Kaito lo aveva guardato. I suoi occhi si erano fermati un secondo di troppo sulla pelle scoperta, sui capelli spettinati. L'afa estiva sembrava essersi intensificata e presto avevano entrambi dimenticato le carte, i semi e le verità che si nascondevano. In quei momenti, Saguru non era un detective e Kaito non era il fantasma redivivo di Toichi Kuroba. Di troppo, non erano le parole, solo i vestiti che cadevano uno dopo l'altro, lasciandoli nudi, ansimanti e armati di un desiderio impacciato. [HakuKai]
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