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By juliVante

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COMPLETA | La vita ordinaria e quotidiana di Yun Ji-eun cambierร  quando una sera, insieme alla sua amica Seo... More

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By juliVante

consiglio l'ascolto della canzone FLY di Ludovico Einaudi
buona lettura!

Ji-eun si mise le mani sui fianchi mentre aspettò che la banana all'interno del frullatore compose una buonissima merenda per Kang-Dae. Il bimbo aveva ormai compiuto quattordici mesi, Ji-eun si sentì davvero fortunata di averlo nella sua vita, non l'aveva mai fatta stancare, era un bimbo tranquillo.

Era la fotocopia di Jungkook, il ragazzo non faceva altro che vantarsi di questa cosa. Era stato un anno pieno di felicità ma Ji-eun non aveva fatto che notare il comportamento di Kang-Dae, suo figlio era strano.

Non ti guardava in faccia anche quando lo chiamavi «Amore guarda cosa ti ha preparato la mamma!» urlò felice la ragazza mettendo il frullato all'interno della ciotola e sedendosi davanti al seggiolone con all'interno un Kang-Dae che giocava con dei dinosauri.

Jungkook gli aveva comprato dei piccoli dinosauri e non faceva altro che tenerli in mano. Il piccolino girò la testa quando vide la mamma cercare di imboccarlo, fece un verso lagnante, in disaccordo chiuse gli occhi «Kang-Dae, dai amore mio» sussurrò Ji-eun sentendosi mortificata che il figlio non mangiasse quasi niente di quello che di solito gli preparava.

Ci riprovò ancora ma il bimbo urlò stizzito spostando il cucchiaio e facendolo cadere a terra, Ji-eun strinse gli occhi nervosa, «Kand-Dae! No!» lo sgridò recuperando il cucchiaio e pulendo per terra il cibo, si alzò «La mamma non vuole che fai così, devi mangiare!» alzò un pò la voce ma Kang-Dae continuò indisturbato a giocare con i giochi.

Amore guardami, guardami ti prego.

Perchè non la guardava?  

Ji-eun si strofinò una mano sulla fronte, respirando rumorosamente, gli occhi si riempirono di lacrime. Prese il bambino in braccio, dandogli un bacio sulla fronte mentre Kang-Dae agitava il triceratopo «Sei stanco?» gli chiese come se potesse rispondergli e andarono nella loro camera, cercò di cullarlo mentre Kang-Dae succhiava il ciuccio e chiudeva gli occhi lentamente.

Kang-Dae era la sua vita ma lei continuava vivere con una paura sconosciuta. Aveva ormai superato un anno, perchè non spiccicava parola? Neanche mamma.

Dopo aver cullato per altri dieci minuti, lo mise nel lettone, mettendo ai lati i cuscini per impedire una caduta. Raggiunse la cucina, iniziandola a pulire, le mancava lavorare ma allo stesso tempo le piaceva stare a casa con suo figlio. Dopo quasi un'oretta sentì entrare in casa Jong-ho e Jungkook, il marito era andato a prenderlo a scuola dopo aver finito, appunto, di lavorare.

«Ciao mamma!» urlò Jong-ho buttando le scarpe alla caso e correndo verso Ji-eun che lo abbracciò «Kang-Dae?» chiese il bimbo spogliandosi lì e lasciando tutto per terra.

«Sta dormendo, fai piano e metti apposto le cose» gli disse dolcemente con la voce bassa, Jungkook notò qualcosa di strano dalla sua voce e si girò verso di lei per guardarla in faccia. Ji-eun alzò lo sguardo e sorrise al moro che però continuò a guardarla in modo serio.

Aveva pianto, pensò Jungkook andandole incontro e baciandola.

«E' successo qualcosa?» le chiese roco vicino alle sue labbra, accarezzandole i capelli, Ji-eun scosse la testa «Sono un pò stanca, è andata bene al lavoro?»

Jungkook annuì per allontanarsi, «Vado a salutare Kang-Dae, poi parliamo»

Ji-eun annuì conscia che quel parliamo si sarebbe trasformata in una vera e propria discussione.

Il moro andò in camera loro e trovò Jong-ho guardare Kang-Dae dormire beatamente, diede un bacio a suo figlio per poi accarezzare Jong-ho, lui e Ji-eun avevano sempre cercato di non farlo sentire geloso o messo da parte.

«E' buffo quando dorme» sussurrò Jong-ho toccando le manine piccole del fratellino, era contento di essere il suo hyung, si sentiva fiero. Avrebbe voluto giocare anche con lui ma Kang-Dae non gli dava tanto retta, stava sempre in disparte sul tappeto dei giochi.

«Vado a giocare!» disse il bambino per correre in camera sua come un razzo, Jungkook rise per il comportamento ambivalente che assumeva ogni giorno quel ragazzino. Si cambiò velocemente, mettendosi una tuta più comoda e una maglietta bianca. Raggiunse il salotto e trovò Ji-eun con il mano il cellulare, l'abbracciò da dietro aspirando il profumo della pelle candida, «Che fai?» le chiese curioso ma Ji-eun spense il telefono si girò verso di lui, sorridendogli.

«Stavo messaggiando con Seo-yun» disse tranquilla ma non riuscì a spiegarsi il perchè ma per la prima volta, non le credeva. Si tirò indietro i capelli «Perché hai pianto?» le chiese andando dritto al sodo e iniziando ad innervosirsi quando la vide fare una faccia confusa.

«Non ho pianto»

Rise amaramente «Mi credi così stupido? Ji-eun ti conosco, sono settimane che sei strana, vuoi dirmi cosa ti passa per la testa?»

Ji-eun lo guardò per poi abbassare lo sguardo, si asciugò una lacrima solitaria per poi affrontare la sguardo del marito «Credo che Kang-Dae abbia qualcosa» disse a bassa voce, mordendosi le labbra in modo compulsivo. L'espressione di Jungkook divenne confusa «Qualcosa? Non sta bene, ha la febbre?» chiese un po' preoccupato ma la ragazza scosse la testa.

«Non hai notato niente?» gli chiese e Jungkook pensò, pensò ma non riuscì a trovare una risposta «Jungkook non parla ancora e non ci guarda mai in faccia quando lo chiamiamo!» scoppiò la ragazza alzando le braccia al cielo, con il viso rosso guardò il marito. Il moro la guardò confuso e poi distolse lo sguardo chiudendo le mani in pugno «Ancora con questa storia?» le chiese davvero stanco.

«Vedi come fai? Stiamo parlando della condizione di Kang-Dae ma tu-»

«Io cosa? Sei tu che lo stai analizzando, non parla ancora e allora? Anche Jong-ho ha iniziato a parlare tardi ma non mi sembra che abbia qualcosa!» tuonò Jungkook guardandola negli occhi, sentiva il suo respiro farsi pesante, non era la prima volta che lui e Ji-eun discutevano su questa cosa.

Gli fece male, gli fece davvero male vederla piangere, voleva andare lì ad abbracciarla, a baciarla, a rassicurarle che tutto questo era solo nella sua testa e lo fece ma non si sarebbe mai aspettato che Ji-eun si scansò.

La ragazza fece dei passi indietro per poi asciugarsi le lacrime «Non devi consolarmi» disse fredda «Non puoi consolarmi se non capisci il mio malessere» gli disse guardandolo per poi sentire il pianto di Kang-Dae.

Senza aggiungere niente, andò nella loro camera trovando già Jong-ho che guardava curioso Kang-Dae e tentava di calmarlo, Ji-eun sorrise per poi prendere in braccio il bambino.

«Ti sei svegliato» dolcemente accarezzò la testa del bambino, iniziando a cullarlo «Addirittura i lacrimoni?»

«Mamma! Devo assolutamente finire una partita, dopo gioco con Kang-Dae!» urlò Jong-ho tornando in camera sua e andando addosso a Jungkook che intanto era entrato.

Kang-Dae si guardò intorno e rise quando vide Jungkook «Vuoi andare da papà?» chiese Ji-eun mettendolo in braccio al ragazzo. Jungkook iniziò a fargli fare l'aeroplanino, baciarlo sul pancino mentre Kang-Dae rideva a crepapelle. Ji-eun deglutì a quella vista, vedere Jungkook così dolce le faceva stringere il cuore, ogni volta come se fosse la prima. Si tirò indietro i capelli con il mollettone e sistemò un po' la casa, Jungkook si era messo sul divano con Kang-Dae e Jong-ho.

«Hyung! Ma perchè non si gira quando lo chiamo?» chiese Jong-ho a Jungkook, i bimbi erano sul tappetino ma Kang-Dae come sempre, si era isolato iniziando a giocare con i suoi dinosauri.

Ji-eun smise un attimo di cucinare, cercando di sentire la risposta di Jungkook.

Il ragazzo era in difficoltà, cosa doveva rispondere?

«Prova a chiamarlo sempre, se non ti ascolta, toccalo e fai quello che volevi fare»

Il bambino più grande annuì mentre iniziò a scuotere Kang-Dae per avere la sua attenzione, il piccolino alzò lo sguardo, Jong-ho si alzò «Kang-Dae prendimi!» disse eccitato ma il bimbo non si alzò e abbassò lo sguardo continuando a giocare con i dinosauri.

Jong-ho lo guardò arrabbiato e raggiunse la cucina.

«Perché non gioca mai con me?» chiese a Ji-eun intenta a tagliare i pomodori. La ragazza morse le labbra «Forse è ancora piccolino, abbi pazienza Jong-ho. Stai lì con lui, giocate lo stesso, no?»

Jong-ho sbuffò «Non lascia mai quei dinosauri e guardiamo sempre gli stessi cartoni! E' noioso. Torno in camera mia»

Ji-eun per sbaglio si tagliò il dito, strinse i denti dal dolore «Jong-ho aspetta! Cazzo che male» sussurrò l'ultima frase mentre una quantità eccessiva di sangue fuoriuscì dal dito della ragazza.

Lo mise sotto l'acqua per poi tamponare la parte pulsante con un scottex. Perchè diavolo usciva così tanto sangue?

«Che cosa hai fatto?» chiese una voce roca facendola sobbalzare. Jungkook aveva in braccio Kang-Dae che guardava la mamma curioso, «Mi sono tagliata» disse cercando di rimanere fredda, non avevano più parlato da quella mini discussione.

«Fa vedere» disse prendendole il polso «E' solo un taglio, riusciresti a prendermi il cerotto?»

Jungkook la guardò in faccia, era bianca. Non aveva visto il taglio ma lo scottex era diventato rosso, annuì distrattamente, per poi raggiungere il bagno.

Mise un attimo Kang-Dae per terra mentre il bimbo si mise a gattonare verso la camera di Jong-ho, aprì alcuni cassetti quando sentì un tonfo.

Si alzò di scatto pensando che Kang-Dae fosse caduto ma il suo cuore tremò quando lo vide seduto nel corridoio.

Ji-eun.

Corse in cucina, lasciando il bimbo da solo, quando vide Ji-eun per terra. Le prese il viso con le mani tremanti e quasi pensò di morire quando vide la fronte di sua moglie impregnata di sangue. Lo spigolo. Aveva pestato le testa nell'angolo dell'isola, a terra c'era solo sangue e non riuscì a capire se lo stesse prendendo dalla testa o da quel dannato dito.

«Jong-ho!» urlò a pieni polmoni, tirò su Ji-eun mettendola sul divano, il bimbo corse fuori «No! No stai lì, prendi Kang-Dae e giocate in camera tua!»

«Ma? La mamma?» chiese Jong-ho vedendo il corpo di Ji-eun steso. Jungkook cercando di non pestare il sangue per terra, prese delle garze per tamponare il sangue «Cazzo! Cazzo!» perché non c'erano? Raggiunse i bimbi.

«Stai tranquillo, sta bene» disse prendendo Kang-Dae in braccio dal corridoio e portandolo in camera di Jong-ho che lo seguiva preoccupato, «State qua, okay? Non è successo niente alla mamma, Jong-ho non piangere» disse Jungkook dandogli una carezza «Stai qua con Kang-Dae, sei il suo fratellone» Il bambino annuì mentre Jungkook corse in salotto. Cercò il cellulare e chiamò l'ambulanza, non aveva niente in casa e Ji-eun aveva pestato la testa.

Le accarezzò il viso, «Starai bene, devi stare bene» disse Jungkook leggermente preoccupato, le controllò il polso, perchè diavolo il cuore va così lento?

Dopo aver detto la via ai sanitari, cercò di seguire i consigli del dottore e tamponare le ferite. Mise uno straccio sulla testa e le guardò il viso, Ji-eun era la sua vita e vederla così, bianca quasi cadaverica lo fece sentire male «Jong-ho tutto bene?» urlò il ragazzo, sistemando il corpo della ragazza, perchè quello svenimento stava durando una vita?

«Sì» urlò il bambino dalla camera con Kang-Dae sul letto a guardare uno dei cartoni preferito del piccolino. Jungkook smanettò con il telefono, chiamando Taehyung. Dopo uno squillo l'amico rispose.

'Taehyung, merda Ji-eun è svenuta e ha pestato la testa' disse con il fiatone mentre sentì le sirene dell'ambulanza farsi vicine.

'Cosa?' chiese disorientato il moro.

'Devi venire qua, ho i bambini. Io devo andare in ospedale.'

'Jungkook cazzo, io ho Suji. Sto andando a prenderla da un'amica.'

'Cazzo! Vieni qua, dopo che l'hai presa vieni a casa mia!' tuonò il ragazzo, aprendo la porta per i sanitari.

Jungkook non vide più la sua Ji-eun, il medico e gli infermieri erano intorno che le misuravano i parametri mentre un dottore gli fece domande. Non riusciva più a sentire niente. Vedeva Ji-eun essere caricata sulla barella mentre un'infermiera le mise l'ossigeno.

«Signor Jeon!» lo chiamò il dottore «Venga»

«No, i miei figli sono in camera, non posso lasciarli da soli. Raggiungerò l'ospedale» farfugliò il ragazzo cercando di vedere Ji-eun ma era già stata portata via.

Cosa diavolo era successo?

Il dottore gli disse qualcosa ma Jungkook non stava ascoltando, guardò distrattamente la sua casa. Sembrò un deja vu, sembrò di rivivere la stessa scena, il posto macchiato di sangue, una delle sue donne più importanti portate via in ospedale, dei bambini innocenti nella camera e lui.

Quando si rese conto di essere rimasto da solo, si passò la mano stanco in volto, la guardò leggermente tremante mentre c'erano macchie di sangue. Fece un sospiro e iniziò a pulire.

Sperò che arrivasse Taehyung al più presto.  

Nella sua testa c'era solo Ji-eun.

-

Ji-eun aprì gli occhi stordita, li richiuse subito quando una luce bianca la trafisse. Dov'era? Non si ricordava cosa fosse successo, solo di aver chiesto un cerotto a Jungkook, cercò di aprire gli occhi ma un forte mal di testa la travolse.

Si mise una mano sulla fronte ma tastò solo la benda, cercò di mettere a fuoco e il suo cuore esplose quando lo vide.

Jungkook era seduto di fianco al letto, la sua testa era china in avanti e stava dormendo, i suoi capelli gli cadevano sugli occhi.

Ji-eun con la mano andò a tastare quei capelli un pò troppo lunghi del ragazzo e Jungkook si svegliò subito quando sentì le dita fredde di sua moglie.

Si guardarono per un tempo indefinito, Ji-eun ritrasse la mano ma Jungkook gliela prese con forza, strinse la piccola mano nella sua mentre ci appoggiò le labbra per lasciarle un delicato bacio «Non farlo mai più» sussurrò con voce roca, tirando su con il naso e stringendo la mano di Ji-eun come se fosse la sua ancora di salvezza «Non provare mai più a spaventarmi in quel modo»

Ji-eun deglutì cercando di tirarsi su ma continuava ad avere delle forti fitte alla testa «Non alzarti» disse il ragazzo alzandosi e aiutandola a sistemarsi meglio. Ji-eun tremò quando sentì le forti braccia del ragazzo «Mi dispiace» gli sussurrò «Mi dispiace così tanto»

«Shh.. va tutto bene. Dispiace a me» le disse prendendole poi il viso per baciarla in modo delicato.

Sapevano tutti e due che quel dispiace, era un dispiace diretto alla discussione su Kang-Dae.

Un dispiacere da parte di Ji-eun, per ogni giorno trasmettergli il suo timore.

Un dispiacere da parte di Jungkook, per non aver capito sua moglie e non averla aiutata.

I due ragazzi vennero interrotti dall'entrata del dottore che si scusò, ma il ragazzo lo rassicurò dicendo di non preoccuparsi, «Come sta signorina Jeon?» chiese l'uomo controllando una cartella.

«Mi fa male la testa» rispose sinceramente Ji-eun, guardando il suo dito fasciato, odiava la flebo, le faceva male l'ago all'interno.

L'uomo sorrise «Ha preso un trauma cranico ma fortunatamente non abbiamo trovato emorragie interne»

Jungkook sospirò tranquillo, almeno quello.

«Signorina deve mangiare, la sua pressione era davvero bassa e il battito cardiaco lento, deve mangiare. E' sotto stress, le consiglio un riposo adeguato» disse l'uomo guardando anche Jungkook «L'otorino può riceverla adesso» disse al ragazzo che annuì ringraziandolo.

L'uomo prescrisse un pò di vitamine e per sicurezza, le disse di stare una notte in ospedale ed andarsene la mattina successiva.

«Otorino?» domandò la ragazza non capendo, ignorando il suo cuore che aveva cominciate a sbattere contro la cassa toracica. Jungkook si alzò e annuì, «Faremo controllare Kang-Dae» disse il ragazzo «Non preoccupiamoci, un piccolo controllo. Ma anche se dovesse avere qualcosa, non cambierà niente» le disse spostandole una ciocca di capelli.

La ragazza annuì «Pensi sia sordo?» chiese con un filo di voce, Jungkook sospirò «Non lo so amore. Non ne ho idea ma se lo fosse, dobbiamo prendergli un bel apparecchio acustico, non credi?» le chiese sorridendo.

Ji-eun annuì ridendo «Andrà tutto bene» le disse sicuro, facendola sospirare.

Andrà tutto bene, dicevano e speravano.

-

Dopo due settimane, Ji-eun si riprese completamente e quella mattina dopo aver accompagnato Jong-ho a scuola, la coppia raggiunse l'ospedale.

Kang-Dae aveva fatto esami e visite dall'otorino e l'uomo aveva chiesto una visita con presente tutti e due i genitori. Sapevano tutti e due, che non fossero buone notizie ma raggiunsero l'ospedale con un briciolo di speranza.

Jungkook tirò fuori il passeggino mentre Ji-eun con in braccio Kang-Dae lo aspettò, vide il marito nervoso dopo che non riuscì per la quinta volta ad aprire quel dannato passeggino «Possiamo anche tenerlo in braccio» disse Ji-eun dolcemente fermandolo da un braccio, se avesse continuato lo avrebbe rotto.

Jungkook annuì per poi rimettere il passeggino in macchina e prendendo lui in braccio Kang-Dae, si avviarono nello studio del dottore. L'uomo li accolse con caldo sorriso, li fece mettere seduti, iniziando a smanettare con i computer «Abbiamo gli esami di Kang-Dae!» disse l'uomo con un sorriso e a Jungkook gli venne voglia di spaccare tutti i denti, perché diavolo era così felice?

L'uomo si sistemò la cravatta e incontrò le braccia «Gli esami sono buoni, l'udito è eccellente. Kang-Dae sente benissimo»

Ji-eun pensò di piangere dalla felicità ma non lo fece, non lo fece perché il dottore guardò lei e suo marito con uno sguardo quasi di pietà. Sentì una forte presa sul ginocchio e vide la mano di Jungkook, che con Kang-Dae seduto sulle gambe guardava con sguardo severo e attento il dottore davanti a loro.

«A breve ci raggiungerà il neuropsichiatra infantile e lui vi spiegherà per filo per segno»

«N-neuropsichiatra?» sussurrò Ji-eun incredula mentre sentì la stretta del ginocchio farsi sempre più forte. Un uomo giovane entrò nello studio e si inchinò alla coppia, al momento quasi assente.

Ji-eun si diede un pizzicotto e si tirò su dritta come Jungkook, che non aveva battuto ciglio.

«Buongiorno, sono il neuropsichiatra infantile di questo ospedale»

«Jeon Jungkook, mia moglie» disse il moro guardando il dottore e inchinandosi, stessa cosa fece Ji-eun «Allora... è una situazione delicata, Kang-Dae ha gli esami perfetti ma notando determinati comportamenti e varie situazioni, che gli abbiamo posto durante le sue visite» disse l'uomo guardando la giovane coppia «pensiamo e siamo quasi certi che Kang-Dae sia affetto da autismo»

Il respiro di Ji-eun si bloccò, guardò il suo bambino intento a giocare con quel dinosauro che non lasciava mai «Autismo?» chiese Jungkook non capendo. L'uomo annuì «L'autismo è un disturbo del neuro-sviluppo che coinvolge maggiormente il linguaggio, la comunicazione, l'interazione sociale e comportamenti ripetitivi»

«Ma- Aspetti-» balbettò Jungkook «So che è difficile so che è improvviso» disse l'uomo «Purtroppo le cause di questa patologia risultano ancora ad oggi sconosciute, anche se i ricercatori concordano nell'affermare che nei disturbi dello spettro autistico entrano in gioco cause neurobiologiche, costituzionali e psico-ambientali acquisite»

«Se sono sconosciute come può dire che mio figlio sia autistico?» tuonò Jungkook nervoso, pensò di alzarsi e andarsene, pensò di maledire quello studio, pensò di prendere a pugni quel dottore che stava sparando un mucchio di stronzate.

«Jungkook» lo richiamò Ji-eun, cercando di tranquillizzandolo «Kang-Dae ha un grave ritardo per quanto riguarda il linguaggio, non guarda in faccia e si isola»

Ji-eun annuì «Non è dovuto per caso, al fatto che alcuni bambini ci mettono più tempo con il linguaggio? Non è affrettato dire che sia autistico?»

«Ci sono varie fasi dell'autismo, non tutti gli autistici sono uguali, ci sono casi gravi e ci sono casi leggeri. Può essere considerata una diagnosi precoce ma lavoro da anni con bambini autistici e Kang-Dae ha già parecchi sintomi che possono ricondurre all'autismo»

«Cazzate» tuonò Jungkook alzandosi «E' un bambino come tutti! Non parla ancora ma solo perchè ha bisogno del suo tempo»

«Jungkook» lo richiamò Ji-eun «Siediti» gli disse guardandolo negli occhi «Per favore»

Jungkook deglutì guardandola serio ma si rimise seduto. Il dottore sospirò «So che è difficile, per i genitori è prevista un colloquio con lo psicologo»

«Può anche ficcarselo nel culo lo psicologo» sputò acido Jungkook, Ji-eun spalancò gli occhi e si scusò subito. Ji-eun si mise una mano sul petto sentendolo tremare ma di fece forza «Sono previste cure? Dei percorsi o?»

All'università aveva studiato i disturbi dello spettro autistico, aveva sperato che non fosse quello guardando il suo bimbo crescere giorno per giorno ma il dottore davanti a lei le aveva appena sbattuto in faccia la verità. L'uomo la guardò dolcemente, capendo che Ji-eun fosse più disponibile alla comunicazione rispetto al marito.

«Non c'è una cura signorina Jeon, il bambino sarà seguito dall'ospedale tra vari percorsi di psicomotricità, logopedia e vari percorsi che si possono intraprendere poi dalla gravità del disturbo»

Ji-eun annuì guardando poi Jungkook che non aveva staccato gli occhi di dosso da Kang-Dae che se ne stava tranquillo, con lo sguardo perso, nel suo mondo «Questo è un libro, dove spiega tutti i vari sintomi, tutto quello che si deve sapere sull'autismo» disse l'uomo consegnandolo a Ji-eun.

La donna lo prese con le mani tremanti e ringraziò il medico «Avete bisogno di tempo, io sarò qui per ogni chiarimento e se sceglierete di far seguire qua Kang-Dae, sarò il suo neuropsichiatria infantile» disse con un sorriso per fare coraggio.

Ji-eun si alzò inchinandosi, Jungkook rimase in silenzio, diede una stretta di mano ai dottori e la coppia uscì da quell'ufficio.

In macchina nessuno parlò, Kang-Dae fece dei versi ma i due ragazzi rimasero zitti. Ji-eun non chiese neanche a Jungkook dove stesse andando quando capì che non avrebbero raggiunto la loro casa.

La sua testa le faceva così male, avevano ricevuto troppe informazioni sul loro bambino. Il loro bambino, il loro primo figlio era affetto da autismo. Sapeva che il dottore non stava sbagliando, sapeva anche che l'indomani lo avrebbe dovuto incontrare per chiarire la situazione.

Questa era solo un fottuto assaggio. 

Jungkook guidò per un'ora tanto che Kang-Dae si addormentò sul seggiolino, girò le strade di Seoul completamente a caso.

Il suo bambino era malato. Il suo bambino era disabile, strinse il volante. Loro non se lo meritavano, lui non se lo meritava, Kang-Dae non se lo meritava, Ji-eun non se lo meritava, Jong-ho non se lo meritava. Nessuno se lo meritava.

Raggiunse un parcheggio abbandonato.

Lasciò la macchina in mezzo e scese. Ji-eun lo guardò da dentro la macchina, doveva farsi forza. Dovevano sopravvivere, nessuno dei due si sarebbe dovuto arrendere.

Scese anche lei, controllando Kang-Dae e raggiungendo Jungkook, in piedi con la testa rivolta verso l'alto. Lo abbracciò forte. Jungkook le circondò la vita e dopo un momento di silenzio, scoppiarono a piangere. Scoppiarono a piangere perché le emozioni erano davvero troppo forti per farle rimanere dentro. Piansero. Piansero, singhiozzarono fino a sentire la gola fare male.

Dopo quasi dieci minuti Ji-eun gli prese il viso e gli asciugò le lacrime.

Due volte nella vita aveva visto Jungkook piangere.

La prima volta quando era stato pestato a sangue e aveva pensato di morire.

La seconda volta quando il medico gli disse suo figlio fosse affetto da autismo.

«Ci siamo?» chiese la ragazza sorridendo. Jungkook annuì accarezzandole il viso «Ci siamo» le disse sicuro. Con lei al suo fianco avrebbe superato di tutto, con la sua famiglia avrebbe superato di tutto.

«Siamo fortunati» disse la ragazza «Il nostro bimbo è speciale. Kang-Dae è il nostro bimbo speciale, siamo così fortunati amore mio» gli disse guardandolo e pensando a quanto amasse la sua famiglia.

Jungkook sorrise «Il nostro bimbo speciale» sussurrò anche lui appoggiando la fronte a quella della ragazza «Mi dispiace per prima, non dovevo reagire così. Ero solo terrorizzato, sei stata sempre la più coraggiosa fra i due»

«Va bene, non è successo niente. Anche io sono terrorizzata» gli disse sorridendo in modo malinconico «Sono spaventata. Non so cosa dobbiamo aspettarci ma Kang-Dae ha bisogno di noi. Io ho bisogno di te»

«Anche io» rispose velocemente Jungkook «Ti amo tantissimo Ji-eun e amo la nostra famiglia, Kang-Dae vivrà una vita felice, te lo prometto» le disse, Ji-eun sorrise «Lo so, Jungkook. Ti amo anche io, tanto»

I due si diedero un lungo bacio, un bacio bisognoso, avevano bisogno di sentirsi vicini, avevano bisogno di essere quasi un tutt'uno. I loro cuori battevano forte. Si rimisero in macchina e tornarono a casa, tornarono a casa con una nuova consapevolezza che sarebbe cambiato tutto, sarebbe cambiata ogni cosa ma loro erano pronti. Bastava essere insieme.

Ognuno ha le proprie sfide, battaglie, un qualcosa da combattere fino allo sfinimento. Chiunque deve combattere con il proprio destino, il destino di Kang-Dae era già stato scritto.

Tutti si meritano di vivere una vita felice. Ognuno di noi ha il diritto di vivere in modo pieno e felice, cerchiamo di apprezzare la nostra vita.

La nostra vita in salute.

La nostra vita piena di alti e bassi.

La nostra vita che ci regala emozioni.

Viviamo la nostra vita come una sfida, la sfida di Ji-eun e Jungkook era convivere con un figlio non autonomo e amarlo nelle sue difficoltà.

La sfida che avrebbe portato a termine con una vincita.

La sfida che avrebbero vinto loro.

ANGOLO AUTRICE:
hi! eccomi con lo speciale!😭
questo speciale è davvero triste, ma la vita della mia coppia era tutta rosa e fiori, a parte gli scherzi, spero vi sia piaciuto!💖

è stato strano per me raccontare quello che è successo ai miei genitori, mio fratello più piccolo è affetto da autismo e davvero mio papà l'aveva portato dall'otorino pensando fosse sordo.

Ho cambiato alcune cose, ossia che Ji-eun lo sospettava, studiando scienze dell'educazione vai a trattare il tema dell'autismo e i comportamenti di Kang-Dae erano più che chiari👀

I genitori possono avere colloqui con lo psicologo per affrontare questa situazione, nella storia ho voluto mettere il rigetto di Jungkook e la sicurezza di Ji-eun.

Sia chiaro, loro sono a pezzi ma non perché si vergognano del figlio ma perché tutti e due sanno delle sfide che il loro bimbo dovrà affrontare.

Sono giovani e forti, si amano alla follia e questo fa forza, il non essere soli fa davvero forza e questa per loro è solo una sfida, una sfida bella tosta.

Jong-ho sono io che mi lamento con mia mamma perché mio fratello non vuole giocare con me 😂

Spero vi sia piaciuto! davvero 💖 sono legata a questo capitolo perché vi ho raccontato un pezzo importante delle vita dei miei genitori.

C'è da precisare che non è tutto così facile, come ha detto Ji-eun, questo era solo un assaggio.

vi amo tanto, fatemi sapere se vi è piaciuto, ci terrei davvero 🙏🏻

ci vediamo all'ultimo capitolo di questa storia 😭

alla prossima,
Juli 💜

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