Prologo

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La luce filtrava dalle tendine socchiuse della cabina, creando fasci d'orati che danzavano nella penombra dell'ambiente, andando ad illuminare le sottili pagine rilegate e decorate da quei magnifici simboli: quelle lettere che possono essere impregnate di gioia e amore, quanto di rabbia e odio, quelle stesse lettere che possono prendere il posto di una rosa data alla persona amata quanto quello di un fucile in mano ad un cecchino pronto a colpire dritto a quell'organo da cui dipendiamo tanto. Il viaggio si rivelò più lungo del previsto, tanto che con questo pensiero la mente aveva smesso di concentrarsi sull'effettiva lettura del libro che teneva tra le dita affusolate. Accorgendosi di ciò, si alzò e decise di iniziare a indossare l'uniforme con la speranza di poter "ammazzare il tempo", come dicono i babbani, e di poter arrivare il prima possibile per potersi rintanare nelle coperte del suo letto. Sistemandosi il colletto della camicia che fuoriusciva dal maglioncino gli sembrò di essere tornata a qualche anno fa

Le manine di un'ormai signorina erano intente a sistemarsi il colletto della camicia quando si cominciò a chiedere se quello sarebbe stato un posto finalmente adatto a lei, per far emergere se stessa, in cui poter far coincidere quello e la "lei" ragazzina proveniente da un educazione degna del più grande purosangue di Gran Bretagna. Sperava che lì non ci sarebbero stati mille occhi puntati su di lei pronti a giudicarla per i suoi modi, per ciò che diceva, faceva, pensava, per le sue passioni, i suoi sogni... Tutto ciò per il nome di suo padre affiancato a quello di sua madre sul maledetto muro di quella stanza.

Un rumore improvviso la fece destare dai suoi pensieri e, non capendone la provenienza si riscosse e si affrettò ad aprire la porta per far sbucare la testolina fuori. Per noia e un po' per la curiosità si avviò per il corridoio seguendo la marea dei primini come lei. Sentendo diverse voci emozionate accavallarsi e ragazzini in fremito che si precipitavano nelle loro cabine capì che quel rumore non era stato altro che uno dei prefetti intento a comunicare l'imminente arrivo. Si affrettò così a tornare da dove era venuta per prendere la sua valigia, ma nel momento in cui stava per passare davanti una cabina, questa si aprì e si ritrovo scaraventata a terra.

-Guarda dove vai! Stupid - due occhi di un celeste cosi chiaro e luminoso che sembravano fossero fatti di vetro, la stavano guardando come se la stessero studiando, mentre si alzava e si sistemava l'uniforme. -Sei tu che sei uscito come una furia senza preoccuparti di chi potesse esserci fuori- rispose tutta adirata e offesa dal suo appellativo. -E guarda, mi hai sgualcito tutta l'uniforme per il primo giorno! Sei solo un maleducato presuntuoso!- continuò con uno sguardo furente che parve assurdo appartenesse ad una ragazzina. Il giovane scosso dal suo stato di trance si affrettò a rispondere, anche lui armai infastidito dall'appellativo datogli -Non è colpa mia se sei una bambinona ancora con la testa fra le nuvole. E' colpa tua! Mi aspetto delle scuse come minimo- -Come osi?! Io non chiederò scusa ad un troll di montagna che mi ha scaraventata a terra. Rivolgimi le tue scuse e tornatene nella tua grotta- Il biondino offeso per essere stato paragonato ad una creatura tanto inferiore si infervorì -Non sei altro che una - -Cosa sta succedendo qui?! E' mai possibile che ogni volta debba mettere in punizione qualcuno di voi primini rompiscatole?!- Un ragazzo alto, moro e con un'espressione adirata si stava avvicinando a grandi passi verso la fonte di quel baccano e, a giudicare dai colori della sua uniforme e la spilla al petto doveva essere un prefetto grifondoro. Sistemandosi i morbidi ricci color cioccolato si giustificò -Mi scusi tanto, non volevo creare alcun fastidio a nessuno ma sa, a volte si incontrano delle persone talmente maleducate che non si può non arrabbiarsi- -Tu! Me la pagherai!- rispose l'interessato a cui si riferiva. -Adesso basta! State zitti! Non ho bisogno di avere altri problemi nel primo giorno. Andate via e prendete le vostre valige, possibilmente senza uccidervi e in silenzio- disse il prefetto ritirandosi, sbuffando un "mocciosi" abbastanza alto da essere ben sentito.

La "mocciosa", ancora più arrabbiata per la pessima figura appena fatta, girò sui tacchi e se ne andò via il più lontano possibile dall'altro "moccioso". Quest'ultimo tornò di nuovo nel suo stato di trace vedendo quei bellissimi capelli ondeggiare ad ogni passo della giovane - colei che l'aveva imbambolato all'inizio. Sembrava una delle figlie purosangue dei colleghi del padre: lo stesso portamento, l'eleganza, lo sguardo di chi sa di essere la migliore. Ma questo lei non doveva saperlo, non sarebbe mai accaduto; per di più ora doveva vendicarsi, nessuno poteva trattare un Malfoy in quel modo!

Il rumore della porta della cabina che si aprì accompagnò una voce strascicata e roca, di chi si era quasi appisolato per la noia, piacevolmente familiare, che la fece ritornare al presente.

-Non pensavo che appoggiassi il mio pensiero su questa dannata scuola, al tal punto poi da rimanere qui sopra per tornartene a casa- -Ciao, come stai? Io divinamente, grazie per avermelo chiesto- -Se non fossi qui, starei più che bene. Grazie per l'interesse- rispose con un sorrisetto strafottente sulle labbra, squadrando la giovane intenta ad allacciarsi la cravatta. -Sempre il solito! Ancora non mi capacito di come ti sopporti da ben 5 lunghi anni- -Perché non ce l'ha faresti senza di me. Ma come biasimarti, sono fantastico!- le rispose sfiorandosi la mascella nell'alzare la mano teatralmente per mettere in evidenza la sua costatazione.

Beh si, era vero. Ma questo non gliel'avrebbe mai detto, e per di più confermato. -Allora? Sei pronta? Non ho tutto il giorno- -Ma se dici sempre che non sopporti stare qui- lo punzecchiò per puro divertimento. -Ma questo non vuol dire che debba aspettare fin quando non finisci di metterti quella pittura in faccia- ribatté riferendosi ai trucchi con cui stava armeggiando -Vedi di darti una mossa- continuò scocciato e uscendo per raggiungere gli altri. -Si, si! Arrivo!- sbuffo e senza rendersene conto, paragonò quel momento a quello di esattamente 5 anni prima. Forse era meglio se avesse approfittato dell'occasione per tirargli un pugno dritto su quel naso tanto perfetto.

-Angéline! Vieni o ti lancio una fattura!-

-Non rompere Draco! Sto arrivando!-

Si, aveva decisamente sbagliato a non tirargli un pugno.

Angolo autrice

E bene si, questo è il prologo di questa nuova avventura per me e per tutti voi che state leggendo. Sono curiosa di scoprire la storia che Angéline ci racconterà.

Spero tanto che noi due non vi deluderemo. Siamo difficili da seguire, ma l'unica cosa che vogliamo è che questa storia vi rimanga impressa nella mente e nel cuore.

I Wanna Be Yours // Draco MalfoyWhere stories live. Discover now