Fase 2: La Chimera del Dottor Lice

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Quella mattina il Sole era oscurato da grandi nuvole nere cariche di pioggia, l'aria era scossa da un vento freddo e in lontananza si udivano forti tuoni agghiaccianti. Il dottor Rickard Olson, biologo marino al Blackridge Zoological Centre, scese dalla sua auto ed entrò nella struttura cristallina che da quasi trent'anni era il suo posto di lavoro.

Ravviò i capelli brizzolati mentre percorreva i corridoi ancora deserti e silenziosi; adorava arrivare a lavoro prima degli altri per potersi sistemare in completa libertà e autonomia. Posò la pesante giacca marrone nel suo armadietto e la sostituì con un camice bianco, pronto ad iniziare la giornata.

Si diresse verso il suo laboratorio, nella sezione ovest del centro zoologico, dedicata alla fauna marina e alla sua conservazione. Aprì la porta di metallo con il suo nome sopra e accese tutte le luci; la stanza era enorme, piena di tavoli da lavoro, computer, microscopi, armadietti contenenti ogni singolo strumento scientifico necessario nel laboratorio di un team di ricercatori come quello del dottor Olson .

Sorridendo, Rick si avvicinò alla parete opposta alla porta dove si trovava la sua postazione; il muro era diverso dagli altri della stanza in quanto realizzato in vetro diamantino temperato, praticamente infrangibile. Il dottore depositò la sua borsa di pelle marrone, accese il computer e poi si avvicinò alla parete per battervici sopra con le dita; dopo pochi secondi un sorriso si presentò all'uomo dall'altra parte del vetro.

- Buongiorno Nancy - salutò Rick ricevendo come risposta dall'animale un verso a metà tra un canto e un bramito che riecheggiò in tutta la stanza.

La bestia in questione era uno dei pochissimi esemplari femmina ancora esistenti in tutto il mondo di Mobula Cristata, più comunemente conosciuta come diavolo crestato, a causa della lunga cresta che attraversava completamente il corpo dell'animale. La sua specie era stata decimata nel corso di due secoli a causa della crescente sperimentazione bellica di armi chimiche, biologiche e nucleari nei mari del nord del pianeta, oltre che alla guerra stessa che in dieci anni aveva dimezzato la popolazione mondiale umana, animale e vegetale.

A causa dell'estinzione della maggior parte dei pesci e dei crostacei che costituivano la gran parte della sua dieta, il diavolo crestato era stato costretto a trovare i suoi nutrimenti nel sottosuolo, unica parte della Terra non ancora compromessa. Aveva sviluppato un apparato capace di provvedere al suo fabbisogno giornaliero di nutrienti; si trattava di un'aggiunta di circa trenta centimetri alla coda lunga e affusolata alla fine della quale si trovavano dei rizoidi ramificati simile alle zampe di un uccello che si piantavano nel terreno e ne estraevano le sostanze nutritive. Purtroppo quest'evoluzione non era stata facile e neanche abbastanza veloce per essere in grado di salvare dalla morte il settanta per cento dei diavoli crestati rimasti. Non era stato affatto semplice neppure replicare il terreno del loro habitat naturale o inventare un sistema di distribuzione dei nutrienti all'interno del centro zoologico, ma quasi cinquant'anni prima, un ricercatore era riuscito ad installare dei piccoli tubi sotto tutta la pavimentazione della vasca che disperdevano gradualmente il nutrimento necessario nel metro di sabbia e terra dell'ambiente.

Rick si ricordava ancora il suo primo incontro con un diavolo crestato come se fosse accaduto soltanto il giorno prima. La sua professoressa di scienze delle medie era appassionata di biologia e aveva deciso di portare i suoi allievi del primo anno in quella stessa struttura che anni dopo sarebbe diventata il luogo di lavoro del dottor Olson. Dopo aver passato la giornata tra mammiferi, rettili, insetti e uccelli, la loro guida aveva presentato loro la nuova sezione del Blackridge Zoological Centre dedicata alla vita marina; al momento erano ancora pochissime le creature ospitate dal centro e di conseguenza poche le vasche e i team di ricercatori, data l'alta contaminazione dell'ambiente acquatico dopo la guerra.

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