twenty-three

721 14 0
                                    



Background story

Una nuvola di fumo bianco uscì dalle labbra di Dalia Rizzo, mentre osservava decine di persone passare freneticamente per la via dell'appartamento di Jacopo, trovandosi persino a sorridere al pensiero di quanto insignificanti sembrassero, ora che le vedeva dal settimo piano.

Si era ripromessa di non fare come l'anno precedente in cui, non appena terminata la sessione estiva, si era piombata a capo fitto sull'unico modo efficace di ridurre lo stress nel minor tempo possibile: l'erba.

Eppure, eccomi qui a dividermi uno spinello con il mio migliore amico.

Dopo aver mentalmente aggiunto un'ulteriore punto alla lista delle cose di cui si sarebbe autocommiserata durante il primo momento di sconforto, la voce del rapper, anche lui non nelle sue piene capacità mentali, sembrò riportarla alla realtà;

«Senti, Dali. Toglimi una curiosità: perché non sei venuta a far serata dopo il concerto di Ema?»

Colta di sorpresa, si limitò a fare un ennesimo tiro e ad evitare lo sguardo del suo amico: come poteva trovare risposta a qualcosa che anche lei non sapeva spiegarsi? Compieva talmente tante azioni senza riuscire a comprendere la vera motivazione, che ormai era le  sembrava normale seguire l'istinto.

«Non mi andava» fece spallucce, volendosi picchiare forte per la sua immaturità emotiva.

«Me lo ha chiesto anche Ema, sai? Ovviamente quando la ragazza non era nei dintorni, però sembrava tanto dispiaciuto...»

Se solo avesse sentito nominare la ragazza di Emanuele, era sicura che avrebbe avuto la nausea.

Non che fosse lei il problema, anzi. Era solo che, assieme alla tendenza di auto-sabotare qualsiasi cosa non facesse parte della sua sfera sensoriale conosciuta e collaudata, Valeria rappresentava decisamente un ulteriore ostacolo alla possibile relazione tra i due- se mai ce ne sarebbe stata una.

Ma, ovviamente, tutto ciò era puramente a discrezione di Emanuele Palumbo. Perciò, perché continuare a pensarci?

«Ormai è andata. Perché non mi racconti tu di come sta procedendo con Debora, invece?» La riccia tentò di sviare il discorso, sapendo benissimo dove il suo amico volesse andare a parare, ma lui non sembrò volerne sentire ragioni.

Perciò, una volta poggiato il mozzicone dello spinello sul posacenere a forma di paperella- nonché il preferito in assoluto di Dalia e Kaia-, Jacopo Lazzarini decise di mettere a rischio la propria incolumità, sfidando l'ira divina della sua sovrana e unica padrona: Dalia Rizzo.

«Non ti racconto un bel niente, finché non smetti di scappare dai tuoi sentimenti! Lo so che non sei brava in queste cose, ma lo devi a te stessa di fare un po' di chiarezza su ciò che provi.»

La risolutezza del suo tono sorprese decisamente la ragazza, che si trovò costretta ad affrontare nuovamente qualcosa che le portava stress, nonostante volesse solo riuscire a trovare un po' di pace e spegnere il suo cervello.

Passandosi una mano sul volto rassegnata, cercò di mettere da parte il nervoso e di non prendere a male parole il suo amico il quale, in fin dei conti, voleva solo aiutarla: «non sto scappando io, J. Cioé, si. Me la sto proprio dando a gambe, ma è giusto così: fintantoché ha una ragazza, non ha senso che io pensi a quanto mi possa piacere l'idea di un qualsiasi cosa tra di noi.»

Prendendo poi una piccola pausa dal discorso, Dalia fece un sorso dalla Tennents poggiata sul tavolino del balcone che, fino a quel momento, era rimasta del tutto intoccata.

«Ma poi, non mi sembra che lui abbia la minima intenzione di lasciarla. Perché devo illudermi e stare male, se posso continuare a far finta di niente e troncarla sul nascere?»

Detto ciò, sembrando soddisfatto della risposta, Jacopo si trovò a pensare che, forse, alla fine, la sua amica non aveva torto e che era dunque meglio lasciar perdere quella situazione che, a lungo andare, l'avrebbe solo portata a star male.
La volle abbracciare per darle un po' di conforto, per farle sapere che gli dispiaceva fosse tutto molto grigio in quel periodo, ma non durò tanto: infatti, sentendosi soffocata dalla maggior parte delle dimostrazioni di affetto, Dalia si svincolò infastidita.

Perciò, volendo scartare il discorso, Jacopo cominciò a parlarle delle ultime uscite con Debora, la quale aveva finalmente ammesso il suo ambiguo interesse per il ragazzo, chiarendo anche la freddezza e la poca presenza dell'ultimo periodo come risultato di lunghi e complicati mesi di transizione a lavoro.

Infatti, l'unico problema rimasto per la nuova coppia era l'esagerato numero di leoni da tastiera che, vedendo le origini umili della ragazza, avevano preso molto gusto a scriverle qualsiasi cattiveria passasse loro per la testa nei commenti o DM di Instagram.

«In questi casi, ringrazio il Signore di non aver mai tenuto il profilo aperto...» sospirò Dalia, genuinamente dispiaciuta a sentire fino a che punto potesse arrivare la cattiveria e l'invidia di molte persone.


Era quasi ora di cena, quando Dalia si congedò dal suo prezioso amico, in quanto si era presto accorta di dover correre a casa e prepararsi per l'ultimo turno in ospedale di quella sessione, prima delle sue meritate vacanze con Kaia.

Nonostante tutta la stanchezza che aveva in corpo, sapeva che non avrebbe mai scambiato quello che studiava per tutto l'oro del mondo. C'era, infatti, qualcosa di incredibilmente magnetico nel vedere il corpo umano reagire in maniera diversa ad un qualsiasi stimolo o malattia, oltre che all'impagabile sensazione di riscatto e responsabilità, che solo sapere come aiutare il prossimo poteva darle.

E, forse, una volta terminati gli studi, questo le sarebbe potuto bastare: non avrebbe avuto bisogno di nient'altro per stare bene. Ma, per il momento, si limitava a camminare sul bordo della strada e guardare il cielo.

Instagram, GeolierWhere stories live. Discover now