19. Spears

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Joel era seduto alla sua scrivania in aula insegnanti durante un'ora libera.

Mentre sbocconcellava un tramezzino con prosciutto e maionese, stava correggendo le ricerche sull'inquinamento atmosferico che aveva assegnato ai suoi bambini di quinta elementare.

Per fortuna, la maggior parte non erano dei fastidiosissimi copia ed incolla da Wikipedia.

Era arrivato a correggere proprio l'ultima ricerca, quando il suo telefono lo avvisò dell'arrivo di una telefonata.

Vide lampeggiare sul display il nome di Eddie e roteò spontaneamente, senza riuscire ad impedirselo, gli occhi al cielo.

Quel ragazzo, nonostante fosse a conoscenza del suo fidanzamento con Bran, ogni tanto ancora ci provava. Bran non ne sapeva nulla, altrimenti, molto probabilmente, avrebbe trovato un modo per fargli saltare in aria l'auto, facendolo passare per un incidente.

Sbuffò e accettò a malincuore la telefonata perché era sempre troppo educato.

"Pronto?"
"Ehi, Joel, scusami se ti disturbo, ma ci è stato un incidente..."

Joel schizzò in piedi dalla sedia, allarmato. "In che senso, un incidente?"

"Oh, niente di grave, fortunatamente. Io e Ryan stavamo uscendo dal parcheggio per le biciclette del ristorante dove di solito andiamo a pranzare, Ryan non ha visto una buca ed è caduto. Ha un abrasione sul braccio destro, adesso lo stanno medicando al pronto soccorso."

Joel serrò gli occhi e si afferrò il ponte del naso. "Quel deficiente..." borbottò. "A venticinque anni non sa nemmeno guidare una bicicletta."

Eddie dall'altro capo del telefono ridacchiò. "Non arrabbiarti. Non l'aveva proprio vista."

Ryan sospirò e si passò una mano tra i capelli. "Perché ha sempre la testa da un'altra parte. Il tempo di avvisare la segretaria della scuola che salterò le ultime due ore e ti raggiungerò al pronto soccorso."

"Ma non ce n'è bisogno, non è successo nulla di grave..."

Incastrandosi il telefono tra spalla e orecchio, Joel incominciò ad infilare tutte le sue cose sparse sulla scrivania nella borsa.

"Oh, fidati, avrai bisogno del mio aiuto perché Ryan ha la fobia di medici ed infermieri. Sta sbraitando contro nessuno in particolare, in questo momento?"

Eddie passò qualche istante in silenzio, Joel sentì solo i classici rumori che si potevano udire in un pronto soccorso.

"Beh... forse un pochino," ammise alla fine il collega del suo migliore amico.

Joel scosse il capo, si mise la borsa in spalla e afferrò la sua giacca dallo schienale della sedia.

"Massimo un quarto d'ora e sarò lì."

***

Joel mise piede nel pronto soccorso del Rockford's Hospital precisamente tredici minuti dopo la chiama di Eddie. Aveva letteralmente volato con la sua automobile.

Non ci mise molto ad avvistare, nel via vai di persone in camice bianco e non, i capelli verdastri di Eddie.

Sveltì il passo e lo raggiunse. Eddie, quando vide Joel, gli sorrise fin troppo calorosamente.

"Ehi, Joel," lo salutò.
"Ciao, Eddie. Allora, novità?"

Eddie indicò con lo sguardo la porta chiusa davanti a sé. "Se ti concentri, puoi sentirlo."
Joel spostò gli occhi anche lui sulla porta bianca e acuì l'udito.

"Non mi amputerete il braccio, vero?"
"No, Signor Carter, dovremmo solo farle una medicazione."
"Ma brucia!?"
"Un po', ma faremo veloce."
"Io ho una soglia del dolore bassissima! Una volta ho provato il bondage ma ho capito subito che non faceva per me!"
"Signor Carter, queste sono faccende personali che un' infermiera non dovrebbe sapere."
"No... no... no... cos'è quella roba marrone?"
"Betadine, Signor Carter."

Riesci a toccare la luna?  (Red Moon Saga 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora