Capitolo 2

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Silenzio. Spegnete le Luci. Fittizia Solitudine.

Si, fittizia. Perché quella notte, la notte della sua ultima volta, Woody non era solo. Pensavo di essere solo. Lui ipotizzava di essere solo. Ma forse, purtroppo o per fortuna,  Woody quella sera non era solo.

Si aggirava lentamente, con una lentezza straziante, per le stanze della sua casupola di legno, un soggetto.

Woody non se n'era ancora accorto.  Si stava esercitando a suonare.

Suonava 'We will rock you' con la frusta per le uova. Decisamente un brano complesso, per un musicista del suo calibro.

We will, We will, Rock you!

Tump.

Cosa poteva essere? Chi aveva osato interrompere IL pasticcere nel momento clou dell'esibizione della sua tanto ostentata bravura?

Woody scagliò con violenza la frusta sul parquet e corse nella direzione da cui presumibilmente proveniva il tonfo.

Woody dunque si ritrovò nella sua stanza ad assistere alla solita scena: il suo letto disfatto per tre quarti, il suo armadio rotto nella parte superiore e il solito comodino con il solito 'delitto e castigo'  logorato da tempo, poggiato sopra.

E allora cosa aveva provocato quel rumore? Woody si accusò di stupidità e pensò al suo essere tanto paranoico. Infatti, poteva essere stato qualche stupido ragazzino,  che, nell'intento di entrare in casa sua dalla finestra della sua camera,  era caduto, provocando così quel tonfo.

C'era puzza di mediocrità nella stanza.

Anche il rumore era mediocre.

Ma si, ovvio che l'umano deve essere scappato velocemente dopo essere caduto e aver avvertito il rumore dei passi di Woody.

Woody dunque si voltò, intenzionato a riprendere il concerto.

Mai l'avesse fatto.

TumpWhere stories live. Discover now