I love you.

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Ebbene, avete presente le scene di quei film di basso costo, dove fanno vedere una penosa storia d'amore e quando i due protagonisti si lasciano, c'è l'inquietante descrizione del dopo-relazione, in cui si ci strafoga di gelato e si piange come tante checche isteriche?

Non è esattamente così.

Ci sono delle fasi per questo.

Numero uno: la fase detta "l'ho fatto per il mio bene, non si poteva continuare così".

(Da qui parte la colonna sonora di Super Quark , Mi sento Piero Angela)

In questa fase il soggetto presenta uno stato emotivo altalenante tra il rassegnato e il melanconico.

L'auto convincimento porta all'individuo un senso di precaria stabilità, ma questo facilita il passo all'entrata di nuovi fattori che ci porteranno alla scoperta della fase due.

Numero due: Fase del rimpianto.

In effetti avere gli ormoni sobbalzati manco fossi incinta di nove gemelli, non può essere nominata fase della felicità assoluta.

Hai le lacrime facili, il cuore che sembra battere solo perché è il suo dannato lavoro e la tua anima sadica e sprezzante può crollare davanti la visione di film d'amore o persino Titanic.

Titanic, gente.

Cosa che normalmente godi nel vedere Jack sprofondare negli abissi, perché quella baldracca di Rose non gli ha fatto spazio nella fottuta tavola.

Numero Tre: Fase distruttiva.

Credetemi se vi dico che la stanza di Louis era completamente distrutta.

Non servono altri dettagli, documento Top Secret.

Numero Quattro: Chiodo scaccia chiodo.

Era diventato il solito vecchio Louis.

Discoteca, Vodka e baci ubriachi con sconosciuti.

Non c'era onore in tutto questo.

E nemmeno coscienza.

Avvolte sentiva un tale vuoto dentro, si chiedeva se mai sarebbe tornato apposto.

Ma niente sarebbe cambiato.

Stesso vuoto dentro, stessa mancanza di gravità.

E se ci pensate, sono le storie d'amore lasciate in sospeso che ti lasciano palpitare.

Romeo e Giulietta.

Tristano e Isotta.

Cleopatra e Marcantonio.

Alfredo e Violetta.

Sono quelle storie, che ti hanno fatto credere nell'amore vero, quello finito precocemente, ma intenso, fugace e bellissimo.

Forse anche Harry e Louis facevano parte di quella coppie.

Forse anche il loro amore era stato difficile in partenza.

Eppure.

Un'ultima volta.

Un ultimo bacio.

Un ultimo respiro.

Numero Cinque: Mandare a puttane le fasi precedenti e andare a casa di Harry.

Non sa bene come gli prese questa smania di avere Harry.

Sapeva solo che voleva solo un altro bacio.

Uno solo.

Voleva rivederlo.

Prese la macchina e cominciò a guidare.

Forse fece un po' di infrazioni durante il tragitto, ma non importava.

Il suo cuore viaggiava veloce, si ritrovò senza una logica davanti alla porta blu di Harry.

Ma forse una ragione non c'era, non adesso, dopo aver suonato al campanello, la porta si aprì rivelando Harry.

Il suo Harry.

Il suo Adone.

Il suo Cinquanta Sfumature di Riccio.

Non sa ancora perché pianse, mentre lo teneva stretto tra le braccia.

Ma pianse mentre lo baciava ripetutamente sulle sue rosse labbra.

Pianse mentre Harry chiudeva la porta dietro di loro, stringendolo forte per non lasciarlo andare.

Pianse mentre lo portava nella sua camera bianca.

-Ti amo.- sussurrò mentre Harry lo teneva stretto.


Rimase in silenzio.


Gli occhi verdi e lucidi, le fossette, il suo sorriso e i capelli ricci sul viso pallido.


-Ti amo.- ripeté mentre il suo Adone lo spogliava.


-Ti amo, ti amo, ti amo.- ne fece il suo mantra mentre rimanevano nudi.


Niente corde, niente fruste, niente giocattolini.


E se cercava ancora una spiegazione al suo scatto irrazionale, l'aveva davanti.


Mentre Harry lo preparava delicatamente, con dolcezza, gli occhi che brillavano, di un diverso colore dal verde.


Non era verde.


Era qualcosa tra l'azzurro e il verde.


E si accorse che anche l'amore aveva un colore, mentre Harry lo penetrava piano, espirando debolmente. Le sue spinte andarono dolci, verso la sua prostata, catapultandolo in uno stato di frustrazione e beatitudine.


L'amore aveva un odore, che poteva sentire sul collo da cigno del suo Adone, dopo essersi aggrappato alle sue spalle. I suoi gemiti solitamente acuti, erano invece domati, sussurrati, sommessi. Si strinse più forte ad Harry.


L'amore aveva una voce.


Roca, bassa, dolcissima.


-Ti amo anch'io, Lou.-




Yes, Mr. Styles.Where stories live. Discover now