BROAAARRR

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Con gli occhi chiusi, tutto ciò che vedevo da dietro le palpebre era uno sfondo nero, dove il ricordo della luce del bagno si era trasformato in piccoli flash luminosi.

"He Tian! Ehi!"

L'urgenza nelle parole di Mo si infranse sulle mie gambe, improvvisamente diventate molli, e diede loro il colpo di grazia.

Stavo svenendo?

Le mani di Mo, da arrendevoli attorno ai fianchi, mi afferrarono con prontezza e riuscii a percepirle in mezzo al torpore solo perché le sue dita fecero presa salda sul mio fianco destro, e poco più sotto, all'altezza delle ginocchia.

Capii cosa stava succedendo quando il mio corpo fu sospinto a sfidare la gravità, elevandosi da terra: mi aveva appena preso in braccio.

Volevo prenderlo in giro, oh, quanto avrei voluto avere le forze per prenderlo in giro per questo gesto eroico! Dovevo ricordarmi di farlo appena mi fossi ripreso.

Fluttuando, finii nuovamente adagiato sul divano, dove la gravità mi reclamò con tutte le sue forze, e vi sprofondai.

Riuscii finalmente ad aprire gli occhi: Mo sedeva al mio fianco.

Non avevo mai visto il suo viso così deformato: le sue piccole sopracciglia si erano riunite vicinissime sopra il naso, gli occhi erano lucidi ma vigili e si muovevano veloci a ispezionarmi il viso, la bocca si apriva e si chiudeva in piccoli spasmi nervosi.

Pensai che così preoccupato, preoccupato per me, era davvero bellissimo.

E io mi stavo sciogliendo, come ogni volta che me lo ritrovavo così vicino.

Forse era quello il momento giusto per prenderlo in giro, dovevo ristabilire i nostri soliti ruoli, per me poco convenienti, ma comunque confortanti.

"Piccolo Mo..."

Broaaarrr

Un lamento languido e gutturale proveniente dritto dal mio stomaco, che si stava contorcendo in un piccolo crampo, decise di sabotarmi, interrompendo qualsiasi cazzata stessi per dire.

Il Rosso scattò come un gatto impaurito e cadde dal divano. Accadde in un lampo, ebbi solo la forza di issarmi a sedere con la mano protesa per aiutarlo, ma Mo era già col culo a terra.

Ci guardammo, sentivo tremarmi le labbra e vidi che anche le sue stavano combattendo la stessa guerra persa in partenza.

Scoppiammo a ridere con un impeto quasi selvaggio, e ridemmo finché nessuno dei due riuscì più a respirare, io ribaltato all'indietro, Mo piegato in avanti.

"Brutto bastardo!" sibilò poco prima dell'ultimo singhiozzo. "Tu da quanto cazzo è che non mangi?"

ESAUSTOWhere stories live. Discover now