Setta di strizzacervelli ubriachi

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Trama: quando Ale fa una battutina sul rapporto tra Tancredi e Luca, ne sorge un dibattito di gruppo, ricco di flashback e "interessanti" rivelazioni
Rating: verde
Contesto: post Amici



Non stava affatto male.

Ricordava lucidamente il senso di appagamento e di beatitudine che lo avviluppava in quel momento.

Erano tutti a casa sua, dopo aver trascorso la serata tra birre e chiacchiere.
Alessandro parlava animatamente con Sangio, dondolandosi sulla sedia e gesticolando senza sosta.
Samuele cercava di carpire qualcosa dal loro discorso, ma dalla sua faccia perplessa traspariva vivida la confusione.
Deddy, probabilmente, era a telefono a bisticciarsi con Rosa.

Ma a Luca, del resto, importava meno di zero.

Restava seduto sul pavimento, la schiena poggiata contro il bracciolo del divano.
Tra le sue gambe Tancredi, con la testa reclinata all'indietro, nell'incavo della sua spalla.
Aveva l'espressione più rilassata che mai; gli occhi socchiusi, con le sopracciglia delicate ad incorniciarglieli. La bocca sottile semiaperta, le gote rosate.

Una mano di Aka era infilata tra i suoi ricci, mentre girava e rigirava senza mai stopparsi. Doveva ammettere che lo appagava, e non poco, tastarne la morbidezza, incastrarne le dita all'interno avvolgendo le ciocche per tutta la loro lunghezza.
Era quasi ipnotico.
L'altra invece passava dall'accarezzargli il braccio destro con movimenti circolari, allo sfiorargli le clavicole, il collo, il viso.
La pelle vellutata era soffice al tatto, il fiato caldo di Tancredi si infrangeva contro il palmo, sopratutto quando gli tracciava il contorno delle labbra.
Non riusciva a non scrutarlo in silenzio, mentre si abbandonava al suo tocco.

Quella era una delle loro situazioni quotidiane. Luca era sempre stato molto fisico, Tancredi un po' meno.
Ma con lui era tutta un'altra storia.

Gli veniva spontaneo lasciarsi andare, farsi coccolare senza stufarsi crogiolandosi tra le sue braccia. Così come gli veniva spontaneo assestargli lunghe scie di baci al fine di calmare i suoi malumori.
Anzi, per lo più era proprio Tancredi a ricercare il contatto da lui.
Quante volte si era addormentato disteso in grembo al biondo, risvegliandosi anche dopo ore.
E a quest'ultimo non dispiaceva affatto impiegare quel tempo a studiare minuziosamente i suoi tratti.

Esattamente come in quell'istante.

«Voi che dite, ragazzi?», la voce di Ale squarciò la bolla dalla quale erano stati inglobati.

Ci vollero alcuni secondi prima che Aka si rendesse conto di essere stato interpellato.
Alzò la testa, spaesato.
Di che stavano parlando?

Tancredi aveva aperto un occhio, la fronte aggrottata.
«Eh?»

Alessandro li guardò allibito, con un'espressione da pesce lesso.
«Gesù, mi sembrate i miei genitori in viaggio di nozze».

Sangiovanni si girò verso di lui, alzando un sopracciglio, per poi rammentargli un «Tu non eri neanche nato, Ale».

«Mamma mi ha sempre detto che li spiavo dalla nuvoletta» fece spallucce il ballerino.

«Che significa?» li interruppe Tancredi, ancora molto confuso. Aveva bevuto poco lui, per fare compagnia al biondo, da sempre astemio.

«Che li spiavo dalla nuvoletta?»

«No, quello che hai detto prima» intervenne anche Luca. Le mani avevano smesso di vagare tra i capelli del ragazzo, gli occhi erano ormai puntati verso quei tre.

Alessandro scambiò uno sguardo con Samuele e Sangiovanni, prima di sbottare in una risata idiota.
«Quanto ci vuole ancora prima che lo capiate?»

Chilometri- Tanc7even osWhere stories live. Discover now