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By juliVante

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1) ๐‘ต๐‘ฐ๐‘ฎ๐‘ฏ๐‘ป | ๐’‘๐’‹๐’Ž : trama e personaggi.
2) ๐Ÿš๐Ÿœโ„ | ๐•œ๐•ฅ๐•™ : trama e personaggi.
2) ๐Ÿš๐Ÿœโ„ | ๐•œ๐•ฅ๐•™
3) ๐’๐“๐€๐˜ | ๐ฆ๐ฒ๐  : trama e personaggi
3) ๐’๐“๐€๐˜ | ๐ฆ๐ฒ๐ 
4) LAST BREATH | jjk: trama e personaggi.
4) LAST BREATH | jjk [1 parte]
4) LAST BREATH | jjk [2 parte]
5) ๐‘€๐’ด ๐’ฉ๐ธ๐’ฒ ๐’ฉ๐ธ๐ผ๐’ข๐ป๐ต๐’ช๐‘… | ๐’ฟ๐’ฝ๐“ˆ : trama e personaggi.
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1) ๐‘ต๐‘ฐ๐‘ฎ๐‘ฏ๐‘ป | ๐’‘๐’‹๐’Ž

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By juliVante

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(consiglio: ascoltate la canzone durante la parte in corsivo! baci)


Mina sorrise quando si rese conto di essere l'unica all'interno della grande biblioteca. Aveva iniziato l'università da due anni, non aveva amici se non la signora Min. La donna e lei avevano legato fin da subito, le voleva molto bene, la donna lavorava all'interno della biblioteca.

Era conosciuta come la strega e la rompicoglioni ma Mina non l'avrebbe mai definita così. Insomma, in biblioteca mica ci vai per parlare o gossippare, era frequente sentire la donna urlare di stare zitti o peggio, iniziare a sussurrare del lunghi 'shii'.

Quella biblioteca era il suo posto tranquillo, il suo posto sicuro. Una volta finito di studiare nella sua singola camera raggiungeva in tutta fretta la biblioteca. Era considerata come la strana del suo piano, dopo due mesi di convivenza con la sua ex coinquilina, una ragazza stramba, aveva deciso di chiedermi permesso di avere una camera tutta per sé. Non era brava a socializzare, no per niente. Insomma aveva passato più di un mese a non dormire! Perchè la ragazza di fianco si divertiva con il suo ragazzo, non che avesse qualcosa in contrario, ognuno era libera di fare ciò che voleva ma i ragazzi erano severamente vietati nel Campus, soprattutto di notte. Stanca di quella situazione, aveva riferito tutto alla segretaria e solo dopo, si rese conto di non aver fatto la cosa giusta. Gli insulti non aspettarono neanche ad arrivare.

Sei una stronza.

Sei una spia del cazzo.

Sei solo invidiosa, ecco perchè hai parlato.

Sei una sfigata.

Ritorna nella tua tana, topo.

I primi mesi erano stati abbastanza pesanti per la ragazza, non aveva mai subito atti di bullismo. Lo sgambetto di là, spinte di qua. Ma dopo si abituò e anzi, smisero anche di farlo.

D'altronde dopo un pò che uno non ti da più corda, la smetti perchè non ti diverti più? Giusto? Era emarginata e dopo due anni, le andava bene così.

Si stiracchiò e appoggiò il libro, appena finito. Si guardò intorno e per una volta si sentì privilegiata. Tutto quel posto era suo. La signora Min le aveva dato segretamente le chiavi della biblioteca, in casi come quella sera, le facevano più che comodo.

Guardò le grandi vetrate della struttura che affacciavano sul Campus, era vuoto. Due orette prima aveva visto e sentito una massa di studenti uscire, per dirigersi ad una delle confraternite poste qua di fianco.

Quel pomeriggio a lezione aveva sentito che alla sera, una confraternita avrebbe organizzato un festone che nessuno si poteva perdere. Infatti avevamo invitato tutta l'Università e indovinate? Mina non sentì il telefono suonare per il messaggio con scritto data e ora. Non ci diede molta importanza, nessuno aveva il suo numero di telefono ma cosa si aspettava? Che qualcuno si girasse e chiese 'come ti vesti alla festa?' o 'sei invitata anche tu?'. Non aveva amiche per farlo, non aveva nessuno.

Il suo respiro si mozzò quando vide il tipo della sicurezza, entrare all'interno della biblioteca.

Ma che cavolo, pensò la corvina raccogliendo velocemente la sua borsa e le sue cose, per poi accucciarsi dietro ad uno scaffale. 

Con una velocità immediata cercò qualche posto per raggiungere velocemente l'uscita. Perchè viene a rompere le palle di sabato sera?

Il ciccione accese la sua torcia per poi passarla nei vari corridoi. Con un balzo raggiunse un altro piccolo corridoio, guardò i libri posto e vide il genere 'Fantasy'. Bene era vicino all'uscita. La guardia continuò con i suoi passi, andando quasi in fondo alla struttura e Mina, iniziò a correre. Ignorò la voce profonda dell'uomo che le diceva di fermarsi.  

Corse. Sentiva i suoi polmoni esplodere da un momento all'altro. Non le importò. Non era un tipa atletica, già di solito aveva il fiatone quando faceva due rampe di scale. Si fermò quando si rese conto di essere abbastanza lontano dalla biblioteca e riprese a camminare con ritmo deciso.

Erano l'una di notte di un sabato sera. Non che avesse paura ma non si sentiva pienamente a suo agio. Spostò i capelli dalla faccia che si erano appiccicati a causa di un leggero strato di sudore, arrivò al suo palazzo ma si fermò quando vide una figura accovacciata.

Stava vomitando? Non riuscì a capire finché non sentì un conato più forte. Si avvicinò lentamente e rimase sorpresa quando vide un ragazzo. Il ragazzo aveva dei jeans neri e degli anfibi. La maglietta a maniche corte era bianca mentre a terra più lontano rispetto a lui c'era un giubbotto nero di pelle, il telefono a terra e un pacchetto di sigarette, tutto rotto. Mina rimase lì a guardarlo, il ragazzo non si era minimamente accorto della ragazza, cosa doveva fare?

« Stai bene? » sussurrò la ragazza, chiudendosi nel suo cappotto. Dio mio, non aveva freddo con solo una maglietta. Il ragazzo si pulì il viso con la maglietta e si buttò con il sedere per terra, sorrise chiudendo gli occhi. « Dio santo, ho vomitato l'anima. » disse con voce bassa e roca. Mina ignorò i brividi e i suoi occhi si allargarono quando videro il viso del ragazzo. Lo conosceva. O meglio, sapeva chi avesse steso davanti a lei, lo conosceva tutta l'università.

Jimin. Park Jimin.

Il ragazzo aprì gli occhi e girò la testa verso la ragazza, iniziando a fissarla. Mina si sentì leggermente a disagio « Stai bene? » gli richiese. Jimin sorrise ancora di più, « Tesoro, ti sembra che io stia bene? »

Mina arrossì per il nomignolo e per tutta quella situazione, non le era mai successo di parlare con un ubriaco!

« Riesci a tornare a casa? » gli chiese, cercando le chiavi di casa. Jimin si tirò indietro i capelli « Pensò che starò qui sdraiato, mi piace guardare le stelle. »

Mina annuì, fece per andare via ma qualcosa la bloccò. Lo poteva lasciare da solo? SI morse il labbro indecisa. Si girò do colpo andando verso Jimin.

« Non puoi stare qui. » gli disse soltanto cercando di alzarlo. Jimin si svegliò dal suo stato di trance, la testa gli girava e lui voleva solo dormire. « Davvero, » cercò di tirarlo su Mina, lei era piccolina di suo ma Jimin pesava, non era alto e neanche grosso ma comunque sembra di tirare su un sacco di patata « morirai di freddo, se rimani qui. »
In più non l'aiutava per niente, era completamente a peso morto.

Jimin si alzò appoggiando la testa nell'incavo del suo collo, Mina rimase immobile. « Hai un buon profumo. » le disse appoggiandosi con il palmo della mano sulla parte fredda. Mina si guardò intorno, Jimin non poteva assolutamente entrare nel dormitorio.

« Okay, » disse agitata tirandosi indietro i capelli « riesci a stare un attimo in piedi da solo? Devo prendere le tue cose. »

Jimin annuì troppo vigorosamente « Non vado da nessuna parte. » le disse guardandola negli occhi. Jimin era un maledetto. Era bello, con il suo sguardo ti rapiva ed eri già catturata. Mina si riprese e raccolse la sua giacca e i suoi averi, gli andò incontro e gli fece appoggiare un suo braccio sulla spalla.

« Ti prego, facciamo veloce. » gli disse in preda all'ansia, se l'avessero beccata l'avrebbero cacciata dall'Università così com'era successo alla sua ex coinquilina. Mina stava facendo una fatica a trasportare Jimin, il ragazzo invece blaterava e basta. Le aveva almeno detto cinquanta volte di quando fosse buono il suo profumo. Mina cercò di non arrossire. I suoi occhi si illuminarono quando vide la sua porta.

Velocemente la raggiunse e buttò Jimin all'interno che inciampò su i suoi stessi piedi. Chiuse a chiave la porta e si appoggiò con la schiena alla porta.

Jimin iniziò a lamentarsi quando non riuscì a togliersi gli anfibi, Mina sorrise intenerita a quella scena e dopo aver appoggiato le sue robe e quelle di Jimin, lo aiutò. Jimin appoggiò la testa sul letto e Mina guardò i suoi capelli, da quando l'aveva visto, aveva una voglia matta di toccarli ma si trattenne.

« Non devi farti una doccia? » gli chiese insicura, anche se non aveva da prestargli niente.

Jimin scosse la testa, si tolse la maglietta e la buttò in un posto indefinito nella stanza, si alzò cercando di togliersi i pantaloni ma non riusciva a slacciare il bottone.

« Cazzo! » borbottò infastidito.

Mina invece si era girata imbarazzata, perchè diavolo si era spogliata.

« Yah! Aiutami. » le ordinò prendendola per un braccio e girandola verso di lui. Mina lo guardò con le guance arrossate « C-cosa? » chiese pensando di non aver capito bene. Lo guardò negli occhi, non facendo cadere lo sguardo sul fisico. Gli addominali risaltavano come il tatuaggio sulle costole 'Nevermind', Mina lo trovò davvero bello.

« Come ti chiami? » le chiese guardandola serio.

« Mina. »

« Allora Mina, aiutami con sti cazzo di pantaloni. » le disse di nuovo prendendole una mano per guidarla sul cavallo dei jeans. Mina arrossì a dismisura, togliendo la mano.

« Adesso ti aiuto. » sussurrò e con le mani tremanti, prese i jeans e li slacciò rapidamente. Jimin la guardò dall'alto e non nascose che si stesse eccitando ma era troppo ubriaco per avere un rapporto sessuale con lei. Jimin si tolse i jeans, rimanendo in boxer, si lanciò nel letto di Mina.

La ragazza cercò di sistemare le cose a terra e mise a lavare la maglietta di Jimin, una volta messa il pigiama, si rese conto di non avere un posto dove stare. Sbuffò per poi avvicinarsi a Jimin e sistemargli le coperte ma il ragazzo le bloccò il polso.

« Non dormo mai da solo. » le disse con voce davvero bassa e con questo la tirò giù con lui. Mina urlò non aspettandosi quel gesto. La ragazza si mise nel letto e sistemò, dandogli le spalle mentre Jimin la teneva bloccata per il polso.  Dopo un minuto Jimin le prese il fianco e incastrò il viso nell'incavo del collo di Mina, ormai troppo imbarazzata e disagio per fare qualcosa. Jimin inspirò « Mi piace il tuo profumo. » le disse per poi addormentarsi in quella posizione. Mina arrossì ancora e dopo dieci minuti riuscì ad addormentarsi, si sentì sicura chiusa all'interno delle braccia di Jimin e cercò di ignorare il suo cuore che stava battendo troppo velocemente.

Jimin grugnì infastidito, gli faceva male la testa da impazzire e sentiva tutto il corpo debole. Si stiracchiò alzandosi con il busto, rimanendo seduto in quel comodo letto. Si guardò intorno, cercando di capire l'ambiente circostante per nulla familiare. Quella non era decisamente la sua stanza. Si alzò dal letto, guardando la scrivanie posta a lato, sulla sedia c'erano appoggiati i suoi pantaloni, con la giacca e vicino i suoi anfibi.

I ricordi della sera prima iniziarono ad affiorare. La festa della sua confraternita. Insieme a Taehyung aveva deciso di fare una festa, avevano invitato praticamente tutta l'università e dopo aver aspettato l'approvazione del loro membro più anziano, ossia Seokjin, avevano iniziato con i preparativi.

A Jimin piacevano le feste, le amava. Ubriacarsi fino a sentirsi male, avere l'occasione di fare sesso e divertirsi. Per lui questa era vita. Ma forse quella sera aveva davvero esagerato, la festa era partita più che bene, aveva iniziato a bere con Jungkook ma poi la sua mente non ricorda affermativamente cosa sia successo.

Ricorda di essere uscito per fumare.

Ricorda di aver iniziato a camminare senza una meta precisa.

Ricorda di aver vomitato.

Ricorda la voce di una ragazza ma non si ricorda il suo viso.

Il ragazzo si alzò, perdendo anche quel poco di equilibrio rimasto. Si avvicinò alla scrivania, trovando un bicchiere d'acqua e delle aspirine. Si stropicciò gli occhi quando vide un biglietto vicino.

'Appena ti svegli, prendi l'aspirina. La tua maglietta l'ho messa a lavare ma non credo che sarà pronta per stamattina. Io sono a lezione, senza farti vedere esci da camera mia.'

Jimin fissò per vari minuti quel bigliettino. Si prese l'aspirina e con il naso tappato, deglutì l'acqua. Grugnì disgustato, gli stava venendo di nuovo da vomitare. Velocemente si rivestì ma poi si bloccò quando non vide la sua maglietta da nessuna parte, entrò nel piccolo bagno e sbuffò quando vide la sua maglietta sporca di vomito all'interno della cesta della biancheria. Sorrise quando vide delle mutande di pizzo nere, sorrise ancora di più quando vide i prodotti della ragazza: shampoo, creme, trucchi e mollette colorate. Mollette colorate? Era sicuro di averle viste indossate sua cugina di quattro anni.

Uscì dal bagno, fermandosi di nuovo quando vide il letto disfatto.

Dove ha dormito lei? Pensò guardando che oltre alla scrivania e una piccola libreria non ci fosse spazio, si sentì quasi eccitato al pensiero di aver fatto qualcosa con lei. Si mise la giacca di pelle, chiudendola per non prendere freddo. Il suo telefono era morto e il suo pacchetto di sigarette tutto consumato. Si guardò di nuovo intorno, voleva seriamente conoscere la ragazza che lo aveva aiutato. Sul biglietto oltre a quelle indicazioni, non aveva lasciato niente ne nome ne numero di telefono.

Uscì dalla camera, imbattendosi in un lungo corridoio, cercò di uscire velocemente ignorando le due ragazze che lo guardavano scioccate.

« Sei uscito da lì? » chiese una ragazza mora, guardandolo con occhi sbarrati e indicando la camera infondo. Jimin si fermò guardandola per poi seguire lo sguardo della mano della ragazza « Sei uscito dalla camera di Mina? » gli chiese di nuovo.

Jimin annuì andandosene velocemente.

Mina. Si chiamava Mina la ragazza che l'aveva ospitato. Sorrise uscendo dal palazzo, appoggiando delicatamente una sigaretta all'interno delle labbra rosate, si iniziò a tastare le tasche e gli venne da spaccare qualcosa quando non trovò l'accendino. Sbuffò tirandosi indietro i capelli biondi, gesto che faceva ormai automaticamente senza rendersi conto.

Raggiunse con passo veloce il Campus e prese per il cappuccio un ragazzo, lo conosceva. Erano nello stesso corso. « Yah! Hai l'accendino? » gli chiese in modo arrogante. Il povero ragazzo annuì e cercò a cercarlo nel piccolo zainetto con dentro i libri « E-ecco. » sussurrò balbettando.

Jimin afferrò il clipper nero ma prima di accendere, guardò confuso il ragazzo. « Sparisci. » gli disse facendo traballare la sigaretta all'interno delle labbra, il moro davanti a lui quasi tremò al tono minaccioso del più grande « Ma è il mio accendino. »

Jimin si tolse la sigaretta e alzò il sopracciglia « Me ne frega qualcosa? Togliti dalla mia vista. »

Il ragazzo si tirò su gli occhiali, annuendo spaventato corse verso la sua aula per continuare la mattinata scolastica.

« Dove cazzo eri?! » tuonò alle sua spalle la voce incazzata di Jungkook, « Buongiorno anche a te. » disse Jimin prendendolo in giro. Jungkook gli tirò un pugno sul braccio, cosa che fece fulminare il biondino « Non fare il coglione. Taehyung e Namjoon ti hanno cercato tutta la notte, che cazzo sei uscito se non riuscivi neanche a stare in piedi? Per giunta da solo. » lo sgridò Jungkook, la sera prima anche lui aveva bevuto ma non come Jimin. E dopo tre ore a cercarlo al freddo, si era rintanato nella sua camera per dormire. Tanto sapevo che ci fossero gli altri a cercarlo e aveva ancora lo stomaco sotto sopra.

Jimin ridacchiò « Ti sei preoccupato Kookie? » lo prese in giro. Il moro gli tirò di nuovo un pugno, cosa che non fece piacere al più grande.

Jimin lo prese per il colletto per poi spingerlo « Yah! Piantala di tirarmi pugni! » lo riprese nervoso. « E tu piantala di prendere la gente per il colletto! » rispose Jungkook sistemandosi la giacca stropicciata, facendo riferimento anche alla scena che aveva visto da lontano prima di andare dal biondino.

I due andarono verso una panchina, Jimin non aveva intenzione di andare a lezione e Jungkook quel giorno non l'aveva.

« Hai dormito per terra? » gli chiese schifato il ragazzo, avvicinandosi per annusare la giacca di pelle nera. Jimin lo fulminò per poi calpestare la sigaretta. « No, mi sono ritrovato in una camera. »

Jungkook lo guardò confuso « Ti è passata la sbornia? »

« Yah! Davvero, adesso ti uccido. » lo avvisò infastidito Jimin. La campanella del Campus suonò e un'orda di ragazzi e ragazze uscirono dai diversi palazzi.

« Mi sono svegliato nella camera di una ragazza, una certa Mina. La conosci? » chiese Jimin, internamente speranzoso che la risposta del corvino fosse positiva. Jungkook, però, scosse la testa « Mai sentita. »

Jimin appoggiò la testa sulla panchina « Non mi ricordo il suo viso, ricordo solo il suo profumo. » disse deglutendo come se sentisse quel profumo di vaniglia addosso. « Non ricordo un cazzo. »

Jungkook guardò il telefono, mentre Jimin sentiva l'aria fra i capelli, si stava rilassando quando sentì di nuovo quel profumo. Quel profumo lo conosceva. Si alzò di scatto girando la testa intorno, la folla faceva avanti indietro per i vari palazzi ma Jimin cercava di seguire quella scia di profumo. La gente lo guardava stranito, poi con uno scatto fece girare una ragazza poco più avanti di lui con gli auricolari. La ragazza si girò spaventata guardando con occhi sbarrati Jimin « Sei Mina? » le chiese agitato il ragazzo. La corvina scosse la testa, sussurrando un mi dispiace quando vide la faccia delusa del biondo. Jungkook gli circondò le spalle « Torniamo alla confraternita. » gli disse per poi avviarsi. Jimin guardò un punto indefinito, l'avrebbe trovato. Quella sera.


Mina finì le lezioni e si avviò velocemente a casa, quella mattina non aveva fatto altro di pensare al ragazzo chiuso in camera sua. Svegliarsi era stato piacevole ma poi un'ansia l'aveva travolta, non aveva mai dormito con un ragazzo. Non aveva mai fatto niente con un ragazzo e forse, non ci aveva manco parlato. Non considerava conversazione il "mi presti una penna" del suo compagno di banco a lezione. Si era vestita di fretta, facendo attenzione a non svegliare Jimin ma prima era rimasta a guardarlo, davvero, sembrava un angelo. Le sue labbra erano grosse e rosate, quasi ipnotizzanti. La pelle chiara, quasi bianca e senza imperfezioni, le trasmetteva serenità, la sua espressione rilassata era una prova.

Ma poi le voci su di lui aveva raggiunto la sua anticamera del cervello, dove stava suonando un allarme. Stai lontana, urlava l'esserino che comandava le sue scelte.

Si avviò verso camera sua quando una voce la stoppò.

« Yah, sto parlando con te! » disse la ragazza con i capelli rossi dietro a Mina, la mora si girò « Stamattina dalla tua camera è uscito Park Jimin, come mai? »

Mina quasi si strozzò quando sentì quelle parole, voleva strozzarlo con tutta la sua forza, quale parte del "non farti vedere da nessuno" non aveva capito?

« Io stamani ero a lezione. » si difese Mina, girandosi per raggiungere la sua stanza e chiudersi dentro.

La ragazza si buttò sul letto e dopo minuti fissando il vuoto, cominciò dimenarsi come se fosse un animale. Lo voleva ammazzare. Aveva visto lo sguardo di fuoco delle ragazze mentre la guardavano, già la sua vita era quella che era, di sicuro, non voleva niente a che fare con il puttaniere più desiderato di tutta l'Università. Dopo alcuni sbuffi, iniziò a studiare.

La sera non tardò ad arrivare, Mina aveva appena finito di mangiare la sua ciotola di ramen mentre guardava la sua serie preferita: Grey's Anatomy. Si fece un chignon per tirarsi su i capelli mentre mise la ciotola all'interno del lavello, si guardò allo specchio posto sul muro, si doveva sistemare quella frangetta, le stava crescendo troppo.

Sussultò quando qualcuno bussò alla porta, chi poteva mai essere a quell'ora? Tra un pò la sorvegliante sarebbe passata e avrebbe chiuso il palazzo. Si diede una sistemata, mettendosi una felpa. Aprì la porta e quanto mai.

Jimin la guardava mentre un braccio era posto sopra il cornicione della porta per tenersi.

« Posso aiutarti? » chiese con voce stridula la ragazza. « Quindi sei tu. » disse Jimin.

« Come prego? Sei sicuro di non aver sbagliato stanza? » chiese Mina sentendosi rossa in viso e sperando che non fosse così mentre lentamente chiuse la porta.

« Sei Mina, giusto? »

La ragazza sbarrò gli occhi, come diavolo faceva a sapere il suo nome?

« No, » disse la ragazza « hai proprio sbagliato persona. » disse chiudendo la porta quando Jimin mise un piede in mezzo ed entrò.

« Yah! Esci immediatamente! Non ti conosco neanche. »

Jimin sorrise e Mina pensò di svenire dalla bellezza, contieniti cazzo!

« Sei pessima a mentire. » le disse sedendosi sul letto « Cavolo questo letto è molto più comodo del mio. »

Mina si innervosì « Senti, non ho idea di chi tu sia! Quindi mi fai il favore di uscire dalla stanza? Tra un pò chiuderanno il palazzo. »

Jimin si alzò sistemandosi la giacca di pelle avvicinandosi alla corvina « Perché stai mentendo Mina? Perché non ammetti che abbiamo dormito insieme? » le disse in modo provocante. Jimin aveva deciso di andare da lei per ringraziarla, sapeva che alla sera l'avrebbe trovata e in più, si ricordava la camera ma quando l'aveva vista. Aveva sentito attrazione fin da subito e sapere di aver dormito con lei senza aver fatto niente, gli faceva voglia di rimediare. Ma poi l'aveva infastidito quando aveva fatto finta di non conoscerlo, eccome se l'aveva infastidito.

Mina divenne rossa e questo fece sorridere Jimin « Non abbiamo dormito insieme! » disse la ragazza mentendo. Il ragazzo fece per rispondere ma il suo profumo, lo distraeva parecchio.

« Davvero? Allora perché diavolo mi sento addosso il tuo profumo? » le disse schiacciandola contro la parete del muro.

« Perchè hai dormito nel mio letto » sussurrò Mina non guardandolo in faccia. Il ragazzo si avvicinò di più al viso « Allora ho dormito da te. » le disse contento che lei avesse appena ammesso.

« Si! Va bene, sei contento? Adesso puoi andartene. » gli chiese sbuffando e sperando che si allontanasse, sentiva il suo stomaco contorcersi per la troppa vicinanza.

« E se volessi stare qua? Ho dormito benissimo la scorsa notte. » le disse sinceramente il ragazzo, non passava mai la notte da solo. Odiava farlo. Quindi andava a letto con le ragazze o certe volte si infilava nel letto di Taehyung. Aveva bisogno di contatto mentre dormiva.

Mina allargò gli occhi « Stai scherzando? Non puoi stare assolutamente qua! » gli disse agitata prendendolo per un braccio e trascinandolo fuori dalla porta. Jimin le bloccò le braccia « Passiamo la notte insieme. » le disse con desiderio negli occhi.

Fanculo. Voleva scoparla, non aveva mai sentito così tanta frustrazione sessuale in tutta la sua vita.

Mina divenne ancora più rossa ma la sua ansia si ampliò quando vide la sorveglianza sulle scale, con uno scatto prese il biondo e lo spinse in camera

« Yah Mina! Sapete che dovete essere tutte in camera entro le dieci. » urlò la donna guardandola in cagnesco « Sì, mi scusi. » disse la ragazza entrando.

Jimin fece per dire qualcosa ma Mina gli mise una mano sulla bocca « Stai zitto, ti prego. Se ci beccano è la fine. » gli disse in panico più totale.

Il ragazzo l'afferrò per i fianchi e la guidò verso il muro, le prese il polso per farle togliere la mano sulla sua bocca e lentamente si avvicinò al suo viso. Mina boccheggiò, sperò vivamente di non svenire in quel momento. Jimin giocò un pò con il suo lobo, per poi scendere sulla mandibola, le sfiorava la pelle appoggiando in certi punti le labbra. Mina chiuse gli occhi quasi stregata da quella sensazione che mai aveva provato.

Gli mise le mani sul petto per allontanarlo « A-aspetta... » disse quasi con il fiatone « Io non l'ho mai fatto. » si giustificò la ragazza. Jimin la guardò negli occhi « Che cosa? » le chiese non capendo. « Non ho mai baciato nessuno e- » il ragazzo la stoppò iniziando a baciare il suo collo, per poi appoggiare i palmi della mano sul muro, rimase con la testa in mezzo all'incavo del collo « Hai un profumo... » mormorò « Non riesco a non sentirlo da tutto il giorno, mi attiri come una cazzo di calamita. So di sembrare un pervertito, saltandoti addosso così ma davvero, ho bisogno di questo. » l'avvisò quasi disperato.

« E dio, mi sto eccitando sapendo che ancora nessuno ti abbia toccato. »

Mina cercò di respirare e di calmare il suo cuore, quella situazione era così irreale.

« Noi- » disse la ragazza « Non ci conosciamo. Non posso farlo. » disse insicura, sentiva qualcosa dentro di lei che le diceva di buttarsi in quelle braccia che la notte scorsa si era sentita al sicuro.

Il ragazzo si allontanò a fatica, tirandosi i capelli, gesto che Mina trovò molto sexy. « Va bene, conosciamoci. Adesso. » le disse « Hanno chiuso il palazzo. Abbiamo l'intera notte per conoscerci. »

« Non funziona così. » disse la ragazza « E poi siamo diversi, non andremo sicuramente d'accordo. » si inventò al momento. La verità era che Jimin significava pericolo.

Jimin la ignorò, togliendosi le scarpe e la giacca, si sistemò sul letto sorridendo « Cosa facciamo? Ci guardiamo qualcosa? »

Mina lo guardò dall'alto, stava scherzando, vero? « Sei impazzito? Potrei seriamente denunciarti. »

« Oh andiamo, non lo farai. Adesso fai la brava e guardiamoci qualcosa. Non mi piace passare la notte da solo. » le disse il ragazzo serio.

« Tu sei strano. » disse la ragazza, prendendo il computer « Devo finire Grey's Anatomy. Stai zitto, non voglio che mi parli e dormirai per terra. » gli disse sicura di sé. Doveva assolutamente finire l'episodio. Mina si mise seduta distaccata da Jimin mentre il ragazzo sorrideva mentre la guardava da dietro.

Dopo minuti, Mina si sentì essere presa dai fianchi e Jimin l'avvicinò a sé. « Nel tuo contratto non c'era scritto che non potevo toccarti. »

Mina lo fulminò, cercando di staccarsi « Yah! Non ti muovere. » le disse Jimin stringendola ancora di più.

La ragazza cercò di respirare regolarmente, cosa succedeva al suo povero cuore?

Dopo un'ora sentì Jimin brontolare « Andiamo a dormire? »

Mina indicò il pavimento « Vai pure. » disse non staccando gli occhi dal computer. Jimin sbuffò per poi alzarsi, Mina sorrise vittoriosa ma sua mascella finì quasi per terra quando il ragazzo tolse la maglietta e i pantaloni e si infilò nel letto.

« Tanto mi hai già visto. » le ricordò « Non fare casino. » le disse poi sdraiarsi.

Mina lo guardò, perché non stava facendo niente? Perché il suo corpo non si muoveva e cacciava quello sconosciuto dalla sua camera? Perchè sotto sotto lo voleva. Jimin era la prima persona con cui faceva qualcosa, aveva guardato con lei Grey's Anatomy in silenzio, certe volte la stringeva e il profumo di uomo si stava mischiando con il suo di vaniglia.

Perchè sotto sotto si sentiva eccitata del fatto che Park Jimin fosse lì e non sembrava completamente un coglione come lo dipingevano o almeno al cinquanta per cento, sicuro.

La ragazza sorrise quando rivide quella serenità da parte del ragazzo, si sdraiò accanto a lui silenziosamente. Chiuse gli occhi, sperando di vederlo anche il giorno dopo ma Mina non mise in considerazione che Jimin avrebbe passato letteralmente tutte le sere da lei.

Passarono settimane e Jimin alla sera, andò sempre da Mina.

Mina scoprì che a Jimin gli piacevano i gatti, alle superiori aveva giocato per un periodo a basket ma poi aveva mollato, aveva iniziato a fumare per colpa di Taehyung e che da piccolo voleva diventare un poliziotto. Il ragazzo era molto dolce, premuroso osò dire Mina. Con lui stava bene, si divertiva, rideva e non mancavano tocchi gentili da parte del ragazzo. Lo considerava il suo primo vero amico, alla sera spesso guardavano almeno due episodi di Grey's Anatomy e Mina spiegava tutto il dramma al povero Jimin che lo guardava disinteressato ma lo guardava perchè a Mina, piaceva ma non lo avrebbe mai ammesso. Il ragazzo scoprì che Mina, fosse davvero una secchiona, le piacevano i manga e leggere in generale, aveva anche scoperto il suo posto preferito, ovvero la biblioteca dell'Università e amava lo zucchero filato. Con lei si sentiva se stesso, quella maschera di arroganza gli veniva spezzata dalle piccole mani della ragazza, lei lo accettava così. Non si era sentito così con nessuno e questo lo spaventò, perciò quella sera non andò da Mina. Quella sera rimase nel suo letto a contemplare il soffitto e si diede dello stupido, quando gli venne in mente il giorno prima.

« Sei in ritardo. » disse Mina sorridendo a Jimin. Il ragazzo le mostrò la busta « Ho preso il gelato. » le disse sventolando il sacchetto. Mina saltò giù dal letto « Davvero?! » disse eccitata avvicinandosi, poi abbracciò Jimin « Grazie mille! » disse lei.

Jimin le circondò la vita, appoggiando il gelato sul tavolino di fianco. Mina allontanò il viso per guardare negli occhi il ragazzo e con coraggio lo baciò. Jimin rimase immobile e Mina impacciata lo notò e si staccò subito. « Scusa- Io davvero, non so perchè l'abbia fatto. » disse la ragazza nascondendo il viso dalla vergogna che stava provando. Jimin le afferrò il viso e la baciò. Aspettava questo momento dalla prima che l'aveva vista, con il suo stupido chignon, la tuta e una felpa orrenda a detta sua. Jimin succhiò le piccole labbra della ragazza, le voleva mangiare e quel profumo di vaniglia non lo aiutava. Mina ansimò sorpresa, il suo stomaco era un campo minato e le bombe stavano venendo tutte calpestate.

Jimin la tirò su dal sedere per poi appoggiarla delicatamente sul letto. Si tolse la giacca e la maglietta, per poi marchiare il collo della ragazza, Mina rilasciò dei piccoli ansimi e strinse le gambe quando sentì una forte sensazione di calore nel basso ventre. Il ragazzo dopo averle lasciato vari succhiotti, ritornò in modo famelico sulle labbra di lei. Voleva sentirla dentro si sé, subito. Ma una voce all'interno della sua testa, gli disse di fermarsi.

E' vergine.

Non sei adatto a lei.

Ha bisogno di una persona seria al suo fianco e tu non lo sei.

Ma Jimin era egoista e non voleva nessuno oltre a lui, al fianco della ragazza. Mina era sua dal momento che l'aveva vista, dal momento che il profumo di vaniglia era diventata come una droga, dal momento che si trovava sotto di lui e ansimava.

« Ti voglio. » le disse serio « Ma se non sei pronta, spingimi via. » aggiunse con il fiatone. Mina lo guardò con gli occhi luccicanti e rossa in viso, vista troppo eterea per Jimin.

« Dannazione Mina! Spingimi via, allontanami. » le disse il ragazzo, sicuro che se lei si sarebbe allontanata.

Mina lo guardò e poi gli accarezzò il viso «Voglio farlo con te. La prima volta voglio che sia con te, il mio primo in tutto. » disse dolce.

Jimin la fissò quasi sbalordito dalle forte parole della ragazza, il suo cuore fluttuò e con dolcezza la baciò.

Mina era sua come lui era suo. Lei gli aveva preso il cuore, troppo velocemente. Le lingue dei due danzavano a ritmo di musica, si seguivano con la paura che una si staccasse dall'altra, quasi dipendenti.

Jimin si staccò a malincuore e tolse la maglietta a Mina, non si sorprese quando la trovò senza reggiseno, era da giorni che non lo indossava. Baciò delicatamente il seno, trovandolo molto carino anche essendo piccolo, Mina ansimò più forte.

Jimin le separò le cosce quando la vide stringerle, si mise in mezzo e le marchiò ogni centimetro della sua pelle. Voleva farla sentire bene. Mina chiuse gli occhi quando sentì di nuovo la sensazione di calore, questa volta più forte.

« Ahh Jimin! » ansimò quando il ragazzo fece scontrare le parti intime, ormai erano due fuochi.

Jimin le strinse la mascella « Cosa vuoi? Dimmelo. » disse il ragazzo. Mina boccheggiò per quella situazione eccitante, lui sopra di lei che la guardava con occhi diversi. Quasi arrabbiati.

« Voglio farlo con te. » lo accontentò. Jimin sorrise arrogantemente, si slacciò i pantaloni e tolse anche i boxer. Mina tolse lo sguardo dal membro di Jimin, troppo imbarazzata per rimanere lì a guardarlo. Il ragazzo aiutò la ragazza a toglierle i pantaloni, trovò sexy il vedere quelle mutande di pizzo nero.

« Se ti faccio male, dimmelo. » le disse il ragazzo cercando di rassicurarla. Si mise il preservativo e si sistemò all'entrata della ragazza. Mina guardò il soffitto, in quel momento si sentì un pò troppo agitata, lo voleva, era sicura ma forse aveva paura che facesse male.

« Non posso farlo, se ti sento così tesa. » le disse Jimin prendendole il viso. « Rilassati. » le sussurrò toccando delicatamente il clitoride. Mina sobbalzò al contatto e divenne rossa. Jimin giocò con il clitoride della ragazza, gustandosi la vista il contorcersi di Mina quasi arrivata al piacere. Infilò un dito sull'entrata della ragazza per abituarla e per vedere quanto fosse bagnata. Sogghignò quando la trovò quasi fradicia. Bagnata per lui.

La baciò un'ultima volta « Sei bellissima, dio. » le disse a fior di labbra poi si prese il cazzo e lo accompagnò all'entrare della ragazza, lentamente entrò dentro di lei.

Mina storse il naso per il fastidio. Faceva male e Jimin era ancora fermo.

Il ragazzo asciugò velocemente una lacrima dal viso della giovane « Adesso passa tutto. » le sussurrò dolce mentre la riempì di baci, iniziò a muoversi. Mina era fottutamente stretta per lui, sentiva già il suo cazzo essere stritolato.

Jimin aumentò il ritmo e il fastidio si trasformò in puro piacere. Nella stanza si sentivano solo le loro pelli scontrarsi, i forti ansimi della ragazza e i commenti di Jimin. Al ragazzo piaceva così tanto fare sesso, si sentiva libero.

« Cazzo! » grugnì Jimin per la forte scossa provata, era quasi al limite mentre per Mina si stava preparando il secondo orgasmo.

« Ah Jimin! » urlò la ragazza prendendogli i capelli mentre Jimin aumentò le spinte per poi riversarsi all'interno della ragazza. Mina era a pezzi, sentiva ancora le sue gambe tremare per il troppo piacere provato. Jimin si sdraiò di fianco, non prima di averla pulita e coperta con il lenzuolo. L'abbracciò, inspirando il profumo di vaniglia. Le sistemò la frangia, era crollata.

Si sentiva completo, con lei si sentiva completo. Aveva bisogno di lei, non solo in modo carnale ma aveva bisogno delle sue attenzioni, delle sue sgridate, delle sue parole di conforto, del fatto che lo aiutasse con lo studio, aveva bisogno di lei ma questo lo spaventava troppo.

Mina guardò la porta e rimase così per ore. Un senso di amarezza la travolse quando non vide Jimin entrare nella sua stanza come ogni notte. Aveva sbagliato? Voleva fare solo sesso?

Solo lei provava le farfalle della stomaco quando lui le stava vicino e le parlava? Sin era sognata tutto? Non aveva neanche il suo numero di telefono e adesso che ci pensava, non l'aveva mai visto durante al giorno. Ormai era come un'abitudine vedersi alla sera e passare la notte insieme.

Pianse nel suo letto in modo silenzioso, le faceva male il cuore e il profumo di Jimin sul cuscino non aiutava. La felpa del ragazzo addosso non aiutava. Alcuni vestiti del ragazzo nell'armadio aperto, non aiutavano. Non aiutava niente.


Mina lo vide. Seduto intorno ad un tavolo con dei ragazzi, stava sorridendo, stava scherzando. Era tranquillo come se la sera prima non fosse venuto nella sua camera. Con le mani strette alla tracolla della borsa, si avvicinò. Un ragazzo con i capelli rossi la notò.

« Hai bisogno? » le chiese guardandola dall'alto al basso. Mina si sentì soffocare quando vide altre ragazze nel tavolo e tutti gli occhi puntati addosso, insieme ai suoi. I suoi erano quelli che facevano più male.

« Oh Mina! Siamo usciti dalla tua caverna? » chiese con voce squillante, la sua compagna di piano. Haseul la guardava quasi schifata del fatto che si fosse avvicinata a loro. « Se devi stare qua ferma come una marionetta, e ne puoi anche andare. » le disse « Dove hai preso quella giacca, al mercatino dell'usato? » le chiese prendendola in giro. I ragazzi risero e Mina si sentì morire quando vide lui sorridere.

« Io devo lasciare questa. » disse la ragazza trattenendo le lacrime, quella mattina aveva deciso di mettere nel sacchetto dei vestiti del ragazzo. Jimin spense il sorriso quando vide i suoi vestiti all'interno del sacchetto.

« Me li hai dati una ragazza del mio piano. » disse Mina parlando a fatica « Jimin non sono tuoi? » chiese il ragazzo dai capelli rossi. Jimin annuì. « Allora eri a scopare! Per quello non ti vediamo mai in confraternita. »

« Perchè la sfigata ti ha portato i vestiti e non la ragazza con cui hai fatto sesso? » chiese Haseul guardando male Mina, che stava facendo di tutto per trattenersi. Yoongi la guardò curioso, vedeva che stava per piangere così come Jimin.

« Perché- » disse Mina alzando verso Jimin « Perchè ha detto che è finita, qualunque cosa fosse. Ha detto di non farti più vedere. » disse la ragazza per poi singhiozzare. Jimin si alzò dal tavolo sentendo un masso schiacciare il suo cuore. Mina si allontanò quando vide il ragazzo avvicinarsi « Ha detto di starle lontano. Devi lasciarla stare, Jimin. » gli disse per poi correre via.

Jimin la guardò andare via. Sentì i suoi amici parlottare. « Che diavolo aspetti ad inseguirla? » tuonò Taehyung che aveva guardato tutta la scena e perché Jimin gli aveva parlato di Mina.

« Che razza di coglione che sei. » aggiunse subito dopo Yoongi.

Jimin si svegliò dal suo trance e corse verso la direzione aveva visto Mina andare. La cercò per tutta l'Università, passò anche in camera sua ma niente.

Corse verso la biblioteca, all'interno c'erano pochi studenti. Vide la signora Min dietro al bancone, si avvicinò velocemente « Dov'è Mina? » le chiese risultando prepotente ma era nervoso.

La donna lo guardò con diffidenza « Perchè dovrei dirtelo? »

« Devo parlarle. E' urgente. » disse perdendo la pazienza Jimin.

« Non è qui e anche se fosse, non te lo direi. » disse la donna guardando con aria di sfida il ragazzo, quando Mina le aveva comunicato del fatto che passasse del tempo con Jimin, l'aveva sgridata. Non le piaceva.

Jimin indurì la mascella « MINA! » urlò all'interno della biblioteca « MINA, NON ME NE ANDRÒ FINCHÉ NON PARLEREMO! » tuonò il ragazzo con voce roca.

La donna lo raggiunse « Sei impazzito?! Non puoi urlare in biblioteca! »

« Me ne frega qualcosa? » le chiese serio « Mi dica dove cazzo si trova o giuro che urlerò ancora. »

La donna morse le labbra « Sgabuzzino. » sussurrò piano, Jimin andò verso il posto indicato « Sta piangendo. Non so cosa sia successo ma comportati bene, per favore. »

Il ragazzo si chinò e chiese scusa per il comportamento di prima per poi raggiungere lo sgabuzzino, chiuse gli occhi quando sentì i singhiozzi della ragazza.

Entrò, ritrovandosi al buio. Accese la luce e il suo cuore fluttuò quando vide la piccola figura della ragazza seduta. Mina alzò lo sguardo e una rabbia improvvisa la travolse.

« Esci! » gli disse prontamente senza farlo parlare. Jimin si avvicinò a lei « Stammi lontano! » urlò la ragazza alzandosi. A Jimin fece così male vedere il suo viso coperto dalle lacrime e fece ancora più male sapere che era tutta colpa sua.

«Mi dispiace così tanto, Mina. » le disse sincero il ragazzo abbassando lo sguardo. « Non volevo farti soffrire, davvero. Sono un coglione- »

« Pensi che dicendo mi dispiace, si sistemi tutto? » chiese acida Mina « Alla fine sei quello che tutti dicevano, uno stronzo senza cuore. E io ci sono cascata, in pieno, nella trappola, volevi solo una cosa da me e l'hai ottenuta. » disse la ragazza con delusione e vergogna.

Jimin si avvicinò a lei « No. » disse subito « Mina credimi. Con te è diverso. Con te è fottutamente diverso. Non ti volevo solo per scoparti. Io ti volevo e ti voglio. Ti voglio. Ti voglio davvero, solo che mi sono spaventato. » disse Jimin con un velo di lucido negli occhi. Ci si sente così quando perdi una persona? Si sente davvero questo vuoto, che sembra incolmabile? Che solo lei può riempirlo?

« Non ti credo. » disse la ragazza, asciugandosi il viso. « Non volevo avere niente a che fare con te e tu volevi solo scoparmi e i tuoi amici lo hanno affermato- »

Jimin diede un calcio ad uno scaffale « Io ti voglio ma non carnalmente. Non ti ho mai usata. Lo sai anche tu di essere diversa dalle altre. Abbiamo dormito insieme per settimane, prima che ti toccassi, pensi davvero che se avessi solo voluto scoparti, sarei venuto ogni notte da te? Passavo la notte con te perché mi piace tenerti tra le mie braccia. Mi piace andare a dormire e svegliarmi con il tuo profumo addosso. Mi piace stare sdraiati a guardare quella cazzo di serie tv che odio, ma lo faccio solo perchè a te piace, mi piace vederti indossare i miei vestiti. Dio santo Mina. Mi piace tutto di te. Pensi davvero che ti abbia usata? » disse Jimin quasi con il fiatone.

La ragazza lo guardò a bocca aperta e con il cuore a mille. Quindi provava anche lui queste sensazioni?

« Come faccio a crederti? Non ci vediamo mai di giorno, non ci siamo mai frequentati e oggi mi hai trattata come una sconosciuta perché ti vergognavi di me. » sputò la ragazza.

Jimin scosse la testa, tirandosi i capelli « Perchè sono un coglione! » urlò « Mi sono spaventato, io credo di essermi innamorato di te e questo mi ha spaventato. Mi ha portato ad allontanarmi e a comportarmi da coglione per tenere la mia reputazione tale. » disse Jimin avvicinandosi a Mina, le prese il viso delicatamente. « Ti prego Mina. Credimi. Ho davvero bisogno di te, non ho mai provato qualcosa di così forte per qualcuno. » le sussurrò l'ultima frase.

Mina mise la mani sopra a quelle del ragazzo. « Anche io provo qualcosa per te ma Jimin, mi sono sentita malissimo, mi sono sentita usata e ho paura di fidarmi. »

Jimin appoggiò la fronte a quella della ragazza « Mi dispiace. Ti prego credimi. Rifacciamo tutto da capo ma non tagliarmi fuori dalla tua vita. Mi farò perdonare, te lo prometto. Ti lascerò i tuoi spazi ma non scappare da me. »

Mina sorrise in modo nostalgico « Grazie. » apprezzava davvero tanto questo suo gesto, non la stava mettendo davanti ad una scelta. Jimin si avvicinò al suo viso facendo quasi scontrare le loro labbra. « Forse ti amo. » le sussurrò dolce. Mina sorrise « Forse ti amo anche io. »





Mina sussultò quando sentì una presa sui fianchi, erano passati mesi da quel giorno e Jimin non aveva fatto altro che darsi da fare, le continuava ancora a chiedere scusa per come l'aveva trattata e per come l'aveva fatta sentire. « Ciao amore. » le disse Jimin baciandole il collo « Cosa stai facendo? » le chiese interessato.

« Stavo guardando i risultati del test. » disse Mina, leggendo il tabellone. Tra di loro le cose andavano a gonfie vele e dopo vari chiarimenti Jimin le aveva chiesto di essere la sua ragazza, Mina imbarazzata aveva risposto di sì. Imbarazzata perchè tutto questo era successo mentre stavano facendo sesso. « Lo avrai passato di sicuro. » disse Jimin circondandole con un braccia la spalla e mettendosi una mano nei capelli.

Mina sbuffò « Ti dà così tanto fastidio? »

« Che cosa? Che tu sia una secchiona? » le disse prendendola in giro « Lo amo. » sussurrò al suo orecchio. Mina ridacchiò.

« Comunque che aspetti a trasferirti da me? La camera della confraternita è più grande rispetto la tua, così non dobbiamo dormire in quel lettino che ti ritrovi. » le disse « Jin-hyeong è d'accordo. Ti adora. » aggiunse subito dopo.

« Ci penserò. » disse Mina cominciando ad incamminarsi verso la prossima lezione. « Ci vediamo dopo? »

Jimin annuì « Cazzo devo andare, sono in ritardo. » le disse prendendola per il viso e baciandola. Mina cercò di stare dietro al ragazzo ma si staccò con il fiatone « Vuoi dare spettacolo?! » lo riprese. « Che guardino pure. Sto solo baciando la mia ragazza. » disse fregandosene e attaccando ancora le labbra su quelle della corvina.

« Devo andare veramente. Ti amo. » le disse Jimin sistemando la frangia della ragazza. Mina sorrise « Forse ti amo anche io. » gli rispose facendolo ridere.

« Io ti amo senza forse. » rispose il ragazzo per poi correre nel suo palazzo.

Mina guardò quel ragazzo che le era entrato come un uragano nel suo cuore, le aveva migliorato e arricchito la vita.

Lo amava così tanto.

«Anche io ti amo senza forse. » sussurrò la ragazza sorridendo mentre vide il suo ragazzo saltare sulla schiena di Jungkook.





ANGOLO AUTRICE:
hi!🥺 ecco la mia prima one shot, davvero sono soddisfatta! non pensavo ma mi piace un sacco!💗 a voi è piaciuta? ma Jimin tipo cattivo ragazzo, lo voglio subito
Mina è davvero tenera, davvero
spero vi sia piaciuta!!! 🤩🤩
ci vediamo alla prossima, seguendomi su insta potete scegliere la prossima one shot!  🤪
ricordo: julivante7
alla prossima,
Giulia 💜

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