno anche te"
mi squadra dall'alto in basso perché attorno avevo solo la maglietta che mi copriva a malapena

io"sopra la tavola c'é del caffè,io vado a vestirmi,e dovresti farlo pure tu"
gli voltai le spalle e corsi di sopra a mettermi qualcosa.

tengo la mia maglia lunga per comodità e mi infilo un paio di pantaloncini neri che mi arrivavano quasi al ginocchio e riscendo giù.

vedo carl che stava sfogliando le pagine del mio diario così glielo sfilo dalle mani
io:"esiste una cosa chimata privacy"
carl:"mi piacevi di più prima comunque"
io:"non è divertente"
carl:"ok va bene"

mi allontanai
io:"perché sei rimasto qui?"
carl:"troppo stanco per tornare a casa"
io:"comprendibile"lui rise
io:"luke e frank non sono tornati ieri?"
carl:"no non li ho visti"
io:"d'accordo"

presi dei biscotti da inzuppare nel caffè
carl:"che ti va di fare oggi?"
io:"che intendi?"
carl:"sono a tua disposizione,sei appena arrivata d'altronde..quindi non conosci quasi niente di qui"
io:"quindi tu hai intenzione di farmi fare un tour?"
carl:"esattamente,e non accetto un no come risposta"
io:"quindi immagino di non aver scelta"
carl:"esattamente"
io:"te lo concedo,facciamo un giro"
carl:"grande"

entrambi ci alziamo in piedi ed usciamo di casa

carl mi accompagnò in un parco gigantesco dove c'erano ragazzi che giocavano a basket,altri che facevano skateboard,altri che reppavano ed infine alcuni che ballavano, un paradiso per me

carl:"ti piace?"
io:"cazzo lo adoro"
lui mi guarda e si mette a ridere

carl:"avanti vieni"
mi prende sottobraccio e mi porta sulla pista da skateboard

carl:"sai andarci?"
scuoto la testa in cenno di no
carl:"resta qui e guarda"

Ruba ad un ragazzino delle vicinanze lo skateboard e inizia ad andarci.
Fa svariate curve e salta alcuni ostacoli,era davvero bravo ma non volevo dargli la soddisfazione di sentirselo dire.

avrei dovuto essere miglioreWhere stories live. Discover now