👉🏼Trama III👈🏼

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Per il concorso di scrittura di __im_just_a_reader__

"È la fine del mondo. Un fratello e una sorella stanno correndo per le strade, cercando di schivare i pezzi di cemento che cadono dagli alti edifici della loro città. Sono orfani, non hanno nessuno a cui stringersi e sentirsi protetti, perciò possono fare appiglio solo l'uno sull'altra. Si stringono forte la mano mentre corrono sempre più veloci. Dei flash della loro vita passano sotto gli occhi dei ragazzi, momenti felici, momenti tristi... tutti passati insieme."

Stringevo forte la mano di mio fratello. Macerie cadevano a destra e a manca, ed io cercavo di schivarle, cercavo di proteggere mio fratello. L'unico che per me ci sarebbe stato sempre. L'unico che credeva davvero in me. L'unico che mi supportava... e sopportava. Non volevo perderlo. Sarei morta a costo di proteggerlo. Volevo una vita migliore della mia, per lui. Volevo che studiasse, che si facesse degli amici, una ragazza, una famiglia... un futuro. Io avevo tre anni in più di lui, ed eravamo orfani di madre, morta nel momento del partorendo mio fratello, mentre mio padre ci aveva abbandonati quando io avevo compiuto sette anni e mio fratello solo quattro. Eravamo stati spediti in una casa famiglia, mai adottati. I ricordi mi assalirono tutti insieme. 

Mio fratello aveva tredici anni, ed io sedici. Lui aveva una t-shirt bianca e un pantalone della tuta grigio. I suoi occhi erano castani e grandi, i suoi capelli erano spettinati e castani anche loro, e aveva la bocca sporca di Nutella, un lusso che di rado ci concedevamo.

"Per il tuo compleanno voglio comprarti uno skateboard. So che lo desideri"

"Non serve che mi compri uno skate. Abbiamo a malapena soldi per comprare del cibo"

"Tranquillo. Metterò qualche soldo da parte... troverò un lavoretto extra. Hai presente quel bar affianco al supermercato? Penso che andrò lì"

"Ma stai già lavorando al ristorante!"

"Certo, ma di sera" concessi io.

Un mattone cadde affianco al ragazzo, che urlò. Io, d'istinto, lo coprii, graffiandomi il braccio destro. 

"Sai... non te l'ho mai chiesto. Com'era la mamma?" chiese lui a quindici anni. Io presi i nostri cappotti e gli porsi il suo. Uscimmo dalla nostra casa che avevo affittato essendo maggiorenne e andammo verso il cimitero. 

"La mamma... è sepolta qui?" chiese lui.

"Sì" risposi io. Gli presi la mano e andammo verso una tomba di marmo bianco.

"Ti somiglia molto, sai?" disse. Io, per tutta risposta, gli strinsi la mano.

Affianco a noi continuavano a cadere mattoni. Vidi una casa che cadeva a pezzi, e una madre che ne usciva di corsa con un neonato in braccio. 

"Puoi fare ciò che vuoi, capito? Io sono felice se ti trovi degli amici, purchè non ti portino nella via sbagliata. Basta che... che se fai una cosa, poi me lo dici. Ok? Perchè quando esci sono sempre in pensiero. Vedi, io non voglio sapere tutto ciò che fai e come lo fai, ma dal momento che sei l'unica cosa che mi è rimasta non voglio perderti" dissi a mio fratello, dopo che lo sgridai per essere tornato a casa in ritardo. Lui mi abbracciò.

Le macerie continuavano a cadere, e presto fummo accerchiati. Non potevamo scappare. 

"Vieni. Ti faccio vedere un posto" dissi, portando mio fratello in una casa abbandonata. Era una villetta a due piani. "Qui... qui era dove vivevo io, con i nostri genitori. Pensavo di affittarla, ma volevo prima fartela vedere"

"Si, ma voglio prima visitarla... e perchè poi viviamo in quell'appartamento e non qui?"

"Perchè costa troppo mantenere una casa del genere." dissi, e presi le chiavi dalla tasca. Le inserii nel buco della serratura e aprii la porta. Facemmo tutto il giro dell'abitazione, per poi uscire.

"Wow... è... è bella, molto"

"Già" dissi "peccato che dobbiamo affittarla..."

Stavamo per morire. Strinsi fortissimo la mano di mio fratello.

"Non pensi che debba andare a lavorare anche io? Insomma... tu ti fai in quattro per farmi studiare in quella scuola e per farmi passare dei lussi che tu invece non ti permetti"

"Tranquillo. Ce la posso fare."

"Posso lasciare la scuola e lavorare. Spese in meno... guadagno in più" gli sorrisi.

"No. Vai a scuola, adesso. Ci vediamo a pranzo"

Eravamo spacciati. Nel vero senso della parola. Chiusi gli occhi e urlai.

-Sveglia!- urlò mio fratello, ed io aprii gli occhi. Vidi mio fratello (un diciassettenne davvero carino, appena svegliato).

-Cosa succede?-

-Tranquilla. Era solo un incubo-

Lo abbracciai forte.

-Ti voglio bene-










ANGOLO AUTRICE:

Premetto che questa one-shot non mi piace per niente come l'ho scritta, perchè l'ho fatto di fretta e non avevo molte idee. Detto questo, ci vediamo al prossimo capitolo!

ONE-SHOTS per concorsi di scrittura a cui partecipoTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon