L'appuntamento e la seguente crisi di nervi.

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Prese l'aggeggio squillante senza guardare lo schermo e rispose:

-Pronto?-

- Ehi, Tomlinson, sono Styles, Harry...ti avevo chiesto se volevi uscire una di queste sere.-

Oh.

Oh.

Oh. GRAZIE SOMMO DIO DEGLI OMOSESSUALI.

- Umh...- rispose Louis in preda ad una paralisi facciale che lo aveva lasciato a bocca aperta. - Umh...Si...si me l'avevi chiesto.- disse con una voce stridula e flebile.

Dio, QUESTA è la mia voce?

Pensò sentendo Harry rispondere:

- Che ne dici di stasera allora?-

Quasi non ci credette, in quell'istante uno storno di pterodattili gli volava nello stomaco e il cuore aveva deciso che era il momento di dimostrare che sapeva fare un triplo salto mortale fuori dalla sua cassa toracica.

-Oh...sta sera...oh. Sí...SÍ...va benissimo a che ora?- Si affrettò di eliminare l'insicurezza dalla sua voce e rimase a fissare il Louis riflesso alla finestra.

- Alle nove ti passo a prendere se mi dai l'indirizzo.- rispose la voce roca e terribilmente sexy di Harry.

Louis mantenne la sua voce un po' più sicura, gli diede l'indirizzo e si salutarono.

Erano le 20.00.

Alle 20.01, Louis si guardava allo specchio trovando sempre dei piccoli difetti ai capelli o alle ciglia o al suo colorito.

Alle 20.02, decise di mettersi piú lacca ai capelli e di usare una matita ed un cipria abbronzante rubati a sua sorella Lottie.

Alle 20.03, si guardó allo specchio del bagno mettendosi la cipria scura e la matita e la lacca.

Alle 20.04 constató che sembrava una Darg Queen afroamericana, con tutto quel trucco.

Dalle 20.05 alle 20.07 si tolse meticolosamente il trucco cercando di non sporcarsi i vestiti.

Alle 20.08 si accorse che aveva macchiato la maglietta bianca di cipria abbronzante.

Dalle 20.09 alle 20.16 prese un calendario e letteralmente bestemmió tutti i santi del paradiso.

Alle 20.17 si mise davanti all'armadio fissandolo vaquo.

Dalle 20.18 alle 20.23 rimise a soqquadro l'armadio trovando un'altra maglietta colorata.

Alle 20.24 si era messo la maglia ma si accorse che il giacchetto di pelle non si abbinava.

Dalle 20.25 alle 20.30 cercó la sua stramaledettissima giacca di jeans.

Alle 20.31 l'aveva trovata e se l'era messa.

Alle 20.32 si era risistemato i capelli...per la millesima volta.

Alle 20.33 aveva un groppo in gola e si accorse che non aveva scelto le scarpe da mettere.

Dalle 20.34 alle 20.44 aveva saccheggiato la sua collezione esagerata di vans e restando indeciso se scegliere tra quelle blu o quelle rosse.

20.45 blu o rosse? Questo è il dilemma.

Alle 20.46 stava facendo la conta della Balena Filomena, per scegliere quale scarpe scegliere.

Alle 20.47 aveva scelto quelle rosse, perché non era convinto del blu.

Alle 20.48 si era allacciato le scarpe ed si preparò le cose da mettere nelle tasche.

Alle 20.49 il portafoglio c'era, il telefono anche e le chiavi di casa? Dove cazzo erano le chiavi di casa?

Dalle 20.50 alle 20.57 cercó le chiavi di casa in preda ad isterismo mestruale.
Scese la scale e le chiavi erano all'ingresso sul tavolinetto.

Le 21.00 impunto.

Il clacson suonó fuori dalla sua casa.

Oh, mio dio, mio dio, mio dio, mio dio, mio dio.

Louis uscì fuori e Harry era lì con la sua Range Rover nera e super accessoriata.

Indossava una giacca nera ed una camicia bianca aperta sul davanti, un pantalone stretto in tinta con la giacca e stivaletti di un bel'oro lucente.
I capelli erano lasciati sciolti e gli occhi erano...intensi.

Quegli occhi dovrebbero essere illegali.

Di un verde cangiante secondo la luce che li illuminava.

Erano degli occhi così caldi e sensuali che se ti scorrevano addosso, ti sentivi nudo a contorcerti tra lenzuola di seta ed a gemere così forte...ed implorare, supplicare quegli occhi di lasciarti andare...di lasciarti venire.

E Louis lo sapeva.

Sapeva che gli occhi sono lo specchio dell'anima.

Solo che era ancora troppo cieco per vedere che sotto la facciata da seducente ventenne si nascondeva un uomo oscuro e passionale con desideri piuttosto...inusuali.

Yes, Mr. Styles.Where stories live. Discover now