"Che stiamo facendo, Harry?"

"Possiamo fare tutto quello che vuoi." Harry si era alzato dalla sua sedia e si era avvicinato alla mia, allargandomi le ginocchia e posizionandosi tra le mia gambe. Vicino, era troppo vicino e il mio cuore prese a battere forte contro il petto. Un ritmo incalzante che mi lasciava senza fiato.

"Io ti voglio, Louis." disse posando le mani sulle mie spalle. "Posso farti stare bene, posso farti dimenticare Eleanor."

Le sue mani vagavano sul mio petto fino allo stomaco, avvicinandosi pericolosamente al cavallo dei pantaloni, che si erano fatti improvvisamente scomodi. Una mano strinse la mia semi erezione e non riuscii ad evitare che un gemito strozzato lasciasse le mie labbra. 

"Lo prendo per un si." Sentii il sangue affluirmi alle guance ed Harry ridacchiò, la voce roca. 

Allacciai le braccia dietro il suo collo e, mentre la sua mano continuava ad accarezzarmi da sopra i pantaloni, la sua bocca attaccò la mia mascella, lasciando una scia umida fino al collo. I suoi denti mordevano la mia pelle pallida e lasciavano segni che probabilmente il giorno dopo avrei faticato a coprire, ma in quel momento quella era l'ultima cosa di cui mi proccupai.

Lo afferrai per il polso e allontanai la sua  mano dalla mia erezione ormai completamente formata ancora rinchiusa nei pantaloni. Sul suo viso si dipinse un'espressione confusa ma quel suo sorrisetto malizioso non accennava a lasciare le sue labbra. "Smettila di giocare, Harry."

Harry si fece da parte e io mi alzai, quel fottuto ghigno ancora sulle sue labbra.  

"Vieni." La presa di Harry si chiuse sul mio avambraccio, facendomi alzare dalla sedia e trascinandomi fino alla camera da letto. 

Non ci ero mai entrato ma non era affatto come me l'aspettavo. Credevo mi sarei trovato davanti poster di uomini nudi attaccati alle pareti e film porno sugli scaffali, o anche una collezione di boxer delle sue conquiste in un cassetto della scrivania; la stanza di Harry, però, non aveva niente dell'idea che mi ero fatto. Le pareti erano di un verde scuro che appesantiva l'ambiente, rendendolo più ristretto di quanto non fosse in realtà, un'armadio di legno scuro occupava quasi tutta la parete di fronte alla porta e  un semplice letto matrimoniale, basso e senza testiera era appoggiato nell'angolo sinistro della stanza mentre una scrivania in legno, il cui piano pieno di graffi e incisioni era ricoperto di libri aperti ed evidenziatori senza tappo, stava sotto una grande finestra dall'altra parte della stanza. Adesso che mi soffermavo a guardarla, questa versione rispecchiava molto più l'Harry che avevo imparato a conoscere di quella che mi ero immaginato, tutti i suoi ogetti sparsi per la stanza urlavano il suo nome, dall'abat jour di pizzo sulla scrivania alla pila di cappelli abbandonati in un angolo della stanza. La cosa che più mi aveva colpito, però, era la grande libreria che occupava quasi metà della parete di fronte al letto, traboccante di volumi tanto che alcuni erano impilati per terra.

Entrando in quella stanza mi accorsi che effettivamente io di Harry non sapevo quasi nulla ma, stranamente, sentivo una gran voglia di scoprire quanto più mi era concesso su di lui.

Mi riscossi dai miei pensieri quando sentii le mani di Harry spingermi verso il letto, dove atterrai affondando tra le coperte morbide e gemendo appena per la sorpresa. La visione di Harry che si accomodava sul mio bacino, facendo scontrare le nostre erezioni riportò la mia attenzione a ciò che stavamo facendo pochi secondi prima. Non mi sentivo in imbarazzo, non con lo sguardo di Harry puntato su di me che mi faceva sentire come se fossi la cosa più eccitante del mondo, sentivo solo un'incredibile eccitazione. Era come se stessi inalando l'essenza stessa della lussuria mentre le mani di Harry si muovevano sicure a slacciare la mia cintura e ad abbassare la zip dei miei pantaloni, per poi spostarsi e abbassarmeli fino alle ginocchia. Mi tirai su per togliermi le scarpe e i calzini e lasciarle da qualche parte sul pavimento, seguite poco dopo dai jeans mentre Harry si sfilava il maglione dalla testa incasinando, se possibile, ancora di più i suoi ricci ribelli. Mi avvicinai e feci collidere lo nostre bocche, facendolo gemere di sorpresa e portai le mani ai suoi pantaloni, sfiorando accidentalmente la sua erezione e rabbrividendo nel bacio. Cominciai a sbottonargli i pantaloni ma le sue mani si appoggiarno sulle mie, bloccandomi. 

Louder Than Love || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora