22. Occhi belli.

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Harry


Sono passati due giorni dall'incidente e per fortuna sono stato dimesso con ferite non molto complicate, a parte qualche punto di sutura.
Chi doveva dirmelo che il week-end romantico che avevo progettato per Rose, sarebbe finito così drasticamente? La risposta più ovvia a tutti i miei problemi è una sola: Cole.
Non fa parte delle nostre vite, non lo vedo continuamente eppure sento la sua presenza costante come un fantasma.
Se solo ci penso vorrei prenderlo ancora a calci e lo farò, una volta guarito.
Non abbiamo avuto notizie nemmeno sul "pirata della strada" che mi ha messo sotto, colpevole. Ma va bene, risolverò anche questa. Anzi sarà proprio l'avvocato di mio padre a farlo che appena ricevuto la notizia, si è messo subito alla ricerca del pazzo in questione.
Ma tutti questi pensieri vanno via quando Rose arriva in camera con un vassoio pieno di tante cose buone da mangiare.
È un santa questa donna e credo che sia proprio quella giusta per me. I suoi capelli raccolti in una bassa coda spettinata mi fanno capire che li abbia sistemati frettolosamente. E poi, quel suo sorriso: cavolo, vorrei essere proprio come lei. Sempre sorridente e positiva. Cioè, ha addirittura visto del buono in me e lo ha tirato fuori, credo sia la dimostrazione d'amore più bella che possa esistere.

«Che c'è?», mi chiede sorridendomi mentre appoggia il vassoio sul comodino al mio fianco.

«Mh?», mugugno sbattendo a scatti le palpebre.

«Avevi uno sguardo perso mentre mi fissavi», spiega leccandosi un dito sporco di Nutella. Deve aver ceduto alla tentazione di prenderne un po' direttamente dal barattolo e sbuffo una risata.

«Semplicemente, ti guardavo», le afferro la mano e porto il dito alla bocca leccando via ciò che rimane dell Nutella.
La cosa più soddisfacente, però, è la sua faccia sorpresa. È in evidente imbarazzo, le guance rosse, la bocca schiusa e il respiro mozzato.
Che vista paradisiaca! È terribilmente stupenda.

«Squisita», annuncio guardandola negli occhi mentre mi lecco le labbra, una volta lasciata la sua mano. E in questo momento, dubito fortemente che il mio commento sia ferito alla Nutella e anche lei lo sa, tanto che il rumore del suo fiato sospeso in aria arriva forte e chiaro alle mie orecchie.
Come mi piace avere il controllo, specialmente su di lei.

«Tu non hai idea delle cose che vorrei farti», sussurro tracciando, con i polpastrelli, la linea delle sue clavicole.
La sento sospirare e sarà sicuramente eccitata. Anche io, solo avendola al mio fianco, mi eccito da morire.
Continuo ad accarezzare la sua pelle dolcemente, fino ad arrivare al solco del suo seno. Le volgo un altro sguardo ma stavolta non incontro il suo. Tiene gli occhi chiusi, beandosi del mio tocco, e non posso fare altro che sorridere soddisfatto. Traccio debolmente le curve, la cucitura della scollatura mi invita a sorpassare ogni barriera ma il leggero pizzicore alla gamba mi ricorda che non posso fare grandi acrobazie, rovinando addirittura il momento.

«Che succede?», chiede preoccupata spalancando gli occhi.

«Niente di che, ogni tanto i punti al ginocchio tirano un po'», le spiego sospirando mentre il dolore scompare.

Lei mi guarda come dispiaciuta e mette su un sorriso evidentemente forzato per non darmi a vedere nulla. Troppo tardi, bambolina.
Le accarezzo la gamba cercando di rassicurarla e trasmettergli tutto il mio amore.
E poi, lei non ha nessuna colpa.
Mi ricordo solo adesso della colazione che mi ha preparato e mi volto verso di essa, ancora fumante.

«Cos'hai preparato di buono? Anche se non avresti dovuto sforzarti così tanto. Sono momentaneamente allettato, mica sul punto di morte», la prendo in giro cercando di alleggerire l'atmosfera.

Per fortuna ottengo l'effetto desiderato perché, subito dopo, la sua risata aleggia tra noi.

«Che stupido!», mi rimprovera. «Da domani non ti preparerò più nulla!», si finge offesa mettendo su un broncio.

𝐀𝐦𝐨𝐫𝐞 𝐝𝐢 𝐓𝐞𝐬𝐭𝐢𝐦𝐨𝐧𝐢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora