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Gli ultimi giorni nella casa passarono abbastanza in fretta tra giochi, film e - soprattutto per me e Harry - studio. Io e lui saremmo partiti qualche giorno prima per andare dai miei, cosicché avrei potuto vedere i miei che, dopo aver saputo di Harry, volevano che restassi da loro per un paio di giorni almeno lo avrebbero potuto conoscere. L'idea di rivedere i miei genitori mi metteva di buon umore, e per questo per tutto il viaggio non feci altro che infastidire Harry facendolo quasi esaurire.

"Smettila di darmi i pizzicotti o giuro che fermo la macchina e ti riempio." Sbottò leggermente irritato. Ridacchiai e, appoggiando la guancia sulla sua spalla, lo rassicurai dicendogli che non avrei più fatto nulla. Restai in quella posizione ancora un po', finché non vidi il cartello che ci dava il benvenuto a Devizes. Sorrisi iniziando a battere le mani e guidai Harry fino a quella che era stata la mia casa fino a due anni fa.

"Qui?" Annuì ancora con il sorriso stampato in faccia e aspettai che parcheggiasse prima di scendere dalla macchina. Lui mi seguì dopo aver spento l'auto e, forse per la prima volta, lo vidi decisamente agitato. Mentre prendevamo le valige lo vedevo alzare lo sguardo sulla porta di casa e poi passarsi le mani tra i capelli per legarli. Mi avvicinai a lui dopo aver preso le valige e le lasciai ai miei piedi, accanto alle sue. Si passò le mani sui jeans ripetutamente senza guardarmi, il suo sguardo ancora sulla porta.

"Har?" I suoi occhi scattarono sul mio viso facendomi intuire che era decisamente troppo agitato.

"Mh?" Trattenni un sorriso per non infastidirlo e gli presi le mani leggermente sudate per tirarlo verso di me.

"C'è qualcosa che non va?" Inspirò profondamente posando le mani sui miei fianchi per farmi avvicinare ancora di più a lui e, di nuovo, portò lo sguardo sulla mia casa.

"Sono un po' agitato..." mormorò stringendomi a lui.

"Harry, i miei sono molto...moderni? Non devi preoccuparti di nulla, so come sono fatti e so che probabilmente per metterti a tuo agio metteranno in imbarazzo me." Poggiai il mento sul suo petto per poterlo guardare meglio, ma i suoi occhi non avevano ancora intenzione di guardarmi. Vidi l'ombra di un sorriso sul suo viso che mi fece tranquillizzare subito. Portai una mano sulla sua guancia e premetti il dito nella sua guancia.

"Non ti mangeranno, fidati di me." A quel punto i suoi occhi tornarono nei miei e il suo sorriso si allargò facendomi venire i brividi.

"E poi, saranno sicuramente stanchi perché hanno lavorato tutto il giorno, quindi dopo i saluti e la cena andranno subito a dormire." Continuai facendo allargare ancora di più il suo sorriso.

"Cosa stai cercando di dirmi?" Il suo sguardo si fece malizioso facendomi alzare gli occhi al cielo.

"Non quello che pensa la tua mente perversa." Mi allontanai dalle sue braccia mentre lui ridacchiava e presi le valige, pronta ad incontrare mamma e papà.
Evitai di dire ad Harry che mio padre poteva far venire i brividi dato l'aspetto: era un uomo molto alto e robusto, inoltre aveva deciso di rasarsi tutti i capelli ed era ricoperto di tatuaggi, non parliamo poi dei suoi occhi color ghiaccio, che aveva avuto la fortuna di riprendere Jenny...diciamo che sembrava uno appena uscito di prigione, ma il suo aspetto era totalmente l'opposto del suo carattere. Un giocherellone che appena prendeva confidenza cominciava a prenderti in giro, raccontava barzellette ogni volta che ne aveva l'occasione.

Mia madre invece, vicino al colosso di mio padre, sembrava una gnoma: alta si e no un metro e sessanta, aveva i capelli neri e lunghi fino al sedere e sempre tenuti legati in una coda perfetta. Occhi marroni come i miei, silhouette perfetta e senso dell'umorismo identico a quello di mio padre: insomma, si sono decisamente trovati.

Hypnotized |H.S|Where stories live. Discover now