Domani

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Hange pov's

Era orribile svegliarsi col cuore pesante.
Se c'era una cosa della quale non mi importava era il giudizio degli altri, ma...
In realtà non era neanche un giudizio, quella situazione era soltanto impossibile da descrivere.
Non potevo non pensare che in me qualcosa non andasse.
Non credevo di essere così... Debole, stare male per una sciocchezza del genere non aveva senso.
Per non parlare del fatto che non riuscivo quasi a mangiare, l'unica cosa che mi spingeva a farlo era la consapevolezza che altrimenti sarei morta e per fortuna almeno quella l'avevo, perché ultimamente c'era anche quella opzione nella mia testa.
Smettere anche solo per poco, senza per forza cadere in un qualche disturbo...
Quei giorni che bastavano per farmi sentire perfetta...
Poi però mi contraddicevo di nuovo.
Avevo solo la mente offuscata.
Il problema era che levi...
Insomma, il problema era che avevo soltanto bisogno di lui.
Ed era snervante.

Arrivai a scuola.
Di solito sorridevo, ma adesso no, come potevo?
Mi sedetti al banco ed iniziai a parlare con Moblit, magari così sarebbe stato più facile.
Si, avevo pensato di potermi concentrare su qualcun'altro e sicuramente ero solo illusa, però valeva la pena di tentare.

Levi cercava di parlarmi, ma ogni volta lo allontanavo.
Durante l'intervallo andai a prendere alcune cose in uno stanzino in corridoio.
Quando mi girai per uscire me lo ritrovai davanti.

Hange:"cosa vuoi?"

Levi:"senti-"

Hange:"Levi, basta.
Non sai cosa c'è nella mia testa in questo momento, non voglio gridarti in mezzo a tutti.
Lasciami stare, non è difficile"

Levi:"smettila di fare così!"

Mi prese per il colletto e mi strattonò.
Mi ritrovai sostenuta dalla presa delle sue mani sulla mia camicia.

Levi:"cosa non ti è chiaro?
Non è assolutamente come credi.
Non fare così con moblit per darmi fastidio, ha capito, quattrocchi di merda?!"

Hange:"non pos- mhn-"

Mi baciò di colpo.
Mi rimisi in piedi e lo spinsi via.
La luce non era delle migliori, quindi non doveva aver visto il rossore sul mio viso.
Presi quello che mi serviva e corsi verso il laboratorio nel quale mi chiusi.

Non andava bene, non andava bene per niente.
Dovevo smetterla di pensarci, basta.
Non ce la potevo fare...
C'erano così tante persone nel mondo, perché proprio lui?
Non si era accorto della cosa più ovvia del mondo!
Se non aveva notato quello, e con quello non s'intende un piccolo dettaglio, come poteva poi capire se stavo male, cosa poteva fare per farmi stare meglio...?
Magari stavo esagerando, ma mai DUE parole mi avevano tanto ferita.
Non sapevo se fossi triste, offesa o infuriata.
Pensarci mi faceva rattristare, ma più ci ragionavo più pensavo che era semplicemente un idiota.
E io che pensavo di poter iniziare qualcosa...

Nella mia testa c'era una tormenta, era tutto confuso.
Forse era anche la causa della velocità con la quale queste settimane erano passate.

Il sapore delle sue labbra che ancora mi sembrava di sentire...
Mi faceva sentire tanto male da volergli lanciare qualcosa o...
Tanto bene da volere che succedesse di nuovo?

La porta fece per aprirsi, ma l'avevo chiusa.
Mi alzai e lasciai entrare Moblit che stava portando fogli e libri nel laboratorio e lo aiutai.
Poi uscimmo per andare in classe, ma appena vidi Levi, mi attaccai al braccio di Moblit.
Lui non disse nulla, ma sembrava essere quasi arrossito.

Mi sentivo un pochino stupida, che stavo facendo?!
Non capivo... Non capivo nulla.
Ed erano già passate tre settimane.
TRE SETTIMANE.
Che incubo...

non importa [levihan] Onde histórias criam vida. Descubra agora