II

3 0 0
                                        


La neve di quella mattina, depositata sulle tegole delle case, ricopriva di un bianco manto il quartiere e presagiva il tipico penetrante inverno che già da qualche anno occupava quei freddi mesi e chiunque sperava non tornasse lasciando il posto a un temperato e piacevole Natale. Quella sfortunata mattina il gelo bloccò le tubature della zona e per provvedere alla riserva idrica che Hima necessitava, decise di passare presso il conbini dello zio Atsushi. Cinquantenne attivissimo, allenatore di una squadra di pallavolo liceale, il signor Akamizu gestisce la sua attività con Chiasa, studentessa universitaria che si paga gli studi svolgendo due lavori. Le porte già spalancate del negozio lasciavano entrare il freddo. Provando a entrare, la ragazza si accorse che del ghiaccio si era formato ai piedi della porta internamente. Forzare con una spallata la porta fu sufficiente per crearsi un'apertura ma un intenso stridìo causato dal ghiaccio creatosi anche tra i cardini, risuonò nel conbini. Lo zio Atsushi, spaventato, si precipitò a controllare cosa fosse la causa di tutto quel rumore che disturbava quella tranquilla domenica mattina.
"Oh...sei tu, Himawari. Di cosa hai bisogno?"
La ragazza dopo aver ascoltato le parole dell'uomo, sempre accompagnate da un timbro dolce e piacevole, si guardò intorno per cercare Chiasa. Per Hima, era la persona più simile a un'amica che potesse avere. La risposta alla domanda di Atsushi sarebbe arrivata dopo una manciata di secondi, durante i quali la nipote cercò Chiasa. Non era in negozio.
"Mi serve un favore."
Il signor Akamizu la guardò per un attimo e rispose con aria scherzosa:
"Rivolti il mio negozio di prima mattina e mi chiedi un favore? Ricorda di essere la figlia di Kei! Mio fratello è sempre stato un uomo educato e rispettoso come pochi!"
Con tono ironico, Hima replicò: "Ha ragione, mi perdoni, Akamizu-dono"
"Ehi, continua a mancarmi di rispetto e ti faccio prendere il posto di Kiyoyama"
"Ah...a proposito, lei dov'è?"
"Oggi Chiasa ha il giorno libero. È andata a trovare la famiglia a Hakodate. Forse non lo sai ma si è trasferita a Sapporo per l'università"
Himawari si guardò ancora intorno.
"Ah già. Cosa cerchi?"
"Le tubature di casa sono congelate, hai per caso qualcosa con cui potermene portare qualche litro a casa?"
"Certo, vado a controllare nello sgabuzzino
Mentre lo zio cercava nel retro del conbini la ragazza si fermò ad osservare il locale. Non era per nulla un immobile di prima qualità ma il buon gusto e la grande audacia negli affari dello zio erano riusciti a far coesistere il cattivo stato della proprietà con il suo portafogli, in quei tempi piuttosto carente. Un caratteristico stile rustico, ottenuto grazie a legno di buona qualità e qualche arredamento in sconto, rendeva quel conbini unico. Difatti, chiunque passava per quella strada lo avrebbe sicuramente notato e, se non avesse letto la grande scarlatta scritta "Conbini Akamizu", avrebbe pensato fosse un accogliente izakaya. Con un violento calcio alla porta del retro del locale, Atsushi ricomparve dopo un'attesa durata qualche minuto che Hima, sovrappensiero, aveva percepito quasi come un istante. Il fragoroso vocione dell'uomo ruppe il silenzio in cui il quartiere dormiva:
"Hima! Guarda queste!"

Running with deathWhere stories live. Discover now