➸𝑪apitolo ventitre

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Charles Leclerc

Due giorni di meritato riposo da trascorrere a casa con le persone che più mi sanno risollevare l'umore. La vittoria è arrivata in un ennesimo momento in cui ero pronto ad abbandonarmi allo sconforto, riuscendo a darmi la carica giusta per l'ennesima settimana piena di impegni.

Da quando siamo arrivati, non ho più visto Camille che sembra essersi dissolta nel nulla. Condividiamo la casa eppure mi sembra che sia solo in questa villetta, tranne per la presenza di Charlotte.

Ogni volta che domando alla mia ragazza se abbia misto mia sorella, appare però colpevolmente innocente. Mi dice che non sa nulla, che non l'ha vista eppure ha una consapevolezza in più rispetto a me.

"Mi puoi dire che sta succedendo?"

Sbotto venendo a sapere nuovamente che per nemmeno la cena ci sarà Camille a farci compagnia.

"E io che ne so?"

Ora Charlotte appare innervosita, come se le stessi chiedendo chissà che. Conoscendola so bene che questo è il suo modo di difendersi, quindi conferma la mia idea che stai nascondendo qualcosa.

"Charlotte, è mia sorella vorrei sapere cosa le sta succedendo"

Mi mostrò arrogante, sperando che con questo atteggiano riesca a ricavare delle informazioni utili alla causa.

"Io non so nulla, ma anche se sapessi qualcosa dovresti parlarne con lei"

Conclude così il discorso, obbligandomi a cambiare argomento di conversazione per tutta la cena. Decidiamo anche di guardare un film mentre ci scambiamo delle coccole, eppure nonostante entrambi abbiamo ritrovato la tranquillità dopo la semi discussione, rimane un punto fisso nella mia testa il dove sia mia sorella.

Quindi quando Charlotte va a dormire decido di non seguirla, rimanendo sul divano a guardare la tv in attesa del ritorno di Camille. Mi appassiono perfino al programma di cucina su cui sono finito, perdendo la cognizione del tempo.

L'orologio segna mezzanotte e un quarto quando la porta di casa viene aperta in modo silenzioso. Lei è in uno degli stati peggiori in cui l'abbia mai vista, contando soprattutto che Camille è una di quelle persone sempre ben curate e attente al proprio aspetto fisico.

Capelli raccolti in malo modo, occhiaie profonde e scure, trucco quasi del tutto cancellato tranne per qualche macchia di nero sotto agli occhi.

"Charles che ci fai sveglio?"

La sua domanda viene posta con tanta sorpresa, seppur con tanta delicatezza.

"Ti aspettavo. Voglio capire cosa sta succedendo, perché non è normale quello che stai facendo"

Sbagliando passo subito all'attacco, senza provare ad avere un discorso pacifico. Penso che il fatto di sapere di essere l'unico escluso dalla vicenda mi provoca rabbia, poiché non riesco a rimanere impassibile davanti al dolore più che palese di mia sorella. Se magari mi dicessero cosa stia succedendo potrei trovare una soluzione per farle tornare il sorriso.

"È tardi, vai a dormire"

"Camille"

L'ammonisco e in cambio ricevo soltanto uno sbuffo mal celato. Si fa forza, avvicinandosi a me e prendendo posto sul divano.

Non parla, forse aspetta una mia domanda o semplicemente sta cercando le parole giuste da utilizzare.

"Faresti mai qualcosa che mi darebbe fastidio? In modo consapevole, perchè quella cosa ti fa stare tanto bene?"

"Non ho capito niente"

Il suo discorso ha chiaramente un doppio fine, a cui però non arrivo nemmeno sforzandomi.

"Metti caso a te danno fastidio i cani. Io però prendo un cane perché mi fa tanto felice. È giusto che io lo faccia a discapito tuo?"

"Perché dovrei privarti di una cosa che ti fa felice? Cioè okay mi da fastidio, ma dopo un po' mi passa. Ora però mi dici di che si tratta?"

Fingo un po', insomma ci sono determinate cose che mi porterebbero a dare davvero di matto, ma cerco di celarlo pur di estrapolarle qualche informazione di bocca.

Lei è sconsolata a livelli massimi, come se questa cosa che si tiene dentro la stia logorando pian piano.

"Tu mi hai sempre detto che ci tieni tanto ai tuoi amici, al tuo lavoro"

Annuisco non avendo ancora la più pallida idea di dove voglia andare a parare.

"E ho intuito che ti darebbe davvero fastidio sapere se io mi avvicinassi a qualcuno di loro in modo particolare"

Strano gli occhi, sperando fino all'ultimo che non si tratti di quello che penso. Dio fa che non abbia una relazione con qualcuno che conosco.

"Ecco, mi sto frequentando, frequentando è un parolone direi, con un tuo amico e collega"

Qualcuno prenda un defibrillatore per favore, perché solo questo potrebbe aiutarmi adesso. Uno dei ragazzi sulla pista se la fa con mia sorella alle mie fottutissime spalle. Incredibile.

"Chi è?"

Max non è, Lewis spero di no perché si passano minimo trecento anni. I mali peggiori li abbiamo eliminati. Oscar, Alex e gli altri sono felicemente fidanzati. Rimangono Logan, con cui ha ballato l'altro giorno, Lando e...

"Carlos si sta lasciando con Isabelle per te?"

La sua faccia in altri contesti mi avrebbe fatto scoppiare a ridere per quanto è shoccata. Però almeno so che non si è trovata in mezzo ad un triangolo amoroso.

"Macché sei pazzo? Poi da quando Carlos è in crisi con Isabelle?"

Non è il momento per una sessione di inciuci.

"Chi è?"

Poi ecco, dei flash che mi compaiono in testa. Sapete quando nei film il protagonista mette insieme tutto i pezzi del puzzle, ecco quello sono io adesso. Lando e Camille che scherzano, o meglio si prendono a parole. Quando più volte all'appello mancavano solo loro due. I momenti in cui ho sentito parlottolare Charlotte, Carlos e Oscar riguardo mia sorella. Max, l'amico di Lando, che la aiuta a portare i caffè. E infine, il momento più palese, quando Lando l'ha accompagnata a casa per chiarire con me e i miei fratelli.

"I am stupid"

➸ Wildest Dreams || Lando NorrisWhere stories live. Discover now