||Marvel and Dc One Shots||

Galing kay Fandom_lover_95

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Una raccolta di storie autoconclusive principalmente ispirate ai personaggi degli universi fumettistici della... Higit pa

Perdite |Batfamily|
Dipendenza |Dc|
Paura |Batfamily|
Guerra contro Darkseid |Dc|
Il Santuario |Dc|

Litigi |Batfamily|

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Galing kay Fandom_lover_95

Pensavo che recarmi al poligono di tiro di Gotham City servisse a tranquillizzarmi, a staccare la testa dai pensieri che mi assillano.

Di solito funziona.

Ma oggi no.

Oggi, non riesco a smettere di pensare a tutte quelle persone che mi hanno rovinato la vita.

Il bersaglio di legno si erge dritto di fronte a me.

Lo osservo per qualche secondo, incerto.

Poi estraggo la pistola dalla fondina.

È una Beretta 92 di calibro 9x21, un modello talmente obsoleto che probabilmente ho imparato a maneggiarlo quando ero ancora un feto.

Ma ci sono anche molto affezionato.

Mi ricorda il mio primo -e unico- viaggio in Italia, quando ancora il mondo non mi era crollato addosso.

Distendo il braccio, lo porto all'altezza del collo e lo punto contro quel dannato manichino.

Si trova a qualche metro da me.

Sono abituato a colpire bersagli mobili con fucili da cecchino, a distanze decisamente più elevate.

Non posso sbagliare.

Ripenso a tutto quello che ho passato.

A tutte le persone che mi hanno abbandonato.

La rabbia mi pervade.

Digrigno i denti, prendo un profondo respiro e mi concentro.

Non lascerò che la mia famiglia mi distrugga di nuovo.

Premo il grilletto una, due, tre volte.

Il primo colpo va a segno, anche se impreciso.

Dannazione, Jason, concentrati.

Il secondo non c'entra nemmeno il bersaglio.

Non è possibile, è un tiro da principianti.

Il terzo, fortunatamente, trapassa il bersaglio, anche se non nel punto preciso in cui doveva arrivare.

Decisamente non mi sento in forma.

Tutta colpa di Bruce e dei suoi odiosi consigli.

Crede che potrei essere una persona migliore, che non abbia ancora dimostrato le mie piene potenzialità.

Ovviamente.

Il problema sono sempre io.

Il figlio di serie B.

Ma non mi interessa.

Non ho bisogno di quell'uomo, nè di nessun altro.

In preda alla frustrazione, decido di uscire dalla struttura che mi ospita.

Prendere una boccata d'aria mi farà bene.

La maggior parte dei tiratori neanche si accorge che sto uscendo.

Meglio così.

Non ho alcuna intenzione di cominciare una conversazione interminabile sui miei problemi personali.

Rischierei di sfogarmi picchiando qualcuno, e al momento una denuncia per aggressione aggravata è l'ultimo grattacapo di cui ho bisogno.

Uscito dall'edificio, svolto l'angolo, appoggio la testa contro il muro e chiudo gli occhi.

Vengo immerso dai ricordi.

Perché mi sento come se avessi un peso sul cuore?

Un dannatissimo piede di porco si infrange su di me.

Il sangue mi risale lungo l'esofago, raggiunge i polmoni, mi esce dalle narici.

Il cranio e le costole sono fracassati, inservibili.

Fatico a respirare, il mio petto sembra essere stato immerso nella lava.

Perché non riesco a liberarmi da questo peso opprimente?

"Ha ha ha ha ha!"

La risata di un pagliaccio che riecheggia nel vuoto.

Altri colpi, sempre più forti, sempre più dolorosi.

Una tortura interminabile.

E a farne le spese sono soltanto io.

Sparare dovrebbe essere uno svago, una distrazione.

Invece è soltanto l'ennesima attività che riporta alla luce il mio trauma.

Riprovo quella sensazione di terrore, angoscia, disperazione.

Sono solo.

Nessuno verrà a salvarmi.

Il Joker l'avrà vinta.

Di nuovo.

Le mani iniziano a tremare, mi scoppia la testa.

Fanculo.

Non doveva capitare a me.

Non dovrebbe capitare a nessuno.

Ero un bambino.

Avevo tutta la vita davanti.

Sento l'impellente bisogno di colpire qualcosa, qualcuno.

In un impeto d'ira, urlo e colpisco il muro ripetutamente.

Non mi importa delle nocche sbucciate.

Nè del sangue che esce dalle mani.

Voglio solo sfogarmi un po'.

<<Così rischi di farti seriamente male.>>

Una voce di donna, con un accento siciliano appena accennato.

La riconosco subito.

Helena Bertinelli.

Helena è conosciuta in tanti modi: è l'ultima discendente ancora in vita della famiglia mafiosa dei Bertinelli, la supereroina Cacciatrice, un'ex agente della Spyral, è stata persino conosciuta come Batgirl.

Ed è anche l'ultima persona che mi aspettavo di incontrare.

Bruce è così vigliacco da mandare uno dei suoi galoppini a consolarmi?

Non ha neanche il coraggio di venire a parlarmi di persona.

<<Il tuo capo ti ha ordinato di pedinarmi? Digli che può andare al diavolo.>> le rispondo, smettendo immediatamente di sfogare la mia frustrazione contro la parete.

Non voglio che Helena riferisca a Bruce che sto perdendo la testa.

Non gli darò questa soddisfazione.

<<In verità, mi reco spesso qui per allenarmi. >> afferma, cogliendomi di sorpresa <<E, tra parentesi, non rispondo delle mie azioni a nessuno, tantomeno a Bruce Wayne.>>

Non sapendo come reagire, dopo un attimo di esitazione decido di optare per un approccio diretto.

<<Perfetto, allora sei gentilmente invitata a lasciarmi in pace. Non sei la benvenuta.>> le intimo.

<<Sai, mi ricordi tanto Bruce.>> esordisce lei, sorridendo.

Non riesco a trattenere una risata, sebbene breve e poco divertita.

<<Che stai dicendo?>> Anche se cerco di mantenere un tono neutrale, trasudo rabbia da tutti i pori.

Forse sto esagerando. In fondo, non provo rancore nei confronti di Helena, anzi.

La conosco a malapena.

Lei scrolla le spalle, per niente sorpresa o intimorita dal mio cambio di umore.

<<Insomma, guardati. Sei arrabbiato contro il mondo intero, sempre sulla difensiva, accecato dall'orgoglio. Pensi di essere al centro del mondo, e non accetti l'aiuto di nessuno.>> esclama tutto d'un fiato, quasi divertita <<Ti ricorda qualcuno, Jason?>>

Inizialmente stringo i pugni e abbasso lo sguardo, cercando di contenermi.

Chi crede di essere per giudicarmi?

Tuttavia, non appena lo rialzo, la guardo negli occhi per un secondo e, in un istante che a me pare infinito, constato che potrebbe conoscermi meglio di quanto io creda.

Magari ha ragione.

O magari no.

In fondo, cosa ne sa lei di quello che ho passato io?

<<Fottiti.>>

È il primo insulto che mi viene in mente.

Mi sono sforzato di non urlarle contro, ma non appena Bruce si presenterà da me, non avrò mezze misure.

Sempre che si presenti.

Mi aspetto che Helena giri i tacchi e se ne vada, ma stranamente lei rimane lì, impassibile.

<<Non mi hai sentito? Vattene. Non voglio parlare con nessuno, meno che mai con te.>>

La giovane vigilante scuote la testa, scoraggiata, prima di puntare la sua balestra contro di me.

Rimango allibito per un secondo, poi, come se una parte del mio cervello avesse intuito le vere intenzioni della ragazza, la disarmo con un calcio.

Iniziamo a lottare.

È brava.

Maledettamente brava.

Ed è anche più allenata di me.

Certo.

Il suo corpo non è rimasto rinchiuso per sei mesi dentro a una bara, a venire mangiato dai vermi.

Non si può dire lo stesso del sottoscritto.

Mi sferra un pugno proprio sopra il fianco destro.

Rispondo con un calcio diretto al collo.

Ma è troppo lento, troppo prevedibile.

Ho la testa altrove, me ne rendo conto.

Riesce ad afferrarmi la gamba e a tirarmi giù.

Non è insopportabile. Non sta cercando di farmi del male.

Vuole che sfoghi la mia frustrazione contro di lei.

Ma non succederà.

Mi alzo in piedi controvoglia.

Non mi sento in vena di combattere.

Non la guardo neanche negli occhi. 

Semplicemente, giro i tacchi e me ne vado.

<<Jason, aspetta.>>

Strano. 

Pensavo che Helena mi avrebbe attaccato. 

Invece è rimasta ferma.

Sembra che adesso voglia solo parlare.

Continua a guardare davanti a te.

Non voltarti e stai zitto.

<<Cosa vuoi ancora?>> le chiedo, ostentando indifferenza.

Merda.

Perché non mi ascolto mai?

<<Ti ho mentito sul motivo del nostro incontro.>> afferma lei, avvicinandosi a me. <<Ti ho seguito di mia spontanea volontà.>>

Mi volto nella sua direzione, incuriosito, ma evito di replicare.

<<Dopo la tua ultima... discussione con Bruce>> continua, esitando -e a ragion veduta, considerando che il più recente litigio con il mio mentore era finito con una scazzottata- <<la tua famiglia era divisa in due fazioni: chi voleva correrti dietro e parlarne in maniera civile e chi, al contrario, credeva che saresti tornato a casa comunque.>>

Perchè ho come l'impressione che quel pappamolle di Dick abbia lanciato la prima idea?

<<Così, per evitare ulteriori preoccupazioni, mi sono offerta di seguirti.>>

<<Di pedinarmi.>> la correggo.

<<Era un modo per proteggerti. Per assicurarci che non facessi sciocchezze.>>

<<E secondo quale logica attaccarmi con una balestra dovrebbe proteggermi?>>

<<Quello serviva a farti sfogare.>>

<<È una tecnica tipica di Bruce. Non ho mai abboccato.>>

<<A me sembra che abbia funzionato. Sei molto più calmo adesso... quasi amichevole, per i tuoi standard.>>

Appena Helena pronuncia questa frase, non riesco a non sorridere compiaciuto.

Mi ha fregato.

Di nuovo.

<<Bruce è una persona complicata. Ha commesso tanti errori, e stai pur certo che ne commetterà altri. Ma Villa Wayne è casa tua. Sarai sempre il benvenuto.>>

<<Io...>>

Vorrei solo che, per una volta, fosse lui a cercarmi per primo.

Ad ammettere di aver sbagliato.

A capire che non devo per forza essere come lui, o migliore di lui.

Non posso semplicemente essere me stesso?

<<...ci penserò.>> concludo, pur sapendo che non lo farò.

Helena si gira di spalle, ma noto che ha accennato un sorriso.

<<Lo spero. Da quando tu e Bruce avete litigato, i tuoi fratelli sono diventati insopportabili. Damian dice  che avrebbe voglia di spaccarti la faccia.>>

<<E questo in che modo dovrebbe farmi sentire meglio?>> le chiedo, cercando di nascondere la mia ilarità.

<<Sappiamo entrambi che nella tua famiglia l'affetto viene espresso in modi particolari, Jason.>>

Detto questo, la ragazza semplicemente svolta l'angolo e sparisce, lasciandomi da solo con i miei pensieri.

Gli occhi mi cadono prima sul centro di tiro al poligono, in cui ho lasciato tutta la mia attrezzatura, poi sulla moto che è rimasta comodamente parcheggiata in seconda fila fino af ora.

Mi sento un idiota, perchè non solo ho rischiato di prendermi una multa, ma per di più la mia roba sarà già stata rubata.

Se lo scoprisse, Alfred mi ucciderebbe.

Sorrido, e seppur per un breve istante, almeno si tratta di un sorriso genuino.

Forse Helena ha ragione.

Forse è davvero tempo che io torni a casa.

Ipagpatuloy ang Pagbabasa

Magugustuhan mo rin

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No spoiler
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Dalla mente visionaria e poco sana di Laracelasio nasce lo scambio di letture che ha come obiettivo celebrare l'amore. ❤️ Entra, ti stavo aspettando...