Chi sono

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Il giorno in cui ci siamo incontrati la prima volta non avrei mai immaginato che Derek sarebbe diventato questo per me. Ero troppo piccola per capire, lo era anche lui, ma quel giorno lo tengo impresso nella mia mente con malinconia, le cose ora sono molto diverse.
Per riuscire a capire davvero il perché mi ritrovo in questa situazione, devo partire da loro: i miei genitori. Mio padre David è un uomo molto importante. Fin da piccola ho sempre saputo che era molto impegnato col suo lavoro, infatti spesso era ed e in viaggio tutt'ora. Non ho mai capito esattamente di cosa di occupa, ma so che gira il mondo insieme a mia mamma per studiare nuovi prodotti farmaceutici. Lei è una donna bellissima con una fisicità sinuosa ed un pelle ambrata, purtroppo non è la mia vera mamma, ma per me è come se lo fosse. Lei è la persona che chiamo mamma da quando ho ricordi. Si è sposata col mio papà quando avevo 3 anni, e da quel momento si è sempre presa cura di me e di suo figlio Derek. Sfortunatamente non somigliamo per nulla, io in realtà non somiglio nemmeno a mio padre, infatti lui e mia nonna mi hanno sempre detto che assomiglio a mia madre biologica, che però non ho mai conosciuto perché è morta quando io ero troppo piccola per ricordarla. Sono molto chiara di carnagione ed ho una fisicità minuta, i miei capelli sono neri e lunghi per cui mi fanno sembrare ancora più pallida di quanto già non sia.
Vivo in una casa enorme insieme a Derek, o forse dovrei dire mio fratello, ma il nostro rapporto negli anni è cambiato tanto, noi siamo cambiati, ed io ancora non riesco ad accettarlo. Quando ho conosciuto Derek ero al parco con la mia prima babysitter, avevo 2 anni e lui 6, ma io riesco a ricordare quel giorno. Ero caduta dall'altalena e mi ero sbucciata un ginocchio, così tutti i suoi amichetti si misero a ridere della mia caduta, mentre lui all'inizio non disse nulla, poi ad un certo punto impazzì ed iniziò a picchiare tutti i bambini, che iniziarono a correre via verso i loro genitori distratti dalle chiacchiere al bar. Poi venne da me, mi guardò il ginocchio e mi disse di non piangere, perché io sono forte ed i forti non piangono. Quel giorno non avrei mai pensato che dietro a quegli occhi scuri e profondi che mi guardavano c'era un bambino che già a 6 anni conosceva tante cose che a quell'età non si dovrebbero conoscere.
Dopo pochi minuti venne sua madre e la mia tata, subito mi disinfettarono la ferita e chiamarono mio padre. In quell'occasione si conobbero i miei genitori, si raccontarono ed iniziarono a frequentarsi. Mio padre inoltre creò un forte legame con Derek, per lui era il figlio maschio che non ha mai avuto, ed ancora oggi pensò che le soddisfazioni che gli da lui io non riuscirò mai dargliele. D'altra parte io sono molto legata a Jennifer, nostra madre, lei mi ha insegnato tutto, mi ha trasmesso l'amore per la danza, per i libri, mi ha insegnato a cucinare, ed a dare il giusto peso alla scuola, purtroppo so che non può più avere figli, però per me ha fatto molto più di una madre. Io soffro di attacchi di panico perché spesso sogno la mia mamma biologica e questo mi agita così tanto che quando mi sveglio devo prendere dei tranquillanti per non entrare in uno stato che non riesco a controllare. Nel tempo questo è accaduto sempre meno, ed io ho imparato a gestire la situazione, ma fino a quel momento lei mi ha sempre aiutata e tranquillizzata tutte le volte che è accaduto.
Ora purtroppo essendo sempre in viaggio con mio padre io passo molto tempo da sola. Teoricamente Derek dovrebbe pensare a me, ed io a lui, secondo i nostri genitori dovrebbe essere così, o meglio secondo mio padre. Mia madre si è subito accorta che il rapporto con mio fratello non andava ed ogni volta che ha potuto ha cercato di tirarmi fuori da tante situazioni scomode in cui suo figlio mi metteva, rimanendo spesso con noi a casa e non partendo nei viaggi lavorativi con mio padre. Ma più il tempo passava, più lui aveva bisogno di una brava ricercatrice come la mamma al suo fianco, così continuava a chiederle di partire con lui affidandosi al fatto che Derek avrebbe pensato a me, ed io dalla mia parte mi sentivo troppo in colpa a chiederle di restare, così le dissi di partire con tranquilla con papà perché le cose con Derek andavano bene. Tuttavia nemmeno in quel momento sapevo a cosa stavo andando in contro.
Mio fratello é sempre stato un bambino molto arrogante, violento, intelligente e forte, è sempre stato bravo a manipolare le persone e con me ci riusciva, ed aimè ci riesce, benissimo. Lui diceva che voleva proteggermi, quando allontanava ogni mio amico a scuola, che voleva sapere se stessi bene quando controllava il mio diario o il mio cellulare, ma magari fosse solo questo. Quando eravamo piccoli mi ripeteva sempre, che mi avrebbe protetto, che avrebbe pensato lui a me, ed è vero, è così, ma con quale intensità queste parole possono diventare la gabbia che ti chiude e non ti permette di respirare. Ed io non capisco se è il bene che gli voglio che non mi permette di reagire, o la paura di lui arrabbiato.

Clara Where stories live. Discover now