[Primo volume de "La ballata della corona spezzata" - In corso di pubblicazione]
Il 16 maggio 1770, nel regno di Alba, in un clima fiabesco, si celebrava il matrimonio del secolo che avrebbe rafforzato l'alleanza con il regno di Elnovia. Leon August...
Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.
Il bracciale era bellissimo.
Aria lo strinse tra le piccole mani mentre osservava quell'ultimo regalo di sua madre, la sua amata madre che se n'era andata il giorno prima. Intessuto di bianco e azzurro le stava un po' largo, ma un cordoncino le permetteva di regolarlo della grandezza giusta, cosicché le sarebbe andato bene anche da grande. Una lacrima le scivolò lungo una guancia. Un solo giorno e già la madre le mancava terribilmente. Ogni volta che guardava il bracciale rivedeva il suo volto splendente, il suo sorriso gioioso mentre insieme passeggiavano per i giardini coi loro abiti più belli ammirando i primi fiori della primavera; e al contempo l'immagine di un volto pallido, le guance scavate, invadeva la sua piccola mente, rovinando quei bei ricordi.
«Vedi tesoro, come questi bei fiori stanno sbocciando? La primavera è questo, il risveglio della natura, tutte le piante, che si era addormentata durante l'inverno.» «Sono bellissimi.» La bambina osservava ogni piccolo dettaglio dei cespugli di rose bianche e camelie che contornavano il giardino e le statue di marmo, ogni petalo ancora bagnato di rugiada, ogni spina sui gambi delle rose.I fiori preferiti di sua madre. «Come te, tesoro. Sono appena fioriti, come tu stai ancora crescendo.» «Quindi anche loro cresceranno.» «Diventeranno sempre più folti I cespugli e I fiori sempre più belli.» «E poi?» La madre si volse a guardarla. «Poi arriva l'estate, no? Il caldo che tu ami tanto, il sole brilla in cielo, I fiori sono al culmine della loro bellezza.» «Ma arriva l'autunno e I fiori muoiono.» La donna si fermò dalla loro passeggiata. Il suo volto era radioso, bellissimo nel tiepido sole di inizio primavera. Si inginocchiò davanti a lei. «Non muoiono tesoro, cadono e si addormentano, per lasciare spazio a nuovi fiori l'anno dopo.» La bambina tornò a sorridere. Le piaceva quella spiegazione, perché non aveva mai tollerato l'idea che qualcosa di tanto bello come un fiore potesse morire.
E ora osservando il bracciale regalatole dalla madre, Aria pensava a quel giorno, a quella conversazione, e si chiedeva perché non poteva essere così anche per sua madre. Perché non si era solamente addormentata per poi risvegliarsi l'anno dopo. Perché doveva morire e mancarle per sempre?
Senza riuscire a frenarsi scoppiò a piangere, il bracciale sulle labbra si inondò delle sue bollenti lacrime. La sua mente vagò in mezzo ai fiori, alle piante del giardino, al venticello primaverile, fino a posarsi e rimanere ancorata al giorno prima, troppo recente per poterlo scacciare.
Quel volto sempre bellissimo, radioso, era spento. Le labbra screpolata, la pelle opaca, come un fiore coi petali smunti, sfiorito, I capelli incollati sotto la cuffia di stoffa con cui li avevano coperti. Sua madre tornò a farle cenno di avvicinarsi. Aveva già salutato gli altri figli e dato loro un bracciale. Ora toccava a lei. «Ecco, tesoro.» glielo legò al polso. «Tienilo sempre con te, non perderlo mai. Ti lega ai tuoi fratelli, alla tua famiglia. È l'ultima cosa che ti lascio.» Le sue parole furono interrotte da un colpo di tosse. Aria sapeva bene che sua madre stava morendo, ma vederla ridotta in quello stato era troppo per la sua tenera età. Scoppiò a piangere e il fratello Henry le fu subito accanto. Anche Lidia, sebbene fosse così piccola da non rendersi conto di ciò che stava accadendo, era in lacrime. Henry la abbracciò e cercò di portarla lontana dalla madre, ma Aria non voleva. Gli urlava di lasciarla stare. Si gettò sul corpo della madre, così mollemente abbandonato sulle coltri da farla apparire quasi un fantasma. «Piccola mia, va tutto bene» disse la madre sorridendole. «Vai con tuo fratello, andate a giocare.» Aria smise di piangere. Sua madre sorrideva convinta, il suo volto bellissimo, nonostante il pallore e la magrezza, sembrava per un attimo tornato quello di un tempo. La abbracciò. «Torno a trovarti, madre.» «A più tardi, piccola mia.» Il volto di sua madre ruotò verso destra, cosicché Aria non la vide spirare. Henry la portò via insieme alla balia che portava in braccio Lidia. Intanto la stanza si affollava di medici e inservienti. Aria ancora non sapeva che sua madre era morta.
Strinse forte il bracciale, ricordando con angoscia quel momento. «Aria.» Era Henry, sempre pronto a consolarla. «Dovresti prepararti per la cena, ora. Sai che mamma ci teneva tanto che fossi sempre in ordine.» Aria si guardò le vesti, sporche della terra che si era incollata mentre, seduta a terra in giardino, si rotolava sul fango piangendo a dirotto. «Ora arrivo.» Rimise il bracciale, che aveva sfilato per contemplare meglio. Si era sporcato da un lato. Avrebbe dovuto farlo pulire al più presto, prima che si tenessero I funerali della madre. Quel giorno sarebbe stata bellissima e radiosa. Sarebbe stata come lei.
Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.
