L'esistenza di Amalia muta di fronte a un trauma infantile: Alla tenera età di 11 anni la madre muore di tumore, abbandonando la figlia nel culmine di sviluppo della sua personalità. Adesso la ragazza è ventiquattrenne, ma convive ancora con i fantasmi del suo passato; Le voci del suo incubo fanciullesco sono costante presenza nella normale quotidianità. Amalia lotta per riprendere coscienza del suo corpo, combattendo contro le illusioni da lei create; gareggiando per trasformarsi nell'eroe di sé stessa. Nutrito con sangue di schizofrenico, il ragno tesse tele impazzite (Nicolas Bercel, Araignées schizophrènes, in «La Presse Médicale», maggio 1957).