"Sarà una persona..."singolare", ma non posso negare che abbia delle ottime maniere..."
Il CEO aprì la ventiquattrore e ne estrasse il contenuto: una cartellina di informazioni riservate, tenuta bene come ciò che custodiva, affinché non ci fosse neanche un lieve danno alle pagine dei documenti contenuti al suo interno.
Porse il dossier alla donna, che lo prese con una mano ricoperta da un guanto di pelle, con un movimento deciso ma fluido, senza neanche il minimo tremolio. Senza esprimerlo a parole, ma con un gesto dell'altra mano, indicò al signor Weiss la tazza di te, permettendogli di servirsi.
L'uomo non voleva certo mancare di riguardo, e dunque prese sia la tazza di tè che il cioccolato. Quest'ultimo fu il primo a finire tra le sue fauci.
Mh...si trattava sicuramente fondente svizzero, e di qualità a dir poco eccellente. Quel sapore che iniziò a pervadergli la bocca gli diede una sferzata di energia, interrompendo il suo leggero tremolio.
Ne seguì un sorso di quel tè caldo, che scivolo piacevolmente lungo la gola secca. Non si trattava di una miscela qualunque, di un tè semplicemente buono: quei profumi di arancia, cannella, liquirizia e bacche potevano appartenere solo ad un Imperial Label, rinomato tè parigino, ed uno dei suoi preferiti. Quella miscela riusciva a distendergli i nervi e a schiarirgli la mente...
"Un attimo! Come fa a sapere queste cose su di me? Non può averci azzeccato e basta! Allora è davvero competente come dicono...spaventosamente competente!"
Nel frattempo la donna, con le stesse movenze fluide ma decise, leggeva il dossier, sfogliandone ogni pagina con dolcezza. Il suo sguardo faceva trasparire un carattere pieno di dedizione e attenzione per i dettagli.
Il momento in cui la tazza vuota e il piattino furono posati, la donna in divisa concluse la lettura del dossier, restituendolo all'ospite nel suo ufficio. E quest'ultimo proferì le sue prime parole dette in quell'incontro.
Weiss: -Credo che dunque abbia capito il motivo per cui mi sono...rivolta a lei. Ciò che è stato rubato dal server privato della mia azienda è direttamente collegato a questo vecchio progetto militare. Mio padre, l'ex proprietario, aveva accettato l'incarico di custodirlo, giurando la massima segretezza. -
Donna: -Perciò teme che la cosa venga scoperta, e che comporti un rischio alla sua incolumità, giusto?
Deduco che lei sappia già del distaccamento attuale del Progetto Cartagine, "La Seconda". Tutt'ora in atto e tenuto nascosta ai piani più..."ufficiali", degli stati coinvolti.–
Weiss: -...Esattamente. Sembra conoscere molto bene la cosa. Era per caso coinvolta anche lei? -
Donna: -Heh. Una domanda decisamente schietta, signor Weiss. Di questo passo potrà invitarmi a cena.
Sì, un tempo ne ero una partecipante, ma appena mi tirai fuori dai giochi mi sono limitata a seguire le vicende, con non poco interesse. Ultimamente c'è stato un bel po' di sconquasso da quelle parti: prima una fuga di informazioni sul Primo Progetto Cartagine, quello ideato da Waldo Schaeffer. Poi, ancor più di recente, l'evasione dei loro soggetti sotto sperimentazione. Sembra che abbiano tentato delle migliorie genetiche a livello di prestanza fisica e mentale. -
Weiss: - Intende dire, in parole molto povere, di una sorta di persone con...capacità sovrumane?-
Donna: -Ho le mie buone ragioni per credere che ciò sia il vero. So che per porre rimedio è stata mobilitata una task force speciale: un agglomerato di varie frange dei servizi segreti e delle forze speciali. Hanno addirittura ottenuta una collaborazione con dei sedicenti "cacciatori" provenienti da alcune, eccentriche branche della Chiesa. Per come parlano e si comportano, sembrano credere di star dando la caccia a dei vampiri, o altre creature di miti, leggende e qualche racconto mediocre. –
Il CEO dell'azienda informatica si stropicciò gli occhi, in segno di parziale incredulità. Questa storia pian piano assumeva dei connotati che andavano ben oltre il concetto stesso di assurdo.
Weiss: -Bene, vedo che è decisamente più aggiornata di me. Ora, non voglio più perdermi in chiacchiere inutili: ho il sospetto che ad avermi derubato sia qualcuno che sappia del Primo Progetto Cartagine, quello di Schaeffer, e che addirittura lo stia usando. Non mi importa chi, né per quale motivo, ma sento che la faccenda sta diventando troppo pericolosa, e ho bisogno che lei sistemi tutto questo, nel modo in cui meglio crede. Non posso permettermi di venire coinvolto, e neanche i miei cari! –
Non fu interrotto, né ci furono smorfie di disapprovazione, o di scherno, o altro. La donna rimaneva composta, intenta ad ascoltare fino all'ultima parola il suo "cliente".
Donna: -Le dirò la verità. Mi ha presentato un incarico intricato e intrigante, degno di un romanzo promettente, oserei dire. Quindi, avendo catturato il mio interesse, può considerarmi come ingaggiata.
Ma le ricordo, signore, che sto per immischiarmi in una guerra tra tre fronti. Quattro se la situazione ci sfuggirà di mano. Comprenderà dunque che la paga dovrà essere adeguata, affinché il mio compito sia svolto al meglio. –
Weiss: -I soldi non saranno un problema. Pagherò tutto il necessario affinché svolga il suo lavoro in modo efficace, meticoloso e discreto. –
Al suono dell'ultima parola, la donna rimosse il guanto destro e porse la mano a Weiss. Ci volle un attimo di esitazione da parte di quest'ultimo, ma alla fine accettò la stretta, sugellando l'accordo preso. Quella mano era inaspettatamente liscia, ne ossuta ne grossa. Le sue fattezze, in generale, non davano l'idea di una persona spregiudicata e capace di ricorrere alle maniere forti.
Donna: -Molto bene, allora. Possiamo considerarlo come un "affare fatto". E' libero di andare ora; ma le consiglio, personalmente, di restare un paio di giorni in città: Varsavia è ricca di posti interessanti, e penso che qualche attimo di distrazione da questa faccenda...le farà bene. -
Weiss: -Bene. La ringrazio del consiglio, signora...-
-Ksenia Wicinska. E' stato un piacere.-
Weiss: -Altrettanto, signora Wicinska. Buona serata.-
E varcando la soglia, che si chiuse dolcemente dietro di lui, la tensione nel suo corpo si librò nell'aria, alleggerendolo.
L'accordo era stato fatto, ora bisognava solo dare le due cose necessarie: soldi e fiducia. E per quanto fosse una persona particolare, Ksenia Wicisnka sembrava promettere la meticolosità per la quale era conosciuta.
"Visitare Varsavia per un paio di giorni..."
Perché no? Forse gli avrebbe fatto bene staccare la spina. Magari avrebbe portato qualcosa per sua moglie e il piccolo Niels.
Per ora, poteva solo affidarsi a quel Diavolo in Divisa.
YOU ARE READING
La Seconda Cartagine
Fanfiction16 Agosto 2019: sono passati 14 anni da quando XANA è stato annientato e il Supercomputer spento. I Guerrieri Lyoko hanno potuto così passare degli anni di vita normale e tranquilla. O almeno così era fino ad adesso: la curiosità di un solo ragazzo...
DATA SNIPPETS - FILE 3
Start from the beginning
