Cigarettes

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Era passata una settimana da quando Luke e Clary erano andati a parlare con Michael e non avevano più avuto modo di farlo, dato che il castano era stato assente tutta la successiva settimana. Erano le 07.45 di martedì mattina e il giovane Clifford stava chiudendo la porta del suo magazzino, pronto, se così si può dire, per l’ennesimo giorno di scuola. Arrivato guardò il suo orario, alla prima ora avrebbe avuto matematica con “quella strega della Bailey”, come gli piaceva definirla. Entrando era passato davanti ai quei due ragazzi che gli erano andati a parlare sulle scale la settimana precedente, si fumavano una sigaretta in pace, senza proferire verbo, ma insieme. Mentre si dirigeva verso l’aula di matematica pensò che quella che aveva visto era Clary Cooks, brava ragazza per eccellenza, con una sigaretta tra le labbra. Scrollò la testa e scacciò quel pensiero, non erano fatti suoi e non gli interessava. Entrò nell’aula dove la professoressa si era già accomodata e stava accendendo il suo portatile.

«Buongiorno anche a lei Clifford.» disse piatta, senza sollevare gli occhi dallo schermo. «È stato assente la scorsa volta, perciò questo è il programma del semestre.» continuò più piatta di prima, appoggiando un plico di almeno dieci pagine sulla cattedra e scrutando il ragazzo da sopra la montatura degli occhiali. Michael, che era quasi giunto al suo posto in fondo alla classe, si voltò e si avvicinò al tavolo. Prese il foglio e fece un sorriso strafottente alla professoressa, che ricambiò con un altrettanto sorriso falso. «Questa diventa sempre più odiosa ogni anno che passa.» pensò. Erano ormai cinque anni, essendo stato bocciato, che Michael vedeva quella professoressa alla prima ora del martedì mattina. Il castano si guardò intorno e solo in quel momento notò che la classe era vuota, c’erano solo lui e la “stregaccia”. Il ragazzo si mise a fissare fuori dalla finestra, quel giorno a Londra pioveva, nulla di speciale, normale amministrazione per quella città. Improvvisamente si sentì il rumore della maniglia che si abbassava bruscamente: una ragazza con lunghi capelli castani nascosti nel cappuccio della felpa era caduta addosso alla porta, facendo abbassare la maniglia.

«Questa me la paghi, Hemmings!» gridò la ragazza, ridendo, a qualcuno fuori dall’aula. Poi si voltò e, sistemandosi la gonna della divisa e la felpa, diede il buongiorno all’insegnante. Solo quando la ragazza parlò, Michael si rese conto di chi fosse. Non poteva crederci, quella ragazzina l’avrebbe perseguitato per tutto l’anno. Non era possibile che Clary Cooks sarebbe stata nel suo corso di matematica fino alla fine dell’anno. «Non anche qui!» pensò. Dato che era ancora presto, la lezione non sarebbe iniziata prima di un quarto d’ora, il giovane Clifford decise di passare il suo tempo infastidendo la piccola Clary, sapeva già che la professoressa non l’avrebbe sgridato, «Troppo impegnata a navigare sui siti d’incontri per punirmi.» pensò.

«Hey, Cooks! Sai che quello che hai fatto prima non è da “brava ragazza”?» disse. Clary si voltò verso la fonte di quella voce. «Meraviglioso!» pensò «Quindi l’assente della scorsa settimana era lui! Non poteva andare meglio!» Quello di matematica era uno dei pochi corsi che Clary non faceva con Luke, uno dei pochi corsi in cui si trovava “sola”, non avrebbe mai voluto affrontare Michael Gordon Clifford da sola, ma l’avrebbe dovuto fare. Non era una “brava ragazza” qualunque lei, anche se cordialmente, non si sarebbe certo fatta mettere in testa i piedi da lui. Perciò lo squadrò da capo a piedi, ne osservò ogni centimetro, ne scrutò ogni minimo movimento, ne fissò ogni singola piega o ombra.

«Hey, Clifford! Non credo che siano affari tuoi.» disse gentilmente, facendo dell’ironia. Si voltò e ricominciò a scarabocchiare su un foglio, come prima che quel ragazzo così sfacciato la interrompesse. Michael non riuscì a controbattere, pensava che si sarebbe arrabbiata, si aspettava che gli sbraitasse addosso, e invece niente. Il castano fece un sospiro e tornò a fissare fuori dalla finestra. Buttò la testa in dietro e fece un lungo respiro, chiudendo gli occhi. Aveva bisogno di una sigaretta, decisamente. Perciò prese la sua tracolla e si alzò facendo rumore con la sedia. Clary si voltò a guardarlo e lo seguì con la testa finche non uscì dalla classe sbattendo la porta. La professoressa Bailey sussultò a quel rumore, scrutò la classe, fissò qualche secondo la ragazza, che alzò le spalle per niente sorpresa, e tornò a trafficare con il suo computer.

Uscito dalla scuola Michael prese le sue sigarette e uscì dal cancello, accendendone una. Chiuse gli occhi sentendo il fumo riempirgli i polmoni e si sedette sullo scalino del marciapiede. Cercava di pensare, ma non sapeva a cosa. Allora decise di non pensare, ma pensò di non pensare e quindi a qualcosa stava pensando. Sentì la campanella suonare e qualcuno gli si sedette a fianco. Non si voltò per controllare chi fosse, ma sentì lo scattare di un accendino. Vide una nuvola di fumo aggiungersi a quella che lui aveva già creato, a quel punto si voltò.

«Che ci fai qui fuori, ragazzina? Non perdi la lezione?» esclamò alla vista di Clary. Lei si mise a ridere. Semplicemente rise. Michael la guardava con gli occhi fuori dalle orbite. Credette di avere le allucinazioni. Cosa stava facendo quella santarellina, lì fuori, con lui, a fumare? La lezione era appena iniziata e lei era fuori dal perimetro della scuola a fumare. Non era possibile. La sua mente doveva avergli fatto qualche stupido scherzo.

«Guarda che ti cade la cenere sulle scarpe se non stai attento.» disse lei, voltandosi e sorridendogli. Michael era sempre più sbalordito. Fece cadere la cenere a terra poi si voltò a guadare la nuvola di fumo che la ragazza seduta al suo fianco aveva creato. Fece un tiro e unì il fumo proveniente dai suoi polmoni a quello già presente nell’aria, prodotto dalla ragazza. Sentirono il rumore del cancello che si chiudeva alle loro spalle, con qualche cigolio, e qualcuno che correva. Michael si voltò a fissare Clary buttare la testa indietro, lasciando che il fumo le riempisse i polmoni. Non espirò, non si lasciò uscire nessuna nuvola di fumo dalle labbra. Ma la vista del ragazzo fu interrotta da qualcuno che si sedeva al fianco della ragazza.

«Allora? Che si fa?» disse. Si voltarono entrambi verso il biondo che aveva parlato. Il castano iniziò a passare lo sguardo da uno all’altro. Che diavolo ci facevano quei due lì? Scrollò la testa e si rese conto che la sua sigaretta aveva finito di bruciarsi, arrivata ormai al filtro. La cenere era rimasta attaccata, ma una leggera folata di vento l’aveva scossa facendogliela cadere sui piedi. Per fortuna aveva smesso di piovere, altrimenti si sarebbe appiccicata sulle sue scarpe.

«Te l’avevo detto.» disse la castana, sorridendogli. Si alzò in piedi sospirando e buttando ciò che restava della sua sigaretta a terra. «Noi torniamo dentro,» disse aiutando Luke ad alzarsi, «tu vieni con noi?» concluse porgendogli la mano. Michael scoppiò a ridere, gli era sembrato troppo strano che quei saltassero qualche giorno di scuola. Ora il tutto si era fatto chiaro ai suoi occhi. I due amici lo guardarono straniti e sorpresi. «Come vuoi.» sospirò Clary, «Dirò alla Bailey che hai marinato la scuola e che ci hai costretti ad uscire dal perimetro, facendoci fare ritardo, così avrà materiale a sufficienza per sospenderti e dovrai per forza restare in questa scuola un altro anno.» si corrucciò la ragazza. Luke capì che stava decisamente esagerando, quelli non erano affari loro e lei stava diventando troppo testarda. Perciò la tirò per un braccio sussurrando un «Dai, Clary, torniamo dentro.» che la ragazza non ascoltò. Era fissa davanti a Clifford, con gli occhi putati in quelli del ragazzo, con un’aria che voleva sembrasse minacciosa, ma che sembrava solo di una bambina che vuole riavere il suo giocattolo indietro.

«Credo che tu debba ascoltare il tuo fidanzatino, ragazzina.» disse perciò Michael distogliendo lo sguardo dalle iridi verde scuro della ragazza. Per lei era troppo, aspettò che si alzasse in piedi e gli stampò una cinquina in piena guancia. «Che cazzo fai, ragazzina!» strillò il castano, portandosi entrambe le mani sulla guancia colpita. La ragazza si voltò e tornò verso la scuola, attraversando il cancello pedonale. Luke era rimasto immobile, era esterrefatto dal comportamento della sua migliore amica.

«Io… io credo che ci convenga seguirla…» sussurrò abbassando lo sguardo il biondo. Così attraversò anche lui il cancello pedonale, seguito dal più grande che era ancora intento a massaggiarsi la guancia. Quando il castano entrò in classe trovò Clary già seduta al suo banco. Fu costretto a passarle vicino, così lei gli sussurrò un «Sapevo che mi avresti seguita.» ridacchiando. Quando gli altri compagni si accorsero del rossore sulla guancia di Michael scoppiarono in una fragorosa risata generale. Il castano si sedette al banco dove si era già accomodato prima e sospirò. «La pagherai Cooks, la pagherai molto cara.» pensò fissando la schiena della ragazza seduta al primo banco.

She Hasn't Been Caught // Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora