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-HARRY

"Harry finalmente sei arrivato!" Mi corse in contro Jake preoccupato.

"Cosa è successo? Ho accompagnato Elise a casa." Dissi posando le chiavi sul tavolo e buttandomi sul divano.

"C'è un problema." Sospirò varie volte poi sentii qualcuno piangere dalla mia camera. Mi alzai e mi diressi verso la porta però uscì mio fratello con un bambino o meglio una bambina visto che aveva il vestitino rosa.

"Chi è? Cosa sta succedendo?" Chiesi guardando i ragazzi guardarmi con occhi preoccupati.

"Una ragazza è venuta qui mentre eri fuori. Ha dato questa." Disse porgendomi una lettera.

*Harry
Dopo che te ne sei andato quella notte non ho fatto altro che pensare a te e a cosa sarebbe successo se saresti rimasto con me, ma poi pensai perché dovresti rimanere con me quando la tua vita è così movimentata?
Ti lascio questa bambina si chiama Jess ha 6 mesi, l'ho tenuta per allattarla, ma non la voglio più, ora sta a te prenderli cura di lei.
Buona fortuna. Lori *

"Porca puttana" Mi misi le mani fra i capelli tirandoli leggermente. "Cazzo." Urlai camminando avanti e indietro per il piccolo soggiorno.

"Sai chi è quella ragazza?" Chiese Mike con ancora imbraccio quella bambina.

"Zitto cazzo. Io non la voglio quella." Urlai indicando la bambina.

"Harry calmanti." Disse con calma Jake.

"Non posso calmarmi cazzo." Ringhiai.

Sentii la bambina piangere.

"Basta. Falla stare zitta."

Make la portò nella mia camera cullandola fra le sue braccia. Non posso tenerla, non può essere mia figlia.

"Dammi il cellulare, non posso sentirla più piangere." Dissi strappando dalle mani di Jake il cellulare. "Voglio chiamarla, ma si arrabbierà con me, di nuovo." La mia voce suonò disperata, infondo lo ero. Non dissi il none di chi volevo chiamare ma Jake lo capì subito. Elise.

"Chiamala. Falla venire qui." Disse poggiando una mano sulla mia spalla.

"E se non viene? E se ce l'avrà con me?" Chiesi alzandomi e andando in cucina, lui mi seguì.

"Da quando ti preoccupi di cosa possono fare le persone? Chiamala o la chiamo io."

-ELISE

Ero seduta sul letto con Camille, le raccontai tutte le cose che erano successe oggi e ieri notte quando sono rimasta a dormire con Harry.

Il cellulare mi avvertì di una chiamata, notai sul display che c'era scritto Harry.

"Ehi..ehm...ti..volevo chiedere...ehm..se potevi venire, si insomma, se hai..ehm tempo." Non ho mai sentito balbettare Harry Styles, è divertente.

"Cosa è successo, mi devo preoccupare?" Chiesi.

"Come vuoi." Disse.

Cosa vuol dire come voglio?

"Ma chi è che piange?!" Stavo entrando in panico, perché aveva un bambino in casa?

"Vieni ti prego." Disse e poi attaccò.

"Camille, devo andare da Harry, è successo qualcosa." Dissi guardando il telefono.

"Vuoi che ti accompagno?" Chiese gentilmente.

"No grazie." Mi alzai e mi diressi fuori la porta scontrandomi con Abbey.

"Stai attenta." Mi sgridò.

"Scusami." Urlai, ormai ero fuori casa.

.....

Dopo dieci minuti di camminata, arrivai davanti l'edificio.

Bussai ripetutamente e Mike mi venne ad aprire con una bambina in braccio.

"Chi è?" Chiesi incredula entrando.

"Sei arrivata, pensavo che non venissi più." Disse Harry passandosi le dita fra i capelli.

"Ho fatto il prima possibile." Dissi guardando la bambina difronte a me.

"Non smette fi piangere." Mi avvertì Mike.

"Dalla a me, provo a farla addormentare." Dissi non sicura di quello che stavo facendo.

La presi in braccio e mi avvicinai al divano cullandola dolcemente, devo solo ricordarmi come facevo quando ero piccola con i bambolotti, mi sedetti e guardai i ragazzi in cerca di una spiegazione.

"È mia figlia." Mormorò Harry poggiando la testa fra le mani.

"Cosa? Non me lo hai mai detto." Dissi dispiaciuta.
So perfettamente che non stiamo insieme e non ci staremo mai, ma mi sento tradita, infondo provo qualcosa per Harry, sapevo che è andato a letto con molte donne, ma pensavo che usasse precauzioni.

"Perché mi hai chiamata?" Gli chiesi.

Dopo vario tempo che cullavo la bambina, si addormentò.

"Non lo so." Disse sinceramente. "Ho bisogno di te, credo. Sei arrabbiata con me?" Chiese, la sua voce ora era triste.

Gli sorrisi e scossi la testa.
"Non posso essere arrabbiata con te, non stiamo nemmeno insieme." Dissi sinceramente alzando le spalle.

"Si chiama Jess, ha 6 mesi." Mi informò.

"Dov'è la tua fidanzata. Potevi chiamare lei, è anche sua mamma, no?" Dissi guardando il televisore spento.

"Me l'ha lasciata con una lettera." Confessò porgendomela.

La lessi velocemente, annuii e la misi sul tavolino davanti a me, tenendo sempre Jess tra le braccia.

"Ti devi esercitare con lei, tienila."

"No, non sono capace." Disse alzandosi in piedi e poi indietreggiando.

"Harry, me ne vado se non collabori." lo ricattai.

"Sei seria?" Alzò un sopracciglio.

"Serissima." Lo guardai seria.

"Ok dammi Jess." Si avvicinò e non sapendo dove mettere le mani mi guardò impaurito.

"È facile, stai tranquillo. Siediti." Dissi sedendomi accanto a lui.
"Rilassa le spalle." Respirò profondamente.

Dopo poco misi la bambina sulle sue gambe e lui l'avvolse tra le sue braccia.

"Bravo, non farla svegliare." Sorrisi guardando il ragazzo di fronte a me cullare una piccola creatura.

"Siete uguali. Avete degli occhi bellissimi."

Sorrise guardandomi. Tossii.
"Ehm..scusami, ora è meglio che vada." Dissi diventando rossa.

"Rimani." Disse prendendomi per il polso e facendomi sedere accanto a lui.

Non lasciarmi. H. S. (Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora