ROCK 'N' ROLL, BABY

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"Ah, McCartney, hai voglia di un ménage à trois?" avevi chiesto, asciugandoti maliziosamente le labbra con il dorso della mano.

Avevo pianto.

Così tanto che avevamo dovuto cancellare il concerto previsto per quella  sera, così tanto che in giro avevano iniziato a mormorare che fossi  malato, che stessi morendo.

Così tanto che eri venuto davanti camera mia e mi avevi ordinato di aprirti.

Ti eri seduto sul bordo del letto e avevi afferrato la chitarra, cantando fino a far nascere sul mio volto il più puro dei sorrisi.

"Of all the love I have won or have lost, there is one love I should never have crossed.
He was a boy in a million, my friend.
I should have known he would win in the end
I'm a loser, and I lost someone who's near to me.
I'm a loser and I'm not what I appear to be".

Non era importante il fatto che sicuramente avrebbero cambiato le  parole di quella canzone, le parole che cantavano di un amore da froci.

Era quanto di più simile alla tenerezza che avessi mai fatto nei miei confronti.

Così ti avevo chiesto se quei versi erano per me, e tu avevi detto che non mi  amavi e non lo avresti fatto mai, però ero la cosa più vicina all'amore  che conoscevi.

Me lo ero fatto bastare.

Orde di fan newyorkesi peregrinano fin qui, al Roosevelt  Hospital, per rendere omaggio a un eroe sconfitto. Lennon aveva finito  di registrare Walking On Thin Ice e sembrava aver recuperato la passione  che lo caratterizzava negli esordi con i Beatles.

"Siamo la band migliore che questo fottuto mondo abbia mai conosciuto"  mi giuravi, elettrizzato, spogliandomi ferocemente dei vestiti e  trascinandomi in un vortice di passione e vizi.

A quei tempi non facevamo nemmeno in tempo ad arrivare fino al letto, e  finivamo per far sesso su un tavolo, sul pavimento, a volte sulle scale.

Ci coprivamo come capitava, e mentre rollavi accuratamente una canna  l'unico commento che riuscivo a strapparti era che ti ero divertito, che  era stato divertente.

Tu ti divertivi e io mi innamoravo sempre di più, e sentivo l'amore soffocarmi come un cappio al collo.

Così un giorno avevo raccolto tutto il mio coraggio.

Ti avevo preso in disparte e ti avevo detto due sole parole.

Avevi ridacchiato, scuotendo la testa, e avevi semplicemente risposto "Lo sai che non me ne frega un cazzo, Paul", accendendoti una sigaretta.

Ancora una volta avevi preso quel cappio e ne avevi fatto un collare con cui tenermi al guinzaglio.

Testimone dell'accaduto è stata la moglie Yoko Ono, ora in grave stato confusionale.

Non volevi che ci fosse nessuno in mezzo a noi.

Nessuno più, meno, nonostante o come te.

Solo tu.

Solo tu.

Nella mia vita dovevi esserci tu e basta, senza metri di paragone.

Mi avevi riso in faccia quando ti avevo detto che sì, Linda mi piace. Sai, John, forse la sposo.

Avevamo passato il mio addio al nubilato nella tua macchina, stretti l'uno all'altro, mentre gli altri ci aspettavano per dare inizio ai  festeggiamenti.

Mi avevi preso senza delicatezza, spingendo in me con tutta la rabbia che avevi dentro.

Con le mani affondate nei miei capelli mi avevi giurato che sarei stato sempre tuo.

"Puoi raccontarti quante stronzate vuoi, Paul" avevi ringhiato, con gli occhi offuscati dal piacere crescente, "Ma tu appartieni a me".

Ero rimasto sveglio tutta la notte, a scostarti i capelli dalla fronte e a baciarti dolcemente le palpebre e le guance.

Avevi ragione, avevo realizzato, mentre incastravo l'anello al dito di mia moglie.

Quello che non capivo era che, in realtà, quello che aveva una maledetta paura di appartenere a qualcun altro, eri tu.

La moglie dell'artista si rifiuta per il momento di parlare  davanti alle telecamere, troppo affranta per la perdita del consorte.

Lei era arrivata come un temporale estivo, lei era arrivata e io ero scomparso, lei era arrivata e ti aveva portato via con sé.

"Ho una donna, Paul" mi avevi informato, secco e coinciso, senza neanche guardarmi negli occhi.

I nostri incontri erano continuati, sempre al buio, sempre di nascosto, come gatti randagi alla mercé della notte.

Ti stringevo le carni così forte da farti urlare, pur di farti provare  la metà del dolore che provavo io, e intanto restavo silenzioso.

Durante quelle scopate piangevo, senza fermarmi neanche durante l'orgasmo, che raggiungevo senza emettere il minimo suono.

Avevo passato anni ad aspettare qualcosa che, ora lo capivo, non sarebbe mai arrivato.

Avevo passato anni a baciare labbra smaniose di provarne mille altre.

E tu mi urlavi di reagire, mi picchiavi, mi umiliavi, mi davi il miglior sesso della mia vita, scrivevi canzoni con me.

Tutto pur di rompere quella coltre di indifferenza in cui mi ero rintanato.

Tutto, pur di illuderci che fosse ancora come prima.

Piangevi con me, stretto alle mie cosce, odiandomi come mai avrei creduto possibile.

"Vaffanculo, Paul, vaffanculo" urlavi, soffocando le tue urla contro la pelle sensibile del mio collo, torturandola fino ai lividi.

Già allora profumavi di profumo che non era più quello del tuo corpo sul mio.

Non ci resta che aspettare le dichiarazioni delle persone che più gli erano vicine.

"Me ne vado" avevi detto semplicemente, fissando i tuoi occhi nei miei.

"Io e Yoko ce ne andiamo via, Paul" avevi spiegato, scrollandomi per le spalle.

Se fossi stato più coraggioso ti avrei tenuto con me.

Invece avevo pianto, una volta in più, tanto ormai non faceva differenza: avevo perso il conto delle lacrime versate per te.

Tu mi avevi preso il viso fra le mani, e mi avevi sfiorato le labbra nel bacio più casto e puro che mi avessi mai dato.

"Non ho più bisogno di te, Paul" avevi mormorato, dolcemente.

E te ne eri andato per sempre.

Incuriosisce specialmente la reazione dell'ex compagno di band  Paul McCartney, con cui i rapporti erano divenuti tesi in seguito allo  scioglimento dei Beatles.

Sarà una lunga notte.

Mi verso l'ennesimo bicchiere di whiskey, e lo alzo in aria come a brindare con il vento.

Rock n'roll, baby.






Note



Tra le moltissime storie che ho scritto sui Beatles, questa è di sicuro (anche se molto vecchia) tra le mie preferite.

𝐑𝐎𝐂𝐊 '𝐍' 𝐑𝐎𝐋𝐋, 𝐁𝐀𝐁𝐘 - mclennonWhere stories live. Discover now