8.

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<< Tutto ok? >> la mano di Aiden strizzò la mia in una stretta affettuosa; voltai il viso, guardandolo negli occhi e sfoderando un sorriso smagliante.

<< Certo, tu? >> risposi ridacchiando, non capendo il senso di una tale domanda.

<< Mai stato meglio. >> il suo sguardo catturò il mio, e per un attimo restammo immobili a fissarci, mentre il mio cuore e il suo respiro accelleravano.

<< Hey piccioncini, volete restare lì fuori tutta la sera? Muovetevi! >> la voce di Olivia ci riportò alla realtà, facendomi calare lo sguardo, imbarazzata. Sentii Aiden sospirare, e poi tirarmi delicatamente in direzione della scuola. << Meglio andare. >>

Roy e Liv - che, più che nella pelle, non stava più nel vestito - ci aspettavano davanti all'entrata della palestra, un sorrisino malizioso ad incorniciare le labbra di entrambi. Roteai gli occhi e passai davanti alla mia migliore amica.

<< Posso? >> domandai ironicamente, prima di spingere con forza il maniglione antipanico. Le porte della palestra si spalancarono.

Oltre ad esse c'era il caos.

L'aria era acre per il sudore dei corpi ammassati, e per quello che sembrava fumo.

Tonfi e cigolii acuti provenivano dagli spalti, mentre musica psichedelica da discoteca continuava ad uscire dalle casse, inframmezzata da crepitii e ronzii inquietanti.

Studenti ed insegnanti correvano in giro come impazziti, o se ne stavano piegati in due, le mani sulle orecchie, urlando. I loro vestiti erano sporchi, strappati, i loro volti scuri e deformi.

Una soffusa luce rossastra faceva brillare come specchi delle macchie scure sul pavimento.

La poca illuminazione che c'era se ne andò di colpo, e nel buio brillavano come braci in fondo agli occhi di fantasmi soltanto le scritte delle porte d'emergenza, tutte bloccate.

Calò il silenzio.

Trasalii e sbattei furiosamente le palpebre: davanti a me si apriva la palestra della scuola, decorata da ghirlande e palloncini nei suoi colori, blu e bianco.

Festoni intrecciati scendevano dagli spalti, e pacchiane palle argentate da discoteca pendevano dal soffitto.

Studenti ed ex-studenti si scatenavano al centro della pista improvvisata, agitandosi al ritmo di scadente musica dance.

Districai la mano dalla maniglia della porta, che ancora tenevo stretta: le nocche, bianche, mi dolevano un po'.

Avevo appena avuto... cos'era stato, un sogno ad occhi aperti, una fantasia particolarmente vivida, una visione?

Non lo sapevo, ma mi aveva lasciato la stessa sensazione che provavo svegliandomi dopo il mio incubo ricorrente: sudore freddo che mi scorreva lungo la schiena, e la sensazione che tutta la forza nel mio corpo fosse stata risucchiata. Dovevo anche essere molto pallida, perché quando Aiden - che mi stava trascinando oltre la soglia, al seguito di Olivia e Roy - si voltò a guardarmi, il sorriso si spense sul suo voltò e mi rivolse un'occhiata preoccupata.

<< Qualcosa non va? >> mi urlò sopra il frastuono della musica.

Cercai di sorridere, ma le mie labbra parevano di cartapesta e il risultato dovette apparire piuttosto patetico. << No, no >> mentii in un sussurro che lui dovette leggere dalle mie labbra, visto che non sentivo di avere voce sufficiente a urlare per sovrastare il frastuono. << Ho solo bisogno di bere qualcosa. >>

What's wrong with EvanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora