seventeen

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Background story

Non appena suonò il campanello del suo appartamentino, Dalia Rizzo si precipitò al citofono per aprire, senza neanche prendersi la briga di controllare chi fosse.

Dopotutto, alle undici di sera passate, chi mai sarebbe potuto essere se non quel santo del suo amico?

«Ti rendi conto che sarebbe potuto entrare un ladro o un qualsiasi malvivente, si?»

Per poco non saltarono le coronarie della povera ragazza che, non aspettandosi alcuna visita da parte della sua cara amica, si girò verso la porta d'ingresso con uno sguardo assassino: «cosa è quello sguardo? Non si salutano così le amiche, specialmente quelle che ti portano l'erba!»

Immediatamente, la voglia di commettere un omicidio si tramutò in un'espressione di assoluta adorazione, tanto che le due scoppiarono presto a ridere della situazione bizzara, che si era creata.

Non ebbero neanche il tempo di accomodarsi sul divano, poiché il campanello suonò nuovamente e, questa volta, per essere sicura di non star dando accesso a casa sua a un potenziale serial killer, Dalia Rizzo si guardò bene dal non chiedere di chi si trattasse al citofono:

Jacopo era arrivato.


«Era da tanto che non ci vedevamo tutti insieme. Finalmente una rimpatriata!» Esclamò il rapper, mentre mandava giù un ennesimo boccone di gelato e si godeva la vista di una Kaia visibilmente in difficoltà, la quale tentava invano di girare lo spinello sotto lo sguardo perso di Dalia.

Dopo neanche due minuti, però, Jacopo fu costretto a strappare erba e cartina dalle mani della ragazza e a fare da sè, trovando ironico come due quasi-dottoresse stessero danneggiando la propria salute, consapevolmente.
Tuttavia, se anche solo avesse provato a farne una battuta, si sarebbe trovato a gestire due furie, mandate direttamente dall'Ade- con tanto di documentazione ufficiale sui benefici della cannabis.

Quando tutto fu pronto e lo spinello acceso, Kaia fu la prima a rompere il silenzio: «quindi, chi inizia?»

«Andate prima voi» constatò la cugina di Fabio Rizzo, sentendo il bisogno di un incentivo ulteriore per potersi aprire con i propri amici.

Allora, proprio come un fiume in piena, Jacopo Lazzarini scoppiò e prese a parlare della pesantezza che sentiva addosso ogni giorno da un periodo a quella parte, in quanto tutti sembravano aspettarsi sempre e solo il meglio da lui. Neanche con la nuova ragazza sembrava andare tanto bene, visto che uscivano a malapena e ancora meno frequenti erano le conversazioni su Whatsapp.

Sbuffando un po' di fumo, sia Dalia che Kaia ascoltarono attentamente il ragazzo, cercando di fargli capire che aveva il loro massimo supporto. Perché, infondo, non se ne era mai fatto niente dei consigli su cosa avrebbe dovuto fare, ne riceveva già fin troppi: aveva solo bisogno di essere ascoltato, compreso.

Non appena sentì che il peso sulle sue spalle fosse decisamente alleggerito, sia grazie allo sfogo, che all'effimera sensazione di benessere regalata dall'erba, il ragazzo invitò Kaia a farsi un tiro e ad iniziare col suo racconto.

Così come le lamentele dell'amica si esaurirono col passare dei minuti, anche lo spinello raggiunse la sua gloriosa fine e Dalia, ora più che mai, non vedeva l'ora di sputare via tutta la negatività degli ultimi mesi, quasi come se le avrebbe corroso la gola, se si fosse tenuta tutto dentro ancora tanto a lungo.

«Dalia? Tutto bene?», la ragazza annuì di riflesso.

«Sei più silenziosa del solito. Sicura sia tutto ok?»

«Sono stata da papà l'altro giorno, con Fabio.- alla notizia, Jacopo le lanciò uno sguardo mesto- Non è che non ci abbia riconosciuto, anzi, ma l'età e la malattia lo hanno reso sempre più cinico e cattivo: mi ha cacciata, dicendomi che ho ucciso mamma e che non può sopportare di vederci ancora»

La riccia sospirò, domandandosi quando sarebbe salito l'effetto, quando avrebbe smesso di pensare a quelle brutte parole, che facevano male ogni giorno di più.

«Tornerai lo stesso a trovarlo?»

«Fabio dice che non dovrei, almeno per un po'. E forse ha ragione: tra tirocinio e altro sarebbe meglio aspettare che io sia più tranquilla, ma si tratta pur sempre mio padre...»

Entrambi i suoi amici si lanciarono uno sguardo complice, prima che su Jacopo si formasse un ghigno malefico: «Ma, per caso, con "altro" parli di un cuozzo napoletano, con baffetti e occhiali?»

Kaia non seppe trattenere le risate, mentre la riccia bofonchiò qualche insulto e portò le braccia al petto: «smettetela o non vi racconto nulla!»

In meno di un secondo, allora, le risate si trasformarono in occhiate incalzanti, che Dalia ricambiò con uno sbuffo.

«Ma niente di che, comunque! L'altra sera, all'Old, è venuto da me sui divanetti e abbiamo parlato praticamente tutta la sera. Non posso negare che mi ci sia trovata veramente tanto- troppo- bene, ma...»

«Ma cosa? Qual è il problema?» Insistette il giovane rapper, passandosi una mano sul volto stanco. Dopotutto, era tardi.

«Il problema è che lui ha pensato lo stesso. E me lo ha anche scritto-»

Dalia non ebbe neanche tempo di terminare, che la voce dei suoi amici si unì in un grido scioccato: «COSA?», al che fu costretta a calmare i loro animi, ricordandogli che viveva in un condominio e, purtroppo, non su un'isola deserta.

«Voi e il vostro vizio di non farmi finire...» si lamentò ulteriormente, cominciando a sentire la testa farsi sempre più pesante.

«Comunque, come dicevo, non posso iniziare a pensare a qualcuno, per di più fidanzato! Ho mille altre cose, pazienti, esami a cui pensare e non riuscirei di certo a mettermi dentro qualcosa di così complicato.»

«Non è ancora detto nulla, Dali. E, poi, non puoi forzarti a non pensarci: se ti piace, ti piace» sostenne l'amica che, più di tutti, sembrava stesse per crollare sul tavolo.

«Infatti non mi piace.»

Incapaci di contraddire ulteriormente la ragazza a causa del sonno, i suoi amici si limitarono ad ignorare la risposta e cominciarono, come tutte le volte che simili serate accadevano, ad aprire il divano letto- dove solo le due ragazze avrebbero dormito, perché il povero Jacopo soffriva di mal di schiena e necessitava di un materasso comodo.

«Buonanotte scimmie» sorrise poi Jacopo, alla vista delle due ragazze stanche morte.

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