𝔓𝔯𝔬𝔩𝔬𝔤𝔲𝔢

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⚠️ ATTENZIONE ⚠️

Ogni personaggio, luogo, creatura e altri componenti del libro sono ognuno frutto della mia immaginazione, pertanto sono assolutamente vietate copiature di frasi o di tratti caratteristici del libro.

Se saranno presenti idee o tratti che potrebbero assomigliare ad altri libri, o storie, se verranno segnalati, sarò io stessa a correggerli o a modificarli, e mi scuso in anticipo perché non era ovviamente mia intenzione riproporre idee altrui.

Il libro è protetto da copyright.

Detto questo, benvenuti nel mondo di
Empiros.

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«Veloci, stanno arrivando!» gridò il comandante delle truppe Eathen, un uomo di giovane età, un capo tra gli ultimi ancora in vita. I suoi occhi erano cupi, colmi di concentrazione, ma se li si guardava bene, si poteva notare perfettamente la preoccupazione per i suoi uomini. Aumentò la velocità delle sue gambe, già stremate dal lungo viaggio, senza lasciarsi trascinare dalla stanchezza, senza mollare.

Come un vero leader.

I suoi uomini lo seguivano, i vari segni di stanchezza ormai evidenti, ma la determinazione di portare a termine la loro missione accendeva quella fiamma che li spingeva a non mollare la corda, insieme alla voglia di non abbandonare perennemente il loro corpo e sprofondare in una lenta e dolorosa morte.

«Entrate! Presto!» gridò di nuovo il giovane uomo, fermandosi all'entrata di una grotta, come se volesse accertarsi che ogni singolo uomo delle sue truppe entrasse, al sicuro da quelle orripilanti creature che li stavano inseguendo.

Quando l'ultimo uomo fu entrato nella grande cava solo pochi metri separavano ancora quegli uomini così coraggiosi da addentrarsi in questa avventura da i Thundres. Ma, come predetto dal saggio di Empiros, un muro di un colore azzurrino si elevò, bloccando interamente l'entrata della grotta.

Le creature, sbatterono violentemente i loro corpi spregevoli contro quella barriera, cercando in qualche modo di superarla per arrivare agli Alkres, cioè gli uomini-mutaforma di Eathen, ma invano.
Il comandante li osservò, attentamente, come per imprimere per l'ennesima volta l'immagine di coloro che erano destinati, ormai, a governare il suo mondo. Il loro muso affusolato, le loro zanne che a stento facevano chiudere loro la bocca, i loro occhi rossi come il fuoco, il loro corpo possente e agile totalmente nero, i loro artigli affilati come lame, pronti a squarciare il suo corpo in ogni momento.

Quelle orribili creature. Le sue creature.

«Andiamo, non abbiamo tempo da perdere»
Al suono della sua voce, le pareti della grotta all'improvviso si illuminarono. Non era una semplice grotta, questa era la grotta. Prima d'ora se n'era parlato solo negli antichi scritti di Oldwing il Magnifico, ma nessuno ci credeva davvero. Ma adesso, il mito si era trasformato in realtà.

I cristalli incastrati nella roccia, riflettevano la luce di un qualcosa estraneo ai mutaforma, i quali ormai erano totalmente rapiti dalla bellezza di quella cava naturale. I colori che predominavano erano l'azzurro, il viola, il verde e il giallo. Le pareti erano completamente ricoperte da questi cristalli, così magnetici per gli occhi degli Alkres.

Gli Alous non erano presenti in questa missione, l'unico motivo era perché sennò sarebbero stati in  troppi e avrebbero attirato troppa attenzione, ma se ci fossero stati, sarebbero rimasti inebriati da quella visione paradisiaca.

Il comandante, riprendendosi dalla visione di tale bellezza, fece un'altro passo e, inaspettatamente, sul pavimento sotto di loro delle pietre si illuminarono a intervalli regolari, e l'uomo ci mise poco per capire che la grotta gli stava fornendo la strada per compiere il loro obbiettivo: salvare le uova.

La dea cadutaWhere stories live. Discover now