II

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"Ce la faccio, respira Harry, ce la farai." Harry fa i suoi primi passi da dipendente nell'impero Tomlinson.

É sempre stata una persona mattiniera, adora svegliarsi di prima mattina, a volte addirittura si alza con il sole e passa i suoi primi minuti da sveglio a guardare l'alba. Il caldo sole che entra dalla finestra e illumina tutto con i suoi colori caldi, sbattendo sulle pareti panna e facendo sembrare i mobili chiari di Harry, puro miele. Ma stamattina proprio non ce l'ha fatta a mettere i giù i piedi dal letto alle sei in punto. Ma comunque è riuscito a non fare tardi il suo primo giorno di lavoro e solo per questo si darebbe il cinque da solo.

"Buongiorno, sono Harry Styles." Si presenta all'entrata a un omaccione mulatto in giacca e cravatta.

"Mi hanno detto del suo arrivo." Sorride mostrando la dentatura bianca "Sa già dove andare?"

"Oh beh, so arrivare fino alla reception." Ridacchia il riccio lisciandosi il maglioncino verde smeraldo, sfumatura che risalta incredibilmente i suoi occhi, alludendo al suo colloquio. Colloquio che è stato più o meno il presentarsi, sorridere, lasciare il curriculum ed essere congedato con la promessa di avere notizie entro cinque giorni.

"Perfetto, lì troverà Claudia, con cui ha già probabilmente parlato. Lei la aiuterà." Lo congeda per parlare con un uomo ben vestito e munito di cartella nera.

Harry entra nell'immenso edificio e una ventata di aria calda lo investe. Nonostante sia marzo, a Londra il tempo è ancora instabile e le temperature, per il momento, non si sono alzate. Il muro di piante lo colpisce ancora, come la prima volta che è venuto. Tutta una parete, da angolo ad angolo, è rivestita di piante e foglie tali da rendere l'ambiente, principalmente panna e beige, meno serioso di quanto in realtà è. Il ricciolino percorre il largo corridoio senza guardarsi intorno, troppo concentrato nel fissare il pavimento rivestito di parquet chiaro, per evitare di inciampare. Quando nel suo campo visivo, sempre puntato a terra, entrano piedi che camminano svelti e tacchi eleganti, alza lo sguardo imbattendosi nello stesso ambiente che già conosce. La lunga scrivania chiara con stampato sopra a lettere cubiche Tomlinson &co, occupa quasi un'intera parete e appena vi si avvicina Claudia, una donna abbastanza bassa con un caschetto riccio scuro e occhiali da vista sottili, gli sorride ampliamente.

"Signor Styles, puntale come un orologio." Lo saluta alzandosi immediatamente dalla sua sedia girevole. "Non perdiamoci in chicchere, direi di iniziare subito. Va bene per lei?"

"Oh, certo." Annuisce seguendola. Per essere bassa è molto svelta, slitta tra le tante persone indaffarate e i vasi di piante sparsi in giro. "Però la prego, mi dia del tu. Non ho nemmeno trent'anni." Ridacchia Harry cercando di stare al suo passo, non è difficile per lui avendo un paio di gambe lunghissime.

"Beato te." Sospira Claudia "Firmerei carte false per tornare ai miei venti anni." Saluta una ragazza che sta leggendo dei documenti mentre cammina. "Sai, fatti trentotto anni le uniche domande che ti fanno sono se hai intenzione di procreare e a quando il matrimonio."

Harry sorride comprensivo, sua madre lo chiama tutte le sere e trova sempre una scusa per inserire l'argomento fidanzato. Va a finire che tutte le volte si prende gioco di lei affermando di avere una felice relazione con Niall e Anne riattacca urlando di non voler sentire tali corbellerie. Il riccio sghignazza al pensiero.

"E ti prego, non darmi nemmeno tu del lei. Vuoi per caso insinuare che io sia vecchia?" Dice scherzosa, per poi continuare "Allora qui c'è il tuo badge per poter entrare, mi raccomando non dimenticarlo. La foto l'abbiamo presa dal tuo curriculum, a proposito guarda come sei uscito bene sei l'unica persona sulla faccia della terra che esce bene nelle foto tessere." Claudia continua a parlare velocemente, il più piccolo fa fatica a seguirla, e nel mentre controlla qualcosa sul suo tablet. "Il signor Tomlinson è quasi sempre presente, la maggior parte delle volte è nel suo ufficio, tranne quando ha una riunione con qualche agenzia estera che richiede la sua presenza di persona. Sicuramente lo conoscerai, se non oggi domani. Ancora non è arrivato, ma capita che faccia tardi a inizio settimana, odia i lunedì e svegliarsi presto." Si ferma un secondo, forse ha bisogno di riprendere fiato. "Vieni." Conclude trascinandolo verso l'ascensore.

Let me adore you | l.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora