Sabato ci erano andati piano, ma ora erano entrambi troppo tesi, vibranti, e il bacio si fece immediatamente profondo e sporco, la mano di Paul che cullava la mascella di John mentre esplorava la sua bocca con la lingua.

John gemette, ingoiò il verso di risposta di Paul e lo strattonò, senza poterne fare a meno; Paul era ancora in bilico su di lui, sulle proprie ginocchia, e John lo voleva più vicino, voleva sentire il suo peso senza che vi fosse alcuno spazio tra loro.

Paul non resistette, le cosce tremanti probabilmente grate per la nuova posizione, e poi fu ancora meglio, il suo fondoschiena premuto contro il cazzo di John attraverso il denim e la seta.

John espirò con forza dal naso, i fianchi che si impennavano di propria iniziativa mentre tirava Paul in basso con più forza, e Paul si staccò con una mezza risata; strofinò l'umida bocca aperta contro la guancia di John.

"Ho la tua zip che mi scava nel culo" puntualizzò. Sembrava sul punto di ridacchiare, come uno scolaretto che si comporta male sotto le coperte quando si spengono le luci, e John voleva baciare via quel sorriso dalla sua faccia.

Ma a quello potevano arrivare tra un minuto; più che altro, l'improvvisa torsione nello stomaco di John aveva intenzione di spingere le parole di Paul alla loro logica conclusione, e fanculo l'uscire.

Non potevano uscire in quello stato, in ogni caso, non se volevano evitare di essere arrestati. 

"Li tolgo?" si offrì John, senza fiato.

Il suo tono era attento, ma l'annuire in risposta di Paul non lo fu per niente, un frenetico sì che fece strofinare i suoi capelli, leggermente umidi di sudore sulle punte, contro la guancia di John.

Le dita di Paul raggiunsero la sua cerniera prima che John avesse il tempo di muoversi, e un attimo dopo Paul stava tirando via i jeans e le sue mutande insieme, dicendo "In piedi" come un sergente maggiore.

John si alzò.

Riusciva a malapena a respirare, tanto il suo cuore batteva veloce.

Il groviglio di vestiti fu trascinato fino alle sue caviglie e abbandonato da Paul, come se non riuscisse a tollerare di averci a che fare un minuto di più, mentre questi tornava nella sua precedente postazione.

Poi, dopo un lungo secondo, si abbassò di nuovo su di lui, e John dovette frenarsi per non gridare fino a far crollare tutta la maledetta fila di villette a schiera.

"Cristo santo, Paul!" la sua testa ricadde all'indietro contro lo schienale della poltrona, i fianchi che si sollevavano, e vi era dentro fino al collo adesso, si ci era del tutto buttato, e non avrebbe potuto fermarsi neanche volendolo.

Paul era proprio contro di lui, la massa del suo cazzo contro quello di John attraverso uno strato di seta umida, e John non riusciva fottutamente a frenare il suo movimento.

Con una ragazza questo sarebbe stato niente, roba da bambini, ma era Paul e in qualche modo questo rendeva la cosa fottutamente straordinaria, John che si strofinava contro la parte inferiore del cazzo di Paul e le sue palle intrappolate nella seta e il suo perineo dietro.

La seta era più liscia della pelle, agguantata alla punta del cazzo di John e sapeva che vi sarebbero stati piccoli baci bagnati laddove aveva disseminato liquido preseminale sul tessuto. "Dio – Dio – Cristo –"

"Sì" riuscì a rispondere Paul, senza fiato, e stava andando giù anche lui, strofinando se stesso contro John con la stessa forza con cui John lo faceva con lui, le mani tra i capelli di John e sul suo viso e sulle sue spalle come se non riuscisse a tenerle ferme. "Johnny, dai".

𝐁𝐎𝐘, 𝐘𝐎𝐔'𝐕𝐄 𝐁𝐄𝐄𝐍 𝐀 𝐍𝐀𝐔𝐆𝐇𝐓𝐘 𝐆𝐈𝐑𝐋 - mclennonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora