"Cazzo, Johnny" sibilò Paul, gettando la testa avanti e indietro contro il muro, i fianchi che si inarcavano contro la mano di John, "Johnny, Johnny", e John fu costretto a baciarlo, lasciandosi sfuggire un gemito da qualche parte tra le loro bocche quando infilò la mano oltre l'elastico dei boxer di Paul e lo strinse nudo.

Paul si contorse, cazzo, si contorse e gemette e pulsò appiccicoso contro il palmo di John e John stava per venire nei suoi fottuti pantaloni come un bambino, oh, Dio, sul serio.

Era fuori di sé, impazzito, una palpitante corrente di energia, e Paul si stava dissolvendo contro il suo tocco, la bocca man mano più molle e tremante contro quella di John.

A John quasi venne un infarto quando Paul venne.

Avrebbe dovuto essere una cosa da niente – non erano così giovani, dopotutto, e di certo non vergini – ma sembrò scorrere attraverso John da capo a piedi come fosse stato il suo stesso orgasmo, Paul che emetteva lamenti gutturali e tremava contro il petto di John e veniva in impulsi umidi e distrutti sul pugno di John.

Paul si contorceva ancora quando John allontanò la propria mano e si sbottonò i jeans, senza volersi esporre competamente ma, allo stesso tempo, contemplando che quella fosse una concreta possibilità.

Paul, come sempre, sembrò capire, e la sua mano seguì quella di John, e poi Paul lo stava stringendo, le sue lunghe dita che cullavano il cazzo di John con la stessa abilità con cui cullavano una chitarra, e John era andato.

Lo colse d'improvviso un'intuizione di come dovessero sembrare dall'esterno – John con la mano sotto la gonna della sua ragazza, lei che ricambiava il favore – e la cosa lo colpì come un treno merci.

"Cristo" spinse la parola contro la bocca di Paul e Paul rabbrividì, ansimò; disse, "Forza, Johnny, dammelo", e John venne e venne.

Sembrò infinito, spinto da qualche parte nella sua spina dorsale, ed erano solo mani, Dio, era solo Paul.

Era Paul.

John si sbilanciò all'indietro, piccoli spasmi dell'orgasmo che ancora gli bruciavano il sangue, e lottò per respirare, santo fottutissimo cielo cosa stavano facendo, cosa –

Poi Paul era lì con una sigaretta, recuperata dalla tasca di John, niente di meno, e un sorriso tremante.

Disse – per John, ancora e sempre per John – "Sarà meglio che tu mi prenda delle mutande come si deve per la prossima volta". Una piccola scrollata di spalle e un mezzo sorriso, come se Paul credesse di risultare ridicolo. Come se non sapesse quanto fottutamente perfetto lui fosse agli occhi di John, oh Gesù. "Sai, nel caso finissi sotto un autobus".

John prese la sigaretta, ma i suoi occhi non lasciarono il volto di Paul neanche per un istante. Per l'ennesima volta in quella serata, pensò che doveva essere un sogno, ma disse "Oh, sì. E reggicalze. Che ne pensi?"

Il sorriso di risposta di Paul fu ampio e genuino, il rilucere sollevato di denti bianchi nel buio.

"Oh, decisamente" disse, "Anche i reggicalze".

**

George si stava irritando.

A volte era difficile dire se George fosse davvero irritato o fosse solo il suo monociglio a confondere le idee, ma questa volta John era abbastanza sicuro di stare per venire pugnalato alla gola con un plettro.

"Quale diavolo è il tuo problema oggi, John?"

Normalmente, John non avrebbe tollerato un tono del genere da parte di George – non era la sua band in fondo, no? – ma aveva suonato sopra l'assolo di George per quattro volte, ora, quindi ritenne fosse giustificato.

𝐁𝐎𝐘, 𝐘𝐎𝐔'𝐕𝐄 𝐁𝐄𝐄𝐍 𝐀 𝐍𝐀𝐔𝐆𝐇𝐓𝐘 𝐆𝐈𝐑𝐋 - mclennonWaar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu