CAPITOLO 7: LA RAGAZZA

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Nel vedere il sedere nudo e un po' arrossato di Eleonora ondeggiare di nuovo sotto quei colpi, Riccardo sentì l'amico laggiù cominciare ad inalberarsi. Per tenerlo calmo fu costretto a distogliere lo sguardo dalla scena.

Eleonora, dal canto suo, era concentrata sul dolore alle chiappe.

"Mi dispiace!" esclamò "Tata Felia, può rivestirmi per favore?"

La Tata annuì, dicendo dolcemente "Visto? Non era così difficile."

Le riallacciò il pannolino e poi chiuse i bottoni del body, permettendole quindi di rialzarsi. La ragazza scattò in piedi, e completamente incurante della presenza del ragazzo cominciò ad esibirsi nella celebra danza post sculacciata: correva in giro battendo i piedi a terra, mentre si massaggiava convulsamente il fondoschiena. In quell'occasione Riccardo, che aveva smesso di distogliere lo sguardo, ebbe occasione di notare che il body rosa non era a tinta unita, ma aveva come la sua maglietta un disegno stampato, per la precisione nella parte frontale era presente Sofia la Principessa con tanto di logo. Anche il body, come la sua salopette, aveva un ciuccio attaccato tramite catenella.

Quando finalmente Eleonora si fu calmata abbastanza (le due Tate, dimostrando un'estrema professionalità, non avevano detto una parola a quella specie di balletto) si avvicinò a Riccardo, dicendo sommessamente un semplice "Ciao, Ricky."

"Ciao, Ele." rispose lui, guardando in basso "Vedo che anche a te è stata data una Tata."

"Sì, è arrivata stamattina."

"Anche la mia."

Tata Sonia ridacchiò, dicendo "Andate pure a giocare, noi vi lasciamo soli."

Con quella parole, la Tata liberò il ragazzo dalle redinelle e si sedette accanto a Felia.

"Andate a giocare insieme nella sabbia, piccoli. Noi parliamo un po'." disse Felia, indicando una sabbiera per bambini poco distante.

Estremamente imbarazzati, i due ragazzi si guardarono negli occhi e ubbidirono, recandosi alla sabbiera. Controvoglia, si sedettero nella sabbia uno accanto all'altra dando la schiena alle Tate, per poter parlare con un po' di privacy.

"Sono adorabili, vero?" disse Sonia, una volta che i due si furono seduti.

"Lo sono." ne convenne Felia "Fanno un po' arrabbiare, ma sono dei bravi bimbi in fondo."

"Dici che potrebbero diventare compagni di giochi? Riccardo è tanto solitario."

"Magari. Nemmeno Eleonora è particolarmente brava a fare amicizia."

"L'importante è che non siano una brutta influenza l'uno per l'altra."

"Non preoccuparti, in quei casi una buona sculacciata risolve sempre tutto."

Entrambe le Tate ridacchiarono a quella frase.

Nel frattempo, i due ragazzi potevano parlare un po' da soli.

Cercando di ignorare il fatto di essere seduto in una sabbiera per bambini e che la ragazza per cui avesse una cotta fosse vestita come una poppante, Riccardo disse "Allora... la tua Tata si chiama Felia?"

Eleonora annuì, replicando "Sì, si è presentata così. La tua invece si chiama... non ho colto il nome."

"Sonia. Tata Sonia." rispose Riccardo "Mi è comparsa in casa stamattina mentre dormivo. E per prima cosa me le ha date."

"Idem. Sembra abbiano la sculacciata facile."

Riccardo la guardò, dicendo "Però tu vivi con tua madre, giusto? La tua situazione familiare è diversa dalla mia."

Eleonora si strinse nella spalle, dicendo "Beh, la Tata ha preso a sculacciate anche lei, ma a parte questo non credo siamo messi molto diversamente. Essendo io 'la piccola di casa' mi tratta così."

Si indicò il body, e sbottò "Io oltretutto detesto il rosa."

"Aspetta, aspetta... ha sculacciato tua madre?" esclamò sorpreso.

Eleonora annuì, dicendo "Sì, esatto. Ma essendo lei l'adulta di casa, si è limitata a quello e a darle istruzioni. Sotto la guida di Felia, mia madre mi ha imboccata e..."

Esitò un attimo, poi si toccò la parte bassa del body e aggiunse seccata "... e mi ha messo quest'affare."

Riccardo sospirò e disse "A me il pannolino lo ha messo tata Sonia. Almeno tu non sei stata toccata laggiù da un'estranea."

A quelle parole Eleonora si lasciò andare ad una risata nervosa, per poi replicare "Tu dici sia meglio? Sono anni che cerco di dimostrare a mia madre che sono una ragazza indipendente. Come pensi mi sia sentita mentre mi riempiva di borotalco?"

"Non nel migliore dei modi, immagino."

"Mi sono sentita una poppante." ammise "Una bambina che ha ancora bisogno della mamma."

"Io l'indipendenza l'avevo, e mi è stata tolta nel giro di qualche minuto." sospirò Riccardo.

Calò il silenzio per qualche secondo, poi il ragazzo si avvicinò di più a lei e arrossendo vistosamente chiese "Ecco... non vorrei chiederlo ma... tu l'hai usato? Il pannolino, intendo."

Il volto di Eleonora avvampò e molto rapidamente rispose "Assolutamente no! Non esiste che io usi questo stupido coso!"

"Vale anche per me, ma dubito che le Tate ci lasceranno molta scelta."

Eleonora sospirò a propria volta, e con un timido sorriso gli disse "Mi ha fatto piacere vederti, sai? Certo, non sono le circostanze migliori, ma sono felice di avere un amico con cui parlare."

"Mi vedi come un amico?"

"Come un fratello." gli rispose, con un sorriso più ampio.

In circostanze normali Riccardo si sarebbe lamentato di essere finito in friend-zone, ma vestito in quel modo assurdo non se la sentiva di provare a fare qualcosa per ribaltare la cosa. Difficile fare il casanova con una salopette e la maglietta di Bing, per non parlare del pannolino e del fatto che fossero seduti in una sabbiera, non esattamente una situazione eroticamente stimolante. Invece, le sorrise di rimando e sussurrò "Sono felice anch'io. Non ho mai avuto una sorella."

Eleonora fu colpita da quella risposta, tanto che lo abbracciò, stringendolo a sé. Il ragazzo contraccambiò, stringendola contro il proprio petto.

D'improvviso, l'idillio venne spazzato via dalla voce di tata Sonia, che si era alzata e avvicinata a loro insieme a tata Felia.

"Siete veramente carini." commentò, con un sorriso "Ora dovete dirvi ciao ciao, ma non preoccupatevi: vi rivedrete domani all'asilo."

I due ragazzi si guardarono con occhi sgranati a quelle parole. Si voltarono verso le rispettive Tate e all'unisono esclamarono "All'asilo?!"

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