Prologo

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Il primo ricordo che ho di Evan, cronologicamente parlando, non é propriamente mio, ma dell'obbiettivo della vecchia telecamera di mio padre al nostro terzo compleanno.

Il filmino, ritrovato dalla sottoscritta in una vecchia cassa polverosa piena di nastri VHS impilati e abbandonati, recitava "Compleanno Evan & Lyanna, 1999".

Non so perché in quell'afoso pomeriggio di agosto decisi di prenderlo, infilarlo nella cassetta che faceva da adattatore e spingerla nel registratore: forse non c'era niente di interessante in tv, o faceva troppo caldo per uscire e io mi annoiavo.

Il video partì con un crepitìo, inquadrando il nostro giardino sul retro poco diverso dal presente, fastidioso segno della riluttanza verso i cambiamenti dei miei genitori, che a quanto vedevo in dieci anni erano riusciti solo a girare di 30 gradi il vaso decorato delle peonie.

L'obbiettivo roteò come un insetto impazzito per un momento, inquadrando confusamente i volti un po' sgranati - e decisamente più giovani nelle loro pettinature fuori moda - di zii e nonni, mentre sorridevano e agitavano le mani con aria un po' stupida.

L'immagine si fissò finalmente in mezzo al prato verde e curato, dove due bambini sedevano in mezzo a mucchi stropicciati di carta da regalo e scatole colorate.

La bambina, con morbidi ricci color castano dorato - che con il tempo si erano stirati e scuriti - stringeva ridendo un coniglietto di pezza - Mr. Trobbs, che riposava tutt'ora su una mensola nella mia camera -, mentre il bambino, un ciuffo di capelli biondi che gli copriva uno degli occhi neri, se ne stava immobile al suo fianco, lo sguardo perso nel  vuoto, il modellino di un camion dei pompieri abbandonato davanti a lui.

La telecamera traballò un po' e si udì la voce di mio padre, Matthew Roberts, un po' arrocchita ed echeggiante:

<< Hey, ragazzi! Come sta andando il vostro compleanno? Vi divertite? >>

La bambina sorrise, stringendo il coniglietto con più forza. << Certo papà! >>

Il bambino sollevò appena la testa, fissando lo sguardo sulla macchina da cinepresa. Non guardava nostro padre, o le sue mani, e nemmeno lasciava vagare lo sguardo sull'oggetto a lui estraneo: i suoi occhi erano puntati dritti al centro dell'obbiettivo, carichi di rabbia e rancore in misura tale da sentirmi bruciare da quello sguardo che attraversava tempo e spazio perfino stando nel nostro solito salotto, seduta davanti allo schermo della tv.

Evan abbassò la mano e prese il camioncino, un regalo di zia Judith mi pare di ricordare, che aveva ignorato fino a quel momento.

Fu con precisione chirurgica che portò indietro il braccio e lo lanciò dritto verso la telecamera, con troppa forza e odio per un qualsiasi bambino di tre anni.

Lo schermo del televisore si increspò in tante sottili strisce grigie, e il nastro del registratore si fermò con un click, ad avvisarmi che il video era giunto al termine.

Salve a tutti!

Mi sono iscritta da poco su wattpad e questa é la mia prima storia: questo é solo un piccolo assaggio, un prologo che spero vi incuriosisca e vi invogli a seguirla :)

Il primo capitolo arriverà presto, spero già stasera, e niente, spero di non sbagliare nulla nel postare perché non ho ancora ben capito come funzionano le cose qua hahaha

Se qualcuno per qualche motivo che non riesco a immaginare vorrebbe contattarmi, mi trovate qui:

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Ah, e grazie mille ancora a @pterie_scrive per la bella copertina :D

A presto,

Lisa

What's wrong with EvanWhere stories live. Discover now