INTRO: Cassetto dei ricordi

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Il ragazzo inginocchiato tra le gambe di Bran sul pavimento decisamente poco pulito di uno degli angusti cubicoli del bagno del Red Moon ce la stava mettendo davvero tutta per dargli piacere.

Glielo stava succhiando da dieci minuti con fervore, come se ne andasse della propria vita.

Era bravo. Bran ce l'aveva duro come una roccia e non vedeva l'ora di venire per provare a buttare fuori un po' della tensione che gli irrigidiva le spalle.

Però non ci riusciva.

L'erezione era una reazione fisica frequente in Bran, si eccitava facilmente, bastava davvero poco, ma non sempre riusciva a venire perché la sua testa di cazzo non collaborava con il suo uccello.

Strinse una mano tra i capelli lisci e biondi del twink, strattonando le ciocche morbide. Il ragazzo gemette e roteò gli occhi all'indietro mentre continuava a darsi da fare con lingua, bocca e un accenno di denti.

Trovava sempre arrapante vedere il suo uccello entrare ed uscire dalla bocca di un ragazzo, però, nemmeno quella vista eccitante bastò per farlo venire.

Bran si innervosì e strinse maggiormente la presa tra i ceppelli del twink di cui ignorava il nome, iniziando a scopargli la bocca con rudezza.

Dai versi di gola che emise il ragazzo, Bran ipotizzò che doveva gradire la sua poca delicatezza.

Si chiamava Jonah? Joshua? Justin? Era abbastanza certo iniziasse per J.

L'iniziale era la J, come... No!

Comunque, alla fine si arrese.

Su di Bran cadeva un velo pesante di umiliazione ogni volta che lo faceva, ma aveva davvero bisogno di quell'orgasmo.

Mentre il ragazzo continuava il suo lavoro di bocca, la mente di Bran andò ad aprire quel cassetto nascosto nella parte riservata ai ricordi belli che Bran custodiva gelosamente dentro di sé.

Quel cassetto conteneva tutte le poche cose belle che la vita aveva donato a Bran. Una in particolare gliel'aveva donata senza la sua volontà.

Bran non voleva incontrarlo, non voleva perdere la testa per lui, non voleva che dentro di sé nascesse quell'esigenza di proteggerlo. Di proteggerlo dal mondo e da lui stesso.

Non voleva toccarlo perché sapeva che il suo corpo sarebbe diventato un'ossessione.

Quel corpo bellissimo che aveva baciato ovunque, quelle labbra rosse che aveva divorato per vederle diventare ancora più tumide.

Bran non voleva cedere quella notte di tanti anni fa, quando era un ragazzino ancora più coglione di adesso; non voleva cedere nemmeno tutte le altre volte che ci sono state nel corso degli anni.

Non voleva rifiutarlo subito dopo essersi approfittato di lui e della sua ingenuità, non voleva trattarlo come un appestato.

Bran era uno stronzo, Joel era... Joel era semplicemente perfetto.

Sentì la base della spina dorsale formicolargli, i testicoli sollevarsi, i muscoli del basso ventre irrigidirsi e l'orgasmo salire pian piano fino alla punta congestionata.

Venne nella bocca del ragazzo sconosciuto.

Venne nell'ennesima bocca di un ragazzo sconosciuto, usato per provare a dimenticare l'unico ragazzo che voleva, ma che non poteva avere.

Ogni giorno che passava faceva sempre più male.





Nota di Jenny

Eccolo qui, il nostro Bran

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Eccolo qui, il nostro Bran.

Sfacciato, impiccione, irriverente, ma tanto fragile.

La storia di Bran e Joel sarà sotto svariati punti di vista diversa da quella di Simon e Wesley (di cui garantisco la presenza perché è impossibile liberarmi delle mie due creature preferite).

Per chi iniziasse la lettura senza saperlo, questo è il secondo libro, continuo del romanzo m/m da me precedentemente pubblicato e concluso "Grazie per il cocktail".

Grazie a tutti per il supporto perché scrivere le storie di questi ragazzi è una grande valvola di sfogo.

🌈

Riesci a toccare la luna?  (Red Moon Saga 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora