Mezza luna

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Settembre.

"Lilith"
Si presentò così Elizabeth Goldstein quando a settembre varcai la porta dell'aula di biologia al quarto piano dell'Ophelia New School. Anche lei aveva 17 anni, era una ragazza alta, dalla figura molto snella, la sua folta chioma riccia e rossa non la faceva di certo passare inosservata, ma mai quanto la sua personalità tempestosa e questo non tardai a capirlo. Diventammo subito amici e mi resi conto che interessava un po' a tutti a scuola, ma lei amava definirsi uno spirito libero e diceva che le relazioni non facevano per lei, però più tardi scoprì che non era esattamente così. Ma a questo ci arriveremo dopo.

Novembre.

La scuola era iniziata da tre mesi e io e Lilith frequentavamo praticamente gli stessi corsi, ormai eravamo inseparabili. Dopo scuola tornavamo a casa insieme ed eravamo soliti fermarci a studiare ognuno a casa dell'altro quasi tutti i giorni, infatti a scuola iniziarono a girare alcune voci sul fatto che ci stessimo frequentando. Persino mia madre quando Lilith veniva a casa era consueta dirmi questa frase: "Måne tesoro, di' la verità a mamma, tu e Lilith state insieme vero?"

Ah giusto, non mi sono ancora presentato. Mi chiamo Måne Hansen, ho origini danesi e il mio nome in danese significa "luna". Si perché quando sono nato ero pallido come la luna e i miei decisero di chiamarmi così. In oltre avendo i capelli neri risulto ancora più pallido e come se non bastasse ho una corporatura esile, infatti da piccolo venivo preso in giro per questo. Invece Lilith continua a giocare con i miei capelli passando le sue mani vicino al mio viso sfiorandolo delicatamente quando ci ritroviamo i pomeriggi per studiare e senza nemmeno rendersene conto mi riempie di complimenti. Questi piccoli gesti fanno sparire pian piano le insicurezze che ho di me stesso. Con lei mi sento speciale, mi sento libero. È come se riuscisse a mettere alla luce anche il mio lato più oscuro dove cerco di nascondere le debolezze facendomi sentire in pace con me stesso.

Gennaio.

Trascorsi le vacanze invernali pensando a lei.

Ero andato in Danimarca per vedere i miei familiari ma non vedevo l'ora di tornare a Genesi per stare con lei. Quei quindici giorni li passai con la faccia incollata allo schermo aspettando un suo messaggio. Il solito "Oi Måne, sei sveglio ?" quando i pensieri affollavano la sua mente e aveva bisogno di parlare con qualcuno, oppure la foto del cappucino che ormai mi assicuravo prendesse tutti i giorni a colazione. Ma la verità è che non mi arrivò nulla di tutto ciò.

Provai a scriverle, ma non ricevetti risposta così iniziai a preoccuparmi e la voglia di tornare a Genesi per stare con lei ben presto si trasformò nella necessita di verificare che stesse bene e che quel mostro non avesse ripreso possesso della sua mente.

Quel mostro si chiama Mia, almeno lei preferiva chiamarlo cosi', ma la verità è che Mia era il nome del suo DCA.

Bulimia nervosa. Questa fu la diagnosi che due anni prima la dottoressa del reparto di pediatria disse a Lilith, stringendo per le mani la sua cartella clinica. Ma Lilith lo sapeva bene che la sua realazione con il cibo non era affatto normale, il cibo era un'ossessione.

Ma se solo lui non le avesse detto che...
No, Lilith lo difende, dice che lui non c'entra niente, anzi lui ha ragione.

« eve è la ragazza perfetta. I suoi capelli castani e lisci sono lucenti come la seta, sempre pettinati in modo impeccabile. Non sbaglia mai nulla e soprattutto ha il corpo ideale che ogni ragazza della nostra età sogna di avere. Lei è tutto quello che io non sono, per questo adam l'ha scelta »

questo fu il messaggio che un pomeriggio di novembre mi mandò Lilith. Per l'esattezza erano le 14:23 di sabato 13 novembre. Mi ricordo bene quel pomeriggio, stavamo parlando di ciò che era successo quel mattino durante la lezione di biologia.

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⏰ Last updated: Mar 31, 2021 ⏰

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Lilith: the darkest side of the moonWhere stories live. Discover now