-Then he came

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-AUTHOR POV-

Sono passati molti anni da quel giorno, ora t/n è una donna, ha 25 anni e lavora come cameriera in una caffetteria vicino casa.

Ogni tanto le capita di pensare a quel ragazzo dagli occhi rosso sangue che ha fatto parte della sua infanzia, ma non si ricorda molto, solo il particolare degli occhi.

Ogni tanto le capita pure di provare un po' di malinconia pensando a lui, non sa spiegarsene il motivo.. ma è così. Come se mancasse qualcosa. Qualcosa che mancava ormai da quasi dieci anni..

-T/N POV-

Stamattina mi sono svegliata davvero di buon umore, non so come mai ma ho un buon presentimento. Sarà una giornata fantastica.

Apro la porta di camera mia e mi dirigo in cucina per mangiare, una volta finito mi lavo, mi vesto e scendo per andare a lavoro.

Oggi sono la prima ad arrivare, quindi mi tocca aprire il negozio. Prendo le chiavi e apro la porta, dopo qualche minuto iniziano ad arrivare i clienti e mi affretto a prendere le ordinazioni.

..

Finalmente la pausa, sono almeno tre ore che prendo ordinazioni e porto ai tavoli brioches e cappuccini. Mi piace davvero questo lavoro, ma a volte può essere molto stancante.

Proprio mentre penso a questa cosa sento un bicchiere rompersi al tavolo di un cliente e senza pensarci troppo mi dirigo con malavoglia in quella direzione per raccogliere i cocci -Non si preoccupi- dico tranquilla -glie ne posso portare un'altra tazza se vuole-.

Silenzio.

Non sento nessuno parlare -Ho detto che non deve preoccuparsi. Non è un grosso prob..-

Vengo improvvisamente interrotta da un botto assordante e tutti intorno a me iniziano ad urlare e scappare terrorizzati.

Confusa e frastornata dal caos generale tento di alzarmi, mi guardo intorno e noto l'entrata del negozio devastata, come se una casa ci fosse caduta sopra.

Cerco di indietreggiare spaventata ma vengo bloccata da un'imponente presenza dietro di me. Mi giro e noto un'enorme figura che mi osserva.

È un uomo, molto alto e altrettanto muscoloso che mi guarda con occhi minacciosi. Due occhi.. rosso sangue! I suoi occhi sono rosso sangue.

-I tuoi occhi...- sussurro incantata mentre allungo una mano verso la sua guancia.

Quando la punta delle mie dita sfiora il suo volto sento il palmo bagnarsi e la sua mano toccare delicatamente la mia, come se avesse paura di farmi male.

Poi più nulla. Tutto diventa nero e perdo i sensi.

..

-Lasciaci soli- Sono ancora mezza addormentata quando sento qualcuno accanto a me parlare in tono autoritario.

-Penserò io a lei- ,poi sento la stessa persona sedersi sul bordo del letto dove sono sdraiata.

Fingo di dormire per capire quali sono le sue intenzioni, ma il mio stratagemma non dura a lungo

-So che sei sveglia t/n- ,dice dolcemente la figura accanto a me. È lo stesso uomo che ho visto nella caffetteria, ma questa volta sembra più tranquillo, non mi mette paura..

-Non essere spaventata, ti prego. Non voglio farti del male- ,dice mentre mi allontano leggermente da lui

-Non ti ricordi di me?- Un debole raggio di luce illumina la stanza, è notte quindi non vedo bene, ma riesco lo stesso a notare i suoi lineamenti, i capelli biondi, quasi d'orati e gli occhi.. i suoi bellissimi occhi..

-Dio..- ,sussurro con le lacrime agli occhi. Dopo così tanto tempo.. non avrei mai immaginato..

-Ma guardati..- ,dice prendendomi dolcemente le mani e facendomi alzare -Come sei diventata grande, e bella. Sei una donna ormai eh- ,tenta di ridere per trattenere le lacrime.

Mi allontano per osservarlo meglio. Noto come anche lui sia cresciuto, ma come i suoi occhi siano sempre rimasti gli stessi..

Delle tiepide lacrime iniziano a rigarmi il volto, poco a poco mi ritrovo a piangere come una bambina e mi lancio verso di lui, fra le sue braccia -Non piangere ti prego- dice avvicinandomi ancora di più a sé.

-Tutti questi anni..- dico fra le lacrime -Dove sei stato?-

-Sono successe tante cose.. cose di cui non vado fiero- ,dice abbassando lo sguardo

-Cosa è successo?- -Non so se.. non credo tu voglia saperlo. Se ti dicessi cosa ho fatto.. cosa sto facendo.. Mi abbandoneresti. Non voglio più stare senza di te-

-E io non voglio vivere in una menzogna- ,alzo la voce mentre mi allontano ancora.

Certo l'ho appena rivisto dopo tanto tempo, ma questo non vuol dire che gli permetterò di mentirmi come facevamo da ragazzini.

Abbassa ancora il capo e si siede sul letto. Sospira e rassegnato inizia a parlare.

Mi racconta dello scontro con Jonathan, della maschera, della morte del padre e di tutto ciò che aveva provato a fare mentre viveva ancora al maniero.

Ogni volta che mi racconta cosa ha fatto sento come una stretta al cuore, ma lui sembra soffrire ancora di più. E ora che mi sta raccontando queste cose probabilmente si sente ancora peggio..

-Lo so che sono un mostro.. che quello che ho fatto non è.. bello. Ma immagino che sia la mia natura, questo sono io, e non posso cambiare..- -Non.. non so cosa pensare Dio- ,dico confusa una volta che ha finito di parlare.

So che quello che ha fatto è sbagliato, che dovrei andarmene e non vederlo mai più.. ma non ci riesco. Non voglio. Nonostante tutto quello che ha fatto io so che Dio Brando è dolce e gentile, non mostra a tutti questo lato di sé ma questo non vuol dire che debba essere lasciato solo. Anche lui merita felicità nella sua vita. Anche lui merita.. amore..

-Non voglio giudicarti per quello che hai fatto.. e di sicuro non ti abbandonerò. So che c'è un alto lato di te, e non sei un mostro. Ti conosco Dio Brando, tu sai essere tante cose, certo sai essere crudele e spietato, ma sei anche gentile, premuroso.. amabile..-

A queste parole lo vedo vacillare, mi guarda con stupore -Perché?- ,mi chiede con le lacrime agli occhi

-Perché nonostante tutto sei sempre così.. non hai paura di me? Non vuoi andartene?-

-Te l'ho detto. Ti conosco bene, so che tu non sei quello che hai fatto in questi ultimi nove anni- ,mi alzo e mi avvicino lentamente a lui. Le mie labbra sfiorano la sua guancia fredda -Resterò con te, va bene? E ti dimostrerò che sei umano. Anche tu meriti di essere amato-.

Poi mi dirigo verso la porta, la apro, mi giro un'ultima volta e gli sorrido per poi lasciarlo solo nella stanza.

Mi era mancato davvero troppo. Non me ne andrò facilmente ora.

The Love of a GodWhere stories live. Discover now