CAPITOLO 1

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5.00 di mattina, 26 febbraio 2008, sono davanti al Liceo scientifico, la scuola che frequento, aspettando i miei compagni di classe e il pullman che ci porterà all'areoporto di Roma Fiumicino. Andiamo in pullman perché dalla città Marchigiana dove ci troviamo ci vogliono circa 4 ore di viaggio, abbiamo il volo per le 13.10.. arriveremo sicuramente in anticipo, ma meglio così, non dovremo correre con la paura di restare a terra.

Questi erano i pensieri che mi frullavano nella testa quella mattina, la mattina della nostra partenza, finalmente! Erano mesi che aspettavo quel momento ed era arrivato! L'emozione era alle stelle nonostante ancora non sapessi cosa mi sarebbe accaduto nella settimana che si apprestava a venire.

Per la nostra ultima gita scolastica, ovvero la gita del quinto anno, eravamo diretti a Praga, una città fino a quel momento a me sconosciuta. Nonostante mi fossi alzata alle 4 non sentivo affatto la stanchezza ecco perché una volta salita in pullman non riuscii a chiudere occhio per tutto il viaggio. Così per far passare più velocemente il tempo decisi di tirar fuori dalla borsa il mio tablet e guardarmi un bel film. Optai per Divergent, un film davvero appassionante, a me molto caro.

Finalmente eravamo pronti a salire su quel volo che in circa due ore ci avrebbe fatti atterrare nella magnifica Praga. Il volo passò velocemente e in modo abbastanza traquillo, ma non appena misi piede fuori dal velivolo una brezza di gioia accarezzò il mio volto. Era tutto vero, eravamo a Praga! Ci aspettava una settimana di puro divertimento, una settimana in cui avremmo potuto facilmente dimenticare lo studio e l'esame che ci attendeva a giugno e pensare soltanto a noi, alla nostra gita, alla nostra libertà. Sì perché io quando viaggio mi sento libera, viaggiare mi fa stare bene più di qualunque altra cosa.

Come in tutti i viaggi che avevo intrapreso anche in quel caso ero partita con delle aspettative, ovviamente aspettative plausibili per una diciottenne, ma solo ripensandoci dopo capii che le mie vere aspettative non erano davvero quelle. Infatti, probabilmente influenzata dal resto del gruppo, in questo viaggio, oltre a visitare la città, avevo voglia di spassarmela, in termini adolescenziali, ovvero di puro godimento, senza pensare al domani. Spero di essermi spiegata. E così già dalla prima sera mi ritrovai con i miei compagni in un disco pub, se così si può chiamare, di Praga. Era un locale a tre piani, il primo a piano terra e gli altri due sotto. In superficie era un semplice bar con dei tavolini e un dj alla console, ma di sotto c'era la sorpresa.. con sole 100 corone, ovvero circa € 3.70, si accedeva alla parte sotterranea composta da due piani con pista da ballo. Posso dire che la prima era più di mio gradimento poiché lì i Dj mettevano musica trash o commerciale. Passa un'ora, ne passano due, e non c'è due senza tre ecco che si sono già fatte le tre e mezza di notte. Quella sera avevamo assaggiato la vita Praghese e sapevamo bene cosa ci avrebbe aspettato per le 5 serate seguenti..

Purtroppo però quella sera ero tornata in camera non molto soddisfatta.. sì, la musica mi era piaciuta, io adoro andare in discoteca, scatenarmi, ballare, ma quella sera era mancato qualcosa. Solo ragionandoci un po' su capii che a me importava poco darmi alla pazza gioia, bere, ubriacarmi, tutto ciò che facevano gli altri, no, io ero andata lì per incontrare qualcuno, qualcuno di nuovo, un ragazzo magari, un bel ragazzo, possibilmente non italiano. Sì, era sicuramente questo il motivo della mia delusione, infatti quella sera non avevo conosciuto nessuno, ma presto tra le lenzuola quel mio ragionamento scomparve nel sonno più profondo.

Cinque giorni passarono in un lampo, tra visite guidate, feste, passeggiate per la città, serate in discoteca, cena sul battello, nottate nei pub e così via. Era il penultimo giorno, stavo sul letto con la mia migliore amica Lucia, era pomeriggio e facevamo un resoconto della gita, di come era stata se ci era piaciuta, cosa avremmo voluto cambiare. Io non le confidai tutto, perché c'era ancora un'ultima piccola speranza in me, speravo che ciò che volvevo si sarebbe avverato quella sera, la nostra ultima sera a Praga. ~Allora.. cos'è quella faccia così affranta?! Non ti sei divertita??~ la voce di Lucia prendeva spazio nella stanza ~Sì, certo che mi sono divertita, ma è passata così in fretta, non ho voglia di tornare a casa..~ buttai là la prima scusa che mi era venuta in mente. ~Sarà.. comuqnue è ora di scendere, dobbiamo andare a cena con gli altri!~ giusto.. mi ero quasi dimenticata, l'ultima cena l'avremmo fatto tutti insieme e poi saremmo andati a ballare in quel locale della prima sera per chiudere in bellezza.

Ma giusto per avere sempre qualche problema, quando mi alzai dal letto capii che non stavo bene, no, avevo un forte mal di testa ed era da qualche ora che non facevo altro che starnutire.. un'altra compagna di stanza mi chiese se volessi misurarmi la febbre, io ero sicura che ne avessi, ma volevo autoconvincermi che quella sera dovevo stare bene, era l'ultima sera, non potevo avere la febbre, così rifiutai. Decisi solo di prendere un moment per alleviare un po' il forte mal di testa.

Lasciammo così l'albergo per dirigerci nella birreria più antica di Praga, lì avremmo cenato.

Finita la cena ancora il mal di testa non se ne voleva andare, ma io non mi arresi e andai con gli altri nel pub. La strada non era poi così lunga, ma il freddo pungeva sul mio volto, e i brividi cominciavano ad essere più frequenti. Non c'era altra soluzione, dovevo resitere, sarebbe stata l'ultima sera, non potevo far morire così la mia speranza, per una stupida influenza.

Entrammo nel locale.. pusammo nel guardaroba i nostri giubetti. Presi per mano Lucia che non era mai stata in quel locale e la trascinai nella pista da ballo. La musica quella sera non era niente male, anche se ancora la pista non era piena. Iniziammo a ballare e scatenarci.. erano appena passati 3 minuti e il resto dei nostri amici erano appena arrivati in pista quando..

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