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Io e mio fratello non avevamo molte lezioni in comune, come due alunni qualsiasi, ma inglese era una di queste.

Lo scorsi in uno degli ultimi banchi e gli feci un cenno, ma lui non si accorse di me perché troppo impegnato ad incidere qualcosa sul banco con la punta delle forbici, oppure mi ignorò deliberatamente.

Mi sedetti vicino a Livvy e lei si sporse verso di me:

<< Hai letto il libro assegnato da Mr. Hardy? >>

<< Il Paradiso Perduto di Milton? Sì, ma all'inizio delle vacanze e piuttosto sbrigativamente, perciò non ricordo molto. >>

<< Io no. >> ammise lei con aria colpevole.

<< Livvy! >> la rimproverai << Farai diventare i capelli bianchi al signor Hardy prima del tempo. >>

<< Vuol dire che dovrò ricorrere al mio incredibile charme nel caso mi scopra. >> si pavoneggiò scostandosi i capelli dalla spalla con un movimento da diva.

Roteai gli occhi e mi misi composta all'ingresso dell'insegnante in classe.

Il professor Hardy era decisamente l'insegnante preferito della maggior parte delle ragazze a scuola: sotto la trentina, capelli mossi castano cioccolato, fisico atletico che teneva in forma correndo attorno ai campi da gioco della scuola la domenica mattina dalle 8 alle 10, degli occhiali neri e squadrati ad incorniciare un paio di dolci e affascinanti occhi dorati, che diventavano simili agli abissi dell'Inferno durante i test e quando gli si disobbediva, e, beh, ogni volta che guardava Livvy.

La mia amica infatti gli aveva fatto una corte spietata, pubblica e imbarazzante fin dal primo giorno in cui quel poveretto aveva messo piede nella nostra scuola, l'anno scorso; un po' era iniziato tutto per prendere in giro il novellino che in apparenza non sarebbe stato capace di farsi rispettare nemmeno per mezzo minuto, ma poi, una volta appurato che questa prima impressione era assolutamente falsa, la cosa era andata avanti perché - come Livvy si era premurata di informare Mr. Hardy a metà anno scolastico - era ormai sicura che lui fosse " la piú grande ispirazione al sapere della sua giovane e acerba mente", e in quanto tale poteva anche "approfittare del suo giovane corpo, in qualsiasi momento e luogo ne sentisse il bisogno."

Quella volta si era beccata tre giorni di punizione, ma verso la fine dell'anno il professore si era rassegnato a quella che considerava una presa in giro della sua autorità piú che "un corteggiamento sincero e appassionato", e aveva cominciato a scherzarci sopra anche lui.

Appena lo vide Olivia si portó una mano alla bocca e urló attraverso la classe: << Woah, questa giornata ha appena preso una piega decisamente positiva! É piú in forma che mai, professore! >>

<< Così come le sue corde vocali, signorina Harris. >> Appoggió la sua valigetta di pelle consunta sulla cattedra e ci guardó da sotto il ciuffo di capelli castani, un sorriso sincero a increspargli le labbra. << É un piacere rivedervi, ragazzi, anche se sono sicuro che non sia lo stesso per voi. Come sono andate le vostre vacanze? >>

Mentre un paio di alunni raccontavano degli aneddoti divertenti accaduti durante l'estate, io cercavo disperatamente di ricordare il piú possibile la trama del Paradiso Perduto, un poema estremamente lungo e complesso composto da innumerevoli libri - che avevo letto svogliatamente e a tratti, pensando di riuscire a cavarmela grazie ai riassunti di Wikipedia - che raccontava di come il diavolo aveva corrotto Adamo ed Eva facendoli cacciare dal giardino dell'Eden, e su cui Hardy ci avrebbe interrogati di lì a poco.

<< Allora >> il professore batté le mani per richiamarci all'ordine << Parliamo un po' del Paradiso Perduto? Sapete che é solo una domanda retorica. >>

What's wrong with EvanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora