8. Vincolo di sangue

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La Luna Nera era di fatto un incrocio tra un'ammiraglia da guerra e una nave da crociera. Aveva stanze lussuose, spazi per i divertimenti e addirittura ristoranti, ma allo stesso tempo era una fortezza volante, dotata di un micidiale arsenale bellico, e di sofisticati sistemi di sorveglianza.

Simili navi richiedevano ingenti risorse anche solo per il funzionamento ordinario, ma le poche aziende capaci di costruirle non erano mai a corto di commissioni: c'era sempre qualche multimiliardario eccentrico, qualche nazione emergente, o qualche ricercato facoltoso pronto a investire i propri fondi in simili progetti. Alcuni lo facevano per il prestigio, altri per lanciare un messaggio, altri ancora per avere una base pressoché inattaccabile.

Nel caso di Lilith, che già era temuta in gran parte dell'universo, il motivo principale era quello di rimanere lontana dalle mire della polizia, e proprio per questo l'attacco in corso era un affronto particolarmente grave. Respingere gli invasori non sarebbe stato sufficiente: dovevano eliminarli tutti, dal primo all'ultimo, così da convincerli che simili assalti equivalevano a un suicidio.

Shamiram e gli altri erano consapevoli della volontà dell'Eletta, e proprio per questo avanzavano guardinghi nella penombra perenne, attenti a evitare qualsiasi incontro.

Grazie ai poteri del jinn delle percezioni, l'umana poteva nascondere sé stessa e i suoi compagni, e allo stesso tempo era in grado di avvertire la presenza dell'Ascia di Parashurama e di eventuali pericoli nei paraggi.

Dopo di lei avanzavano Tenko, D'Jagger e infine Sigurd, quest'ultimo pronto a sguainare Balmung. Oltre al goblin, anche gli altri tre indossavano delle maschere che, oltre a nascondere i loro volti, li avrebbero protetti da eventuali incantesimi e gas tossici.

I quattro avevano raggiunto la Luna Nera insieme alle forze dell'ordine, e come gli altri gruppi di agenti si erano allontanati senza dare nell'occhio. Con ogni probabilità la maggior parte dei poliziotti non sapeva nemmeno della loro presenza, ma Shamiram aveva ricevuto rassicurazioni dal commissario Sang che il portale sarebbe rimasto aperto fino al loro ritorno. O fino alla morte degli agenti preposti a difenderlo.

Stavano avanzando da un po', ma l'Ascia era ancora lontana: non c'era da stupirsi, date le dimensioni dell'astronave su cui si trovavano.

"È praticamente una città volante" aveva detto D'Jagger a Tenko. "E per il tuo pianeta direi una bella grande. Direi anche più di Shakdàn."

Per la demone era stato difficile anche solo immaginare una struttura del genere, ma ora che stava attraversando quel dedalo di saloni e corridoi, cominciava a capire il senso delle parole del goblin: perfino per lei e il suo innato senso dell'orientamento era un'impresa tenere traccia della strada che avevano percorso. Non che ce ne fosse bisogno, dato che i congegni che indossavano stavano mappando l'area circostante man mano che procedevano.

All'improvviso Shamiram si fermò. Sigurd portò la mano alla spada, Tenko preparò i Nervi Taglienti, e D'Jagger andò a sbattere contro la demone.

«Problemi?» sussurrò l'elfo. Anche se il jinn delle percezioni poteva coprire i loro rumori, era meglio non rischiare.

L'umana aveva avvertito qualcosa: un'onda di magia primordiale, appena percettibile, ma allo stesso tempo incredibilmente intensa. Non aveva dubbi: quella era la manifestazione dell'autorità di Lilith. L'Eletta aveva emanato un ordine a tutti i suoi vampiri. Un ordine a cui nessuno di loro avrebbe potuto sottrarsi.

L'Eredità degli AstraliWhere stories live. Discover now