Fase 5: Vite A Un Solo Senso

9 1 0
                                    

Mi guardai un'ultima volta allo specchio prima di uscire di casa per incontrare per la prima volta Shane al ristorante Amelie; dopo un intero pomeriggio passato nel mio guardaroba a scegliere cosa indossare per la serata, alla fine avevo optato per una canotta di cotone nera, una camicetta di chiffon colo crema semitrasparente, una gonna di cotone blu scuro e dei tronchetti di pelle nera.

Più il momento di incontrare il ragazzo con cui avevo messaggiato per qualche mese si avvicinava e più rimpiangevo la mia scelta di accettare il suo invito a cena in un ristorante così elegante e così diverso dal mio stile. Continuavo a arrotolare una ciocca di capelli corvini attorno all'indice destro pensando che forse non ero abbastanza raffinata per un poso del genere o per una persona del genere e che prima che la serata giungesse a termine mi sarei decisamente resa ridicola un'infinità di volte.

Con un respiro profondo risistemai i capelli sulle spalle e controllai che il trucco fosse ancora al suo posto. Gli occhi azzurri che mi osservavano dalla superficie riflettente erano pieni di terrore e leggermente lucidi, tramettevano tutta la paura che mi faceva tremare le mani e mancare il respiro da quella mattina.

Recuperai una pochette nera dall'armadio, infilai dentro il cellulare, la patente, la carta di credito e il rossetto prima di chiuderla e avviarmi verso l'ingresso. Indossai un cappotto nero di panno e una sciarpa di lana rosa antico ed uscii diretta al parcheggio davanti a casa mia.

Ci volle una decina di minuti per raggiungere la mia destinazione e la vista del ristorante mi fece sentire ancora più inappropriata; il locale, distribuito su due piani, era un elegante edificio di solo vetro e acciaio che emanava una forte aura di soggezione su chiunque passasse lì vicino con le lunghe ombre che formava sulla strada.

Nel momento in cui misi piede all'interno, una donna sulla trentina con i capelli castani raccolti in uno chignon, gli occhi ambrati messi in risalto da uno strato di mascara e una divisa bianca e nera da cameriera mi avvicinò ed iniziò a parlare con un sorriso. A gesti cercai di spiegarle che non riuscivo a sentire una sola parola del suo discorso, ma che cercavo qualcuno; la donna, che stando alla targhetta si chiamava Meredith, si portò una mano vicino alla bocca e sorrise imbarazzata prima di mostrarmi la lista delle prenotazioni della serata e farmi puntare al cognome Kellerman.

Sempre con un sorriso la donna indicò le scale a chiocciola poco distanti e mi guidò fino al piano superiore; la terrazza era adornata con varie tipologie di piante lungo tutto il perimetro, svariati lampioni donavano un'atmosfera calda e accogliente ad ogni tavolo e l'assenza completa di ombrelloni rendeva la vista del tramonto una delizia per gli occhi.

Poco più avanti, seduto da solo ad un tavolo per due persone, assorto nei suoi pensieri era seduto Shane, i capelli color grano gli ricadevano sulla fronte a pochi centimetri dagli occhi verdi, fissi sulla punta del coltello davanti a lui. Quando alzò la testa, tutto il viso sembrò illuminarsi e Shane si alzò con un sorriso enorme e gli occhi puntati su di me; la camicia bianca che indossava gli fasciava perfettamente il corpo, i jeans scuri gli ricadevano sui mocassini blu mentre la giacca zaffiro era abbandonata sullo schienale della sedia alle sue spalle.

Nel momento in cui raggiunsi il nostro tavolo e Meredith ci lasciò, Shane mi aiutò a sedermi e poi prese posto davanti a me senza smettere neanche un attimo di sorridere, contagiando anche me; qualche secondo più tardi scosse leggermente la testa e iniziò a gesticolare felicemente.

"Ciao Lucy" riuscì a dire perfettamente nella lingua dei segni facendomi sorridere ancora di più.

"Ciao Shane" risposi pensando a quanto fosse carino da parte sua imparare almeno un paio di frasi base per poter parlare con me durante la serata.

"Sei stupenda" commentò lui provocando l'avvampare improvviso del mio volto e il mio conseguente imbarazzo.

"Grazie" risposi senza riuscire a guardarlo negli occhi "Anche tu stai molto bene"

Questa volta fu lui ad arrossire, forse perché non si aspettava che rispondessi in quel modo o forse perché nessuno glielo aveva mai detto prima, ma il suo sorriso e la luce dei suoi occhi mi fecero comunque capire che il complimento era più che apprezzato.

"Grazie" riuscì a dire prima che un cameriere attirasse la sua attenzione avvicinandosi al nostro tavolo.

Mentre i due ragazzi parlavano, io cercavo di concentrarmi sul menù e sul decidere cosa mangiare quella sera nonostante le milioni di farfalle nel mio stomaco mentre allo stesso tempo tenevo d'occhio la conversazione nel caso in cui il cameriere decidesse di prendere la mia ordinazione.

Dopo un paio di minuti di dialogo probabilmente sul vino da scegliere per la cena, il ragazzo in camicia bianca e farfallino nero si voltò verso di me e iniziò a parlare; concentrandomi sulle sue labbra riuscii a capire un "e per la signorina?" ma prima che potessi puntare sul menù la mia scelta, Shane ripeté nel linguaggio dei segni la stessa domanda con un sorriso.

Quando il cameriere si allontanò con le nostre ordinazioni, trovai gli occhi smeraldo di Shane fissi sul mio viso e gli regalai un ampio sorriso; non mi dispiaceva il fatto che avesse pensato di ripetere la domanda del giovane, ma forse avrei dovuto dirgli che so leggere il labiale da quando avevo dodici anni.

"So leggere le labbra" dissi provocando lo spegnimento graduale della luce nei suoi occhi "Avrei dovuto dirtelo prima"

"No" rispose lui a gesti per poi formulare il resto del discorso come avrebbe fatto con chiunque altro "Sono stato stupido a pensare che avessi bisogno del mio aiuto"

"Non è vero" replicai con un sorriso "È stato carino da parte tua"

"Grazie per non farmi sentire un completo idiota" commentò lui riacquistando una certa luce nelle iridi.

Un uomo sulla cinquantina, seduto accanto a noi al tavolo con la moglie si sporse verso Shane e lo toccò sul braccio per attirare la sua attenzione. Non riuscii a leggere il suo labiale dato che era girato di lato, ma immaginai che il signore, distinto, in un completo nero e con la barba appena fatta, gli stesse chiedendo per quale motivo fosse uscito con una ragazza che non poteva parlare o sentire niente; per tutta la conversazione Shane sorrise forzatamente, segno che forse le mie idee sul tema del dialogo non erano poi troppo distanti dalla realtà.

Un paio di mesi prima avevo confessato a quel ragazzo dolce e carino conosciuto online tramite un blog di arte che ero sordomuta dalla nascita e lui non si era minimamente scomposto, aveva continuato a scrivere come al solito, a comportarsi come al solito e adesso era lì davanti a me che cercava di spiegare ad un uomo di quasi trent'anni più grande i motivi per cui aveva scelto di uscire a cena con me.

Quando si voltò nuovamente nella mia direzione lo fece con uno dei sorrisi più sinceri mai visti in tutta la mia vita e iniziò a spiegarmi cosa l'uomo gli avesse detto cercando di essere chiaro e al contempo di non farsi capire dal diretto interessato.

"Mi ha chiesto perché non parli" spiegò lui portando una mano aperta sul lato della bocca più vicino all'uomo "Gli ho detto perché è così e basta. E poi mi ha chiesto perché ti ho invitata a cena"

"E tu?" domandai a gesti sperando che capisse "Che hai risposto?"

"Gli ho detto che ti ho invitata per la tua dolcezza, le nostre passioni comuni e il tuo senso dell'umorismo" rispose lui con un sorriso piuttosto soddisfatto "E poi gli ho chiesto se per caso non riusciva a vedere quanto bella sei"

Tutta la mia faccia divenne della stessa sfumatura delle nuvole che venivano baciate per l'ultima volta dal Sole di quella giornata e lui sorrise, non solo con le labbra, ma con tutto il viso e con tutta l'anima. Nonostante fossi seduta a quel tavolo da soli quindici minuti, mi fu subito chiaro che quello sarebbe stato il miglior appuntamento mai avuto in tutta la mia vita.

You've reached the end of published parts.

⏰ Last updated: Sep 16, 2017 ⏰

Add this story to your Library to get notified about new parts!

A Writer's Tale Contest BookWhere stories live. Discover now