Boccaccia mia taci

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Trama: Aka è incavolato nero con Martina e Tommaso, ma nulla gli vieta di prendere in giro Tancredi che continua, involontariamente, a sparare doppi sensi.
Rating: giallo
Contesto: casetta



Restava seduto al pianoforte, intento a premerne i tasti totalmente a casaccio. Era incazzato come non mai.

Con Martina andava male già da parecchio tempo e aveva ormai imparato a conviverci, ma la cosa che proprio non gli andava giù era che lei, nonostante fosse evidente che lui stesse male, si divertiva, infischiandosene altamente dei suoi sentimenti.
Non una parola, non uno sguardo, non un bacio. Niente di niente.
Non ne voleva proprio sapere di avvicinarsi al suo ragazzo.
Sempre se poteva ancora considerarsi tale.

Ora era lì, in salotto, impegnata a ballare e ridere con Tommaso come se tutto filasse liscio, come se non avesse neanche notato la presenza di Luca alle sue spalle.
Il ragazzo, infatti, si era appostato in quel punto strategico, con le cuffie sulle orecchie, senza musica, solo per tenere i due sotto controllo. Da quella postazione aveva un'ottima visuale del salotto e ogni tanto (in realtà molto spesso) alzava gli occhi per verificare se qualcosa fosse cambiata.

Tommaso, sotto lo sguardo feroce di Luca, si mostrava incurante, ma qualche volta decideva di ricambiarlo e quando succedeva, il biondo, prontamente, fingeva di essere occupato a comporre una nuova canzone.
Pff, proprio il suo primo pensiero in quel momento!
L'unica cosa che riusciva a fare realmente era progettare un piano per incenerirli entrambi sul posto. Si figurava in una versione distorta, impegnato a lanciare fulmini e saette direttamente sulle loro teste.             
Una bella immagine, in effetti. Molto suggestiva.
Ma neanche questo pensiero, per quanto allettante fosse, riusciva a calmarlo.

Stufo marcio, decise di provare a comporre sul serio una melodia nuova. La musica era la sua valvola di sfogo e fino ad ora aveva sempre funzionato.
Tranne quella volta.

L'attenzione di Luca tornava continuamente ai due ragazzi, e le loro risate che riecheggiavano tra le pareti gli sottraevano quel poco di concentrazione che aveva avidamente ricercato. Avvertì un' immane stizza farsi spazio nel suo petto, per poi sfociare in un gesto rabbioso nei confronti di un tasto del pianoforte, che premette con più potenza del necessario.

«Fai piano! Vuoi per caso romperlo?»
Dalla padella alla brace.

Luca era convinto che la sua giornata non potesse peggiorare ulteriormente ma, a grande sorpresa, si sbagliava.
Perché tutte a lui?

«Non oggi, Tancredi, stammi lontano» rispose al ragazzo appena entrato nella stanza.
Lo stesso ragazzo che gli si era parato davanti e che ora lo stava squadrando insistentemente, bloccandogli la visuale sul salone.

«Ti sposti o no?» grugnì con astio, incenerendo anche lui con lo sguardo.
Come avrebbe voluto davvero lanciare fulmini!

Ma Tancredi, a quanto pareva, aveva deciso di rendergli la serata più infernale di quanto si prospettasse. Infatti se ne stava lì, immobile, con un sorrisetto sghembo sul volto e senza slegare il contatto visivo.
Con la sua solita aria di chi conosce i segreti dell'universo.
«Che stai facendo?» gli domandò poi, assottigliando gli occhi, senza perdere quell'espressione da schiaffi dalla faccia.

«Niente che ti riguardi, levati»

«Così potrai spiare ancora un po' la tua fidanzatina e il suo amichetto?»
Lo detestava.

Sempre tra i piedi, sempre a punzecchiarlo, a riprendere tutto ciò che non gli andava a genio, ad affermare il contrario delle sue tesi solamente per il gusto di contestarlo.
Che si stessero antipatici a vicenda, non ne aveva dubbi.
Ma forse aveva appena trovato un modo per sfogarsi. Anche litigare poteva tornargli utile, no? E per quanto fosse nervoso quel giorno, era convinto che una sana sfuriata l'avrebbe decisamente aiutato.

Chilometri- Tanc7even osWhere stories live. Discover now