Fratelli di sangue

Start from the beginning
                                    

-Newt è tutto okay?- azzardai, rallentando il passo.

Poggiai una mano sul suo braccio e lo costrinsi a fermarsi. Cadde a terra un attimo dopo.
Mi caricai di fiducia e mi sforzai di tirar fuori uno sguardo incoraggiante, sufficientemente vero da farlo rialzare in piedi.

-Non ce la faccio.- ammise quasi in risposta al mio pensiero. Alzò gli occhi su di me e capii che non era la stanchezza ad averlo fatto cedere in quel modo. Capii che c'era qualcosa che non andava. Una ventata di imbarazzo gli coprì il volto.

-Non fa niente, ok? Non fa niente.- sussurrai afferrandolo per un braccio. Cercai di tirarlo su e caricarmelo su una spalla, ma il peso da sopportare fu davvero troppo per me.

-Ragazzi!- gridai a squarciagola. Gli occhi mi si riempirono di lacrime e una riuscì a scivolarmi sulla guancia. La asciugai con la mano e guardai Newt negli occhi. -Ce la faremo, te lo prometto.- dissi cacciando in gola altre lacrime. Avevo i polmoni i fiamme per le urla che continuai a tirare, ma Thomas e Minho dovevano essere già troppo lontani per sentirci.
L'aria si intrise di agitazione e il mio cuore si fece sempre più pensante. Prese a battere dieci volte più veloce del normale, tanto forte dal farmi male al petto.
Un singhiozzo sferzò l'aria, poi un altro e un altro ancora.
Newt si raddrizzò contro il muro portandosi le ginocchia al petto. Mi afferrò la mano, ancora bagnata dalle lacrime.
-Va tu Fagiolina, non ce la faremo entrambi.- deglutì e sbatté gli occhi, ma rimase a guardarmi per tutto il tempo. Sorrisi alla pronuncia di quel nome ancora una volta.
-No, no...- squassai il capo. -Togliti dalla testa questa idea, sei io vado tu vieni con me, altrimenti resteremo qui entrambi.- ribattei sicura di me. Gonfiai i polmoni di aria e lo osservai.
-NO, NO, NO!- gridò squassando la testa come in preda a un capriccio. Per un istante mi ricordò Alby preso dalla pazzia. -DEVI ANDARE!- gridò ancora, spingendomi via con le mani.
Mancavano cinque minuti, forse anche meno alla chiusura delle porte, non potevo stare li a perdere tempo. Feci qualche passo indietro. Incerta lo guardai da lontano. Poi corsi verso la fine del corridoio. Il vento freddo mi colpì la faccia, costringendomi a chiudere gli occhi di tanto in tanto.
Una seconda volta le lacrime minacciarono di bagnarmi il viso.
Voltai a destra poi a sinistra.
Scorsi le porte a pochi metri da me.
-Thomas!- chiamai facendo segno con le mani di raggiungermi. -Minho!-
Quest'ultimo capì e subito accorse in mio aiuto. La sicurezza di essere di nuovo "al sicuro" fu allontanata da un soffio gelido di vento.
-Newt, ha bisogno di aiuto... lui non riesce...- mi fermai per respirare, ma fu un respiro troppo lungo perché Thomas mi interruppe.
-Ci penseremo noi, tu torna indietro!- mi ingiunse il ragazzo. Mi bloccò un braccio, mentre con l'altro cercai di liberarmi dalla stretta.
-Cosa? NO!- urlai più forte che potei. Minho era già corso via, mentre Thomas tentava di allontanarmi e rimandarmi nella Radura prima dello scadere del tempo. Ma non potevo restare là aspettando a braccia conserte, che avrei fatto se fossero rimasti chiusi tutti e tre in quel Labirinto?
Solo ora capii come si era sentito Newt quando era toccato a me Minho e Thomas "il turno di notte" in quell'inferno.
-Riley vai, ti prego!- mi rivolse uno sguardo supplicante.
Dai suoi occhi compresi che gli stavo solamente facendo perdere tempo prezioso, tempo che avrebbe potuto fare la differenza per loro, tra la vita e la morte. Solo allora rilassai le spalle e lo lasciai andare con la consapevolezza che io fossi in salvo.

Attraversai le porte a malincuore per poi venire trascinata da Chuck, fin dentro la Radura. Afferrai il suo braccio, che era proteso verso di me e mi lasciai aiutare a rimanere in piedi.

-Perché sono tornati indietro quei due pive?- disse il ragazzino. Mi venne quasi da ridere alla pronuncia di quelle parole, parve quasi essersi sforzato per dirle come fosse ancora in una fase di poca familiarità con il linguaggio della radura.
Non risposi ma lui non insistette per sapere. Rimasi con lo sguardo fisso sul lungo corridoio del Labirinto, ascoltando il mio cuore che bussava contro la gabbia toracica per uscire.
Feci respiri brevi ma più di frequente, finché non scorsi nel buio le sagome dei tre radurai.
Minho e Thomas, uno da una parte e uno dall'altra, stavano trascinando Newt verso la nostra direzione, quando lo sfregiare della roccia contro la roccia riempì l'aria.
Un gemito sordo uscì dalla bocca dei due ragazzi. Newt aveva il capo chino, non riuscii a vedere il suo viso, ma ero sicura fosse stremato come quando lo avevo lasciato.
Erano abbastanza vicina da farcela, ma la sensazione di panico che mi attanagliava lo stomaco non se ne andò finché non superarono le porte.
Il boato che si udì dopo la chiusura, mi risuonò nelle orecchie per parecchi minuti.
Le gambe di Newt cedettero, finì così per trascinare a terra con sé anche Minho e Thomas. I due si sedettero concedendosi qualche secondo, sicuri del fatto che nessuno avrebbe avuto niente in contrario.
Per poco non piansi quando li vidi tutti e tre li, in salvo dalle grinfie dei Dolenti.
Mi lasciai scivolare a terra sulle ginocchia. Strinsi i denti per sopportare il dolore al ginocchio causato dalla botta che avevo dato subito dopo essere stata salvata.
Mi sporsi verso Newt stringendogli le braccia al collo. Lui mi strinse a sua volta con molta meno forza di quanto immaginai.
-Siamo salvi.- gli sussurrai all'orecchio. -Siamo salvi.- ripetei. Serrai gli occhi trattenendo le lacrime tra le lunghe ciglia. Il cuore continuò a battere forte e anche il ragazzo biondo sembrò accorgersene. -Grazie!- dissi a tutti e tre tirando su con il naso, una volta lontana.
Vidi sorrisi sinceri incurvargli le labbra e mi bastarono per sorridere a mi volta.

Passò qualche ora dalla chiusura delle porte. Io ero con Chuck, avevamo appena finito di gustarci la nostra cena, mentre i ragazzi si riposavano. Decisi di portargli qualche razione di cibo a testa, d'altronde loro lo avevano fatto tante altre volte con me. Chuck era al mio fianco e teneva in mano due dei piatti per i ragazzi.

-Sei la Fagiolina più coraggiosa che abbia mai conosciuto!- stava dicendo tutto esaltato. Scoppiai a ridere e per poco la cena di Newt non mi cadde dalle mani.
-Questo perché hai conosciuto solo me.- risposi dandogli una leggera gomitata, che lo fece sbilanciare un poco.
Il ragazzino fece una smorfia, ma non rispose al colpo.
-Sono sicuro che non ci siano altre ragazze come te, che caspio tu sei entrata nel Labirinto non appena sei arrivata e ne sei uscita viva! Non è da tutti i pive! Hai coraggio!- esclamò con voce fiera, quasi come se stesse parlando di sé stesso. Mi sentii lusingata da tutti quei complimenti, ma la verità era che non avevo niente che loro non avessero, se non la memoria.
-Il coraggio è sopravvalutato.- dissi. -Tutti possono essere coraggiosi, basta voler bene a qualcuno così tanto dallo spingersi anche tra le braccia della morte per salvarla.- Volsi un'occhiata a Chuck, il quale mi stava guardando con occhi sognanti. Gli sorrisi e lui lo fece a sua volta.

Bussai alla porta poi entrai. Newt era seduto sul letto, lo sguardo perso. Minho e Thomas invece stavano ancora dormendo, o almeno lo stavano facendo prima che Chuck irrompesse nella stanza gridando.
-Sveglia! Sveglia!- trotterellò fino ai loro letti, sui quali poggiò i due piatti colmi di cibo.
-Faccia di caspio! Urla un'altra volta in quel modo e potrei non rispondere più di me!- farfugliò Minho lanciando un cuscino verso Chuck, il quale riuscì a spostarsi giusto in tempo.
Risi portandosi una mano alla bocca, poi mi avvicinai a Newt porgendogli il piatto. Lo afferrò ma non toccò niente.
Dalle sue labbra uscì un flebile: -Grazie.- Sorrisi in risposta e restai ad osservarlo.

-Fagiolina,- mi chiamò Minho, così fui costretta a voltarmi. -prima che accadesse il finimondo... Newt mi ha detto che volevi parlarmi.- disse lanciando un'occhiata all'amico.
Così di punto in bianco mi ritrovai senza parole, quando lo avevo detto a Newt ero rinchiusa in Gattabuia e pensavo di avere tutta la notte a disposizione per pensare a un discorso da fare. Ma ora? Non potevo tirarmi indietro, altrimenti non sarei mai più riuscita a dirlo.
Mi morsi le labbra e mi spinsi di più verso di lui.
-Si.- risposi. -Volevo parlarti...- inghiottii la saliva che sembrò essere un ostacolo. Ricominciai: -Vi avevo detto che il ragazzo che mi ha aiutata ad arrivare qui si chiamava Nick, e che era il fratello di uno di voi...- La stanza era piombata nel silenzio e gli occhi di tutti e quattro i radurai mi guardavano con impazienza. -Minho sei tu.- rivelai e la voce si ruppe a quelle ultime due lettere. -Nick, il ragazzo che mi ha aiutata, è tuo fratello.- terminai sfregandomi gli occhi che prudevano a causa delle lacrime trattenute.
Il viso del ragazzo sembrò essere attraversato da una nuvola scura.
-Quale fottuta faccia di caspio farebbe venire una ragazza in un posto come questo, invece di venire lui stesso? Non può essere mio fratello!- sentenziò sbattendo con forza il pugno sul letto. Thomas trasalì e Chuck fece lo stesso.
Io squassai lentamente il capo.
-Lui non poteva...- stavo dicendo prima che mi interrompesse. Mi innervosiva il mondo in cui tutti li lo facevano.
-Perché no? Aveva paura di sploffarsi nei pantaloni?- scherzò ma la sua espressione rimase impassibile.
-No, è immune come tutti voi... ma è più grande, quindi la WICKED lo ha preso a lavorare con sé, invece che spedirlo qui con tutti voi. Sono stata io a offrirmi di venire qui e lui mi ha sostenuta.- raccontai, gli occhi bassi puntati sulle mani. -E' stato il mio migliore amico per tutti questi anni.- terminai. Volsi un pensiero a lui, rievocai il suo volto nella mente e immaginai come potesse sentirsi ora.
Solo.
...

*SpazioAutrice*

Ecco qui il capitolo che vi avevo promesso!
Continuate a votare e a commentare :)
E se avete bisogno di sapere qualcosa chiedete pure ❤
Spero vi sia piaciuto ❤😉

Alla prossima..

#Pubblicità
2) Alla ricerca di me (Melastronaut)
3) Travolti dal destino (Yle_994)

The Maze Runner - L'IniziazioneWhere stories live. Discover now